2. Anche un demone può amare

6 0 0
                                    

Nicholas era talmente agitato che gli sembrava di sentire il ticchettio delle lancette dell’orologio rimbombargli negli orecchi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Nicholas era talmente agitato che gli sembrava di sentire il ticchettio delle lancette dell’orologio rimbombargli negli orecchi. Stava seduto in disparte dagli altri nella sala d’attesa con i gomiti appoggiati alle ginocchia e il mento fra le mani. I mesi erano passati lentamente tra i combattimenti, le notti insonni, le difficoltà nel parlare con gli altri, con quelli che non capivano come si sentiva e che gli davano consigli inutili, consigli più appropriati a chi avesse una vita normale, non a chi passava notte e giorno a combattere mostri o a chi restava sveglio guardando la sorella a cui voleva bene immobile su un letto d’ospedale. Demoni e altre creature della notte stavano già influenzando gran parte degli umani. E lui non poteva fare niente, i suoi poteri non si manifestavano più da quel maledetto giorno. Il giorno in cui il mondo cambiò. Non avevano ancora capito dove avessero sbagliato, e perché i demoni fossero ancora liberi. Ma ormai era tardi, il mondo era caduto nell’oscurità, inghiottito dal caos. E non c’era niente che lui potesse fare, se non affrontarlo e provare a trovare un modo per far tornare Kate. Sarebbe morto lui, per far vivere lei. Aveva passato notti intere sperando che Dio, in cui tentava di credere, esaudisse le sue preghiere, ma nessuna risposta era arrivata. Era perso nei suoi pensieri quando un’infermiera lo avvisò che sua sorella era nella sua camera e che poteva andare a trovarla. Rivolse lo sguardo a destra e incontrò gli occhi dei suoi amici seduti sulle sedie. White, Hope e Shade ricambiarono lo sguardo con un’espressione grigia e stanca, ma nello stesso tempo speranzosa. Accanto a loro, in piedi con la testa abbassata e lo sguardo fisso sul pavimento, c’era anche Gabriel che, dal giorno della sua liberazione da Damien, non disse una parola. Stava sempre in ospedale con gli occhi abbassati quasi come se provasse vergogna. Tutti avevano cercato di parlargli, di dirgli che non era colpa sua, ma senza ricevere risposta. A un tratto Shade sbuffò, si alzò dalla sedia e si avvicinò a Nicholas come una furia prendendolo da parte.
«Quello che ha lei non è un problema medico, lo vuoi capire? Lei non è completamente umana, i dottori non possono fare nulla.»
«E cos’altro posso fare? Non posso perderla!» Ringhiò tirandosi i capelli per la frustrazione.
«Io posso aiutarla, posso entrare nella sua testa e riparare i danni. Ma per farlo, mi serve il tuo permesso! Ti puoi fidare di me.» Nicholas lo guardò diffidente, e alzò un sopracciglio.
«Sei un demone, come posso fidarmi di te?»
«Anche tu sei un demone!»
«Solo per metà!» sbuffò Nicholas. Shade gli sorrise e si passò una mano fra i capelli.
«Se non ti fidi di me, Nick, fidati di Justin. Lui è umano!» Dopo pochi secondi, Shade uscì dal corpo di Justin sotto forma di un’ombra e scivolò inosservato sulle pareti. Dopo aver preso il controllo del suo corpo Justin fissò il soffitto dove c’era il suo amico e sorrise. Poi guardò Nicholas e disse:
«Non devi aver paura di lui, è come te. Non vuole essere visto solo come un demone perché non lo è. Lui è diverso, tu sai meglio di chiunque che anche un demone può amare.» Justin si passò una mano sul viso leggermente commosso.
«Non puoi avere il controllo di ogni evento della tua vita. Devi lasciare che gli altri ti aiutino! Non c’è niente di cui avere paura. Lascia che succeda quello che deve succedere.» Nicholas abbassò lo sguardo fissando il nulla per pochi attimi poi annuì e si diresse verso gli altri ragazzi.
«Non posso lasciarla morire senza fare niente. Questa è l’unica possibilità che mi sia rimasta, io devo provare, devo.» Guardò le due ragazze poi si soffermò sul viso inespressivo di Gabriel. White gli poggiò una mano sulla spalla.
«Siamo con te. Puoi contare su di noi, per qualsiasi cosa.» Hope era vicino a loro con gli occhi persi in quelli profondamente tristi di Nicholas, però non disse niente, anche se nel suo sguardo si leggeva un’emozione forte. Un’emozione che non aveva mai provato, carica di preoccupazione e paura. Poteva avvertire la trasformazione, il senso del dovere, la responsabilità delle sue azioni, sentimenti inaspettati che la confondevano sempre di più. Scopriva, giorno dopo giorno, la sua umanità, diventava debole, vulnerabile. In quei mesi aveva sperato con tutta se stessa che tutto tornasse come prima, perché non voleva essere assorbita del interamente in quel mondo.

 Innocent Demons "Legami di cuore Vol.2"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora