Kate mugolava qualcosa di incomprensibile, mentre si girava e rigirava nelle lenzuola. Con la fronte piena di sudore, stringeva forte il cuscino bagnandolo con le lacrime. Sognava se stessa correre su un prato, un prato pieno di fiori. A un certo punto vide un oggetto. Qualcosa che le si incise nel cuore. Un diario. Lo raccolse e lo tenette stretto tra le braccia mentre continuava a correre senza sosta. Si fermò esausta e si lasciò cadere a terra, piangendo. Le lacrime segnavano silenziose il viso, cadevano sui fili d’erba, sui fiori. All’improvviso il suo sguardo diventò vuoto, il viso cereo, che non emanava più nessuna emozione. Gli occhi diventarono rossi come il sangue e scintillarono come il fuoco. Un mezzo sorriso di sadico divertimento apparve su quel viso ormai irriconoscibile. A un tratto sentì una voce flebile e femminile, simile alla sua, un suono interiore, che si ampliava e si acuiva come un’eco nella sua coscienza.
"Dentro di me c’è una tempesta e sono incapace di contenere l’impatto devastante che rischia di risucchiare tutto. Incastrata in uno stato di incoscienza e realtà, prigioniera di un vortice di emozioni, divorata da una sete ardente di felicità e coraggio di correre il rischio di vivere ancora. La verità è che non amo ciò che sono, quello che sono diventata. Mi costringe a ferire, allontanandomi ogni volta dalla persona che sono in realtà e mi mette una specie di confusione così forte che non riesco più a risvegliarmi. Pentirmi della mia natura non è un peccato ma l’unica salvezza del mio animo tormentato."
Si svegliò di soprassalto in un mare di sudore, si sollevò dal letto, agitata, disorientata, con i battiti accelerati. Tornò alla realtà solo quando la sveglia sul comodino suonò; ancora una volta aveva fatto lo stesso sogno, una situazione che si ripeteva ogni notte negli ultimi mesi. Si stiracchiò passandosi una mano tra i capelli e camminò verso la finestra. Il cuore le batteva ancora forte e il corpo tremava, solo al pensiero dell’incubo che aveva fatto. Quella ragazza le stava dando la caccia, le impediva di dormire.
Ancora sonnolenta guardò fuori verso la strada vuota mentre la luce del mattino penetrava attraverso la finestra. Chiuse gli occhi e lasciò che i raggi del sole le accarezzassero la pelle, poi la aprì respirando profondamente l’aria pulita e fresca. Volse lo sguardo verso il cielo e si perse a riflettere guardando il movimento impercettibile delle sottili nuvole, le quali striavano il cielo. Erano passati diversi mesi dal suo risveglio in quella bellissima realtà. E da un giorno all’altro era cambiata. Negando se stessa e convincendosi che era stato solo un incubo e quella Kate insicura e cattiva non fosse mai esistita.
Ogni giorno perdeva un pezzo dei suoi ricordi, diventavano sempre più offuscati e confusi. Come il riflesso di uno specchio rotto: ogni frammento rappresentava qualcosa di importante, ma non riusciva e non voleva rimettere insieme i pezzi. Chiuse di nuovo gli occhi e vide un mondo dove tutto era possibile, dove lei era ancora felice. Un mondo dove i giorni passavano velocemente, uno dopo l’altro, tutti uguali. Dove la sua quotidianità era studiare, stare insieme alla sua famiglia, uscire con le amiche, musica, shopping. Come ogni altra ragazza dalla sua età. Dopo alcuni minuti, ancora in pigiama e sbadigliando, scese le scale trascinandosi goffamente, seguendo quasi per istinto un odorino invitante che veniva dalla cucina. «Buongiorno», disse posando un bacio sulla guancia della nonna.
«Dormito bene?» Kate annuì non troppo convinta, poi fece un profondo respiro, lasciandosi inebriare dal profumo del pane appena sfornato. «Sto morendo di fame!» affermò affondando i denti in un pezzo di pane fresco come se non mangiasse da anni. Mentre assaporava la sua colazione, in piedi vicino al lavello, guardava fuori dalla finestra pensierosa.
In quella mattina c’era qualcosa di diverso dagli altri giorni. Anche se tutto sembrava normale, aveva una strana sensazione, come se le mancasse qualcosa, come se non fosse completa. Dopo un paio di minuti, scesero tutti a fare colazione, e in qualche modo quel vuoto si riempì con le risate della sua famiglia.
Finito di mangiare, Kate salì di sopra e andò in camera sua. Si vestì velocemente con un top sportivo, leggings e scarpe da tennis, poi uscì di casa, sistemandosi le cuffie dentro le orecchie, ascoltando musica e passeggiando fino al parco. Mentre camminava, ammirava il cielo, i grossi alberi dalle foglie verdi, i fiori, il colore armonioso e il profumo incantevole che circondava tutto il parco. Si sedette su un muretto osservando ogni espressione sul viso della gente intorno a lei: le mamme con i passeggini, i bambini rincorrendo gli aquiloni colorati, i vecchietti passeggiare mano nella mano. Tutti i colori della terra, del sole e le sfumature della vita. Piccole cose che la rendevano felice e la tranquillizzavano. Si levò le cuffie e chiuse gli occhi ascoltando i rumori della strada, i sussurri della gente e il leggero soffio del vento che le bisbigliava nell’orecchio suoni simili a una sinfonia. A un tratto però si fece silenzio. Il vento, le voci svanirono improvvisamente. Kate con poco coraggio aprì gli occhi, poi si alzò facendo qualche passo e guardandosi intorno confusa. Non c’era più nessuno, le persone, i bambini, tutti spariti come per incanto e tutto lo spazio attorno sembrava sempre più lontano, sfocato come un vecchio film. All’improvviso gli occhi di Kate persero la luce e come una cascata di dolore fu scossa da un forte mal di testa. Si portò una mano agli occhi e abbassò la testa provando a ricordare perché si trovasse lì. Pochi instanti dopo fu percorsa da una scossa lungo tutto il corpo. Poi sentì dei rumori, strani rumori, e delle voci molto lontane.
"Carica 200..." si sentì gridare, accompagnato da un bip, e poi un altro ancora. Un secondo dopo. Bip. Bip… Quel suono si fermò e immediatamente fu scossa da uno spasmo, dopodiché crollò a terra ma prima di perdere i sensi sentì: "La stiamo perdendo."
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Innocent Demons "Legami di cuore Vol.2"
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