4

123 11 4
                                    

Prima di trasferirmi dal piccolo paese dove abitavamo pure i miei miei nonni, alla metropoli, avevo legato parecchio con certe persone.
Nonostante fosse un paese lontano dal mondo, in quel piccolo paese passai gli anni più intensi della mia vita; infatti in quel paese di campagna ho avuto modo di conoscere le prime emozioni, le prime delusioni e le prime amicizie.
Il mio migliore amico, l'unico rimasto nel tempo, si chiama Min Yoongi.
Esso era completamente diverso da me. Yoongi era bravo a scuola, di buona famiglia e con idee chiare sul futuro sin dalla giovane età.
Con lui passai intere giornate, nessuno poteva davvero separarci, infatti se qualcuno dei due si riscontrava con qualche malattia o influenza, la doveva per forza trasmettere all'altro, secondo noi le cose dovevano essere fatte in due.
Se stava male lui.
Stavo male anch'io.

Quando c'era lui, tutto era migliore, le giornate grigie e monotone erano sempre colme di colore, un colore che mi porto dietro tutt'ora; i pensieri felici, rimangono.
Non se ne vanno via per sempre come si crede e a volte, quelle cose felici, sono talmente brevi da nemmeno rendersene conto.
Noi diamo sempre per scontato quei gesti quotidiani, magari un sorriso, una stretta di mano o un semplice fiore scarlatto nel bel mezzo di un verde prato.
A volte, Si vede tutto ciò come qualcosa d'insignificante, quasi inutile ma poi, in un secondo momento, ci si ripensa a quelle cose.
E così stranamente sorridi, chiudi gli occhi per qualche secondo e nel tuo senno cerchi di rivivere tutto da capo, di ammirare i petali morbidi e ben curati, scolpiti di quel fiore o di sentire ancora il calore di quella stretta di mano sulla pelle.

Bisognerebbe dare più importanza a queste cose.
Infatti con Yoongi è andata proprio così.
Quei pomeriggi passati a correre nei prati da bambini, le risate di pomeriggio dopo aver visto il nostro cartone animato preferito, le giornate passate a parlare delle prime cotte, dei nostri artisti preferiti e delle nostre idee nel varco dell'adolescenza... Io a tutto questo, ho dato la più grande importanza.

Infatti a quindici anni appena compiuti, decisi di dare importanza  alla scuola.
Nonostante stessi così tanto male per la situazione in cui ero circondato, avevo capito che non potevo starmene con le mani in mano per sempre; ricominciai con gli studi.

Due anni ripetente.
Un vero incubo.

Non venivo molto preso di mira, anzi, al contrario. Io non esistevo proprio in classe, pochi si rivolgevano a me per scambiare qualche parola e se lo facevano è perché ne erano obbligati.
Inizialmente fu un sonoro schiaffo in faccia pure quello, però con il passare dei mesi, uscendo regolarmente con il mio miglior amico, tutto quel ambiente negativo era diventato indifferente per me.
M'interessava solo una cosa; passare l'anno.

Ho pochi ricordi però, di un mio compagno di classe; Henry.
Lui non era coreano, era stato adottata da una famiglia coreana ma aveva origini italiane.
Quel ragazzo, di cui ancora poco ricordo, era l'unica persona che non mi giudicava.
A volte per la pausa pranzo, passava pure quei pochi minuti con me, pronto a scambiare con me i titoli dei suoi libri preferiti.
Mi guardava con quei suoi occhioni grandi e verdi che ogni qualsivoglia menzionavo un nuovo titolo, gli si illuminavano come una stella in cima ad un albero natalizio.

Vorrei raccontare molto di più di lui, perdere ore a parlare di come mi ci perdevo in quelle sue gesta, a come  muoveva le mani quando citava il suo amore per l'arte e la letteratura, a soli tredici anni, a come era bello, guardare quel ragazzo colpito dai raggi solari che osavano sfiorare la sua pelle mentre ascoltava la professoressa di lingua inglese.

Quel ragazzo fu la mia fonte d'ispirazione per qualche anno senza tener conto del fatto che, appunto, di lui ho ben pochi ricordi.

Ricordi, ricordi e ricordi. Tutto di basa su questo. Siffatti ricordi penetranti.
Negativi e positivi.
Luci e ombre.

Misteriosi, questi ricordi.

Non ho più voglia ||taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora