Giorno 7 - Parte 2

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Lo aveva guardato negli occhi.

"Che cosa siete?"

Nella sua testa quelle parole fluttuavano come nuvole, leggere e sfuggevoli. Che cosa dovrebbe rispondere? Forse che ancora una riposta non la ha o che forse, semplicemente, a lui non importava averla? Del resto, nulla sarebbe cambiato a seconda di essa.

Era stato tutto così dannatamente naturale e graduale; mai si era posto una domanda di tale grandezza.

Ora che guardava Taehyung, e che lui ricambiava con quei suoi occhi grandi e profondi, che ricordano tanto il buio della notte, ogni risposta non sembrava essere adatta. Risolvere con la fretta e con la razionalità era ormai totalmente fuori discussione, e Seokjin amava così tanto risolvere i problemi sfruttando quei due mezzi.

Aveva paura della risposta, e per quanto avesse provato a mentirsi fino ad allora ormai non poteva più fare finta di niente. Non si sentiva abbastanza forte per affrontare ciò che sarebbe venuto dopo, con i suoi beni e i suoi mali. Era un peso troppo grande da sorreggere da solo. Aveva posato lo sguardo sulla sua mano unita a quella del minore. Aveva sbagliato su tutta la linea, il suo terrore era stato da sempre infondato, perché non aveva capito una cosa fondamentale: niente si affronta da soli. Finché ci sarebbe stato Taehyung al suo fianco, mano nella mano proprio come in quel momento, avrebbe avuto la forza di affrontare ogni pericolo ed ogni viaggio. Osservava l'aura di quel ragazzo apparentemente immortale, il suo essere, per intero e senza filtri. La sua forza sotto forma di creatura celeste.

Così la risposta era venuta alla luce, semplice. Era stata sotto i suoi occhi per così tanto, coperta da un tornado di pensieri intricati e ragionamenti nient'altro che inutili.

La risposta era proprio Taehyung, era sempre stato lui. Taehyung d'improvviso era diventato indispensabile e l'unico che lo faceva sentire leggero come mai gli era capitato.

Bastava questo per dire che quello che sentiva era facilmente riconducibile all'amore? Era così strano definire quel sentimento con quel termine, tremendamente riduttivo. Era una serie di variabili che neppure poteva definire con precisione.

Cosa avrebbe dovuto dire, quindi? Lui, che con le parole era buono a poco o nulla?

- Vuoi la verità, Yoongi? - aveva detto, prima che i suoi pensieri lo avessero messo di fronte ad altri dubbi inutili, - La verità è che io una risposta non ce l'ho. -

Non aveva ancora tolto lo sguardo da quello di Taehyung, al quale ora tremavano le mani per l'emozione e l'apprensione.

- L'unica cosa che posso dire è che so perfettamente, - e qui aveva accennato un sorriso, - che Taehyung mi fa stare bene. -

Il più piccolo lo guardava dal basso e desiderava farsi minuscolo. Il suo hyung stava per rivelare ciò che provava?

- Taehyung mi fa crollare tutte le difese, abbatte tutti i miei muri, mi cambia in meglio, mi da coraggio; quando sto con lui ho l'impressione che il mondo giri nel verso giusto. Capite ciò che intendo? -

Domanda retorica. Il suo sguardo era volato verso quello degli altri ragazzi, speranzoso. Ciò che aveva ricevuto era forte quanto una secchiata d'acqua fredda: i loro sguardi lontani, non capivano una parola del discorso e attendevano che miracolosamente una spiegazione giungesse dal cielo.

Jin era rimasto a bocca aperta: aveva realizzato la triste verità, certo che nessuno dei presenti - tranne lui e Taehyung ovviamente - riesciuva a comprendere le sue sensazioni. Gli erano cadute le braccia.

- Davvero non...? - aveva domandato, timidamente. A differenza di Jin, però, Taehyung sorrideva. E poi si era azzardato di nuovo a fare quella cosa bellissima: aveva baciato Jin senza paura.

- Capite ora? - aveva domandato, infine, guardando le loro facce stupite, - Seokjin-hyung mi ama. -

Il suo sguardo di fuoco era tornato verso il soggetto della frase. - E io amo lui. -

Una lacrima di gioia gli era rotolata sulla guancia.

One week in Cuba - TaeJinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora