2-Jay

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Odiavo New York in questo specifico periodo dell'anno, faceva un caldo porco, ovunque tu andassi ti ritrovavi comunque sempre circondato da un numero esagerato di persone e la scuola sarebbe cominciata in pochi giorni.

'Jay, sei con noi dopo?'
Ronny mi risvegliò da uno dei miei soliti 'momenti di isolamento' come li chiamava lui.
Eravamo amici da una vita, era l'unica persona di cui mi fidassi davvero, sapeva tutto di me ed era sempre stato un'ottima spalla su cui appoggiarmi nei momenti difficili.

'Ei, amico..allora?' Mi chiese e i suoi occhi grigi cominciarono a fissarmi aspettando la risposta.

Lo guardai e gli dissi 'Non so' ,onestamente non mi sentivo dell'umore per andare ad un'altra festa, la quarta questa settimana ed eravamo solo a giovedì.
'Oh no no, tu devi venire stasera. Ci saranno tutti, per non dire che Katy ha richiesto espressamente di te.'
Feci un mezzo sorrisetto sentendo pronunciare il nome di Katy.
'Come posso dire di no allora?'
E mi accesi una sigaretta, guardando davanti a me i ragazzi che nonostante il caldo continuavano a giocare a basket in un piccolo campo a Central Park.
Continuai a parlare con Ronny fino a quando una delle ragazze che erano "casualmente" capitate al campo subito dopo il nostro arrivo, cominciò a provarci con lui.
A quel punto salutai i ragazzi e arrivai a passo spedito verso la mia moto, una kawasaki ninja nera.
Avviai la moto senza avere una destinazione ben precisa, mi capitava spesso, potevo girare a vuoto lo stesso quartiere per ore senza nemmeno rendermene conto e ritrovarmi senza volerlo in un posto non programmato.
Mi piaceva il fatto di non avere il controllo su me stesso per un po', come se salire in moto significasse per me abbandonare tutto me stesso su di essa e arrivare a capire dove il mio subconscio mi avrebbe portato.

Viaggiai a vuoto per quelle che mi sembrarono ore, finché finalmente non decisi di prendere la strada di ritorno verso casa.
Passai di fronte alle solite facce incredule dei turisti, a quelle troppo impegnate dei lavoratori, a quelle snob dei quartieri alti in cui, purtroppo, vivevo.
Passai davanti al grande cancello situato prima di casa mia, quella grande casa che prima di qualche anno prima era abbandonata e che conservava della vecchia se stessa solo quel cancello con un grande stemma da persone importanti.
In quel momento si accostò una macchina nera proprio di fronte a quel cancello e io, quasi d'istinto, mi fermai.
Scese una ragazza, una ragazza davvero troppo semplice per quegli standard di vita.
Per un attimo si girò ma non mi vide, un po' confusa comminò verso il cancello e scortata, da quello che immaginavo essere un maggiordomo, entrò dentro la grande Villa.
Mi colpì così tanto che ,arrivato nel mio appartamento, continuai a immaginarla nella mia testa e mi ritrovai perfino a fare un breve e veloce schizzo di quel viso così particolare.
Anche dalla lontananza con cui l'avevo vista ero riuscito a cogliere dei piccoli dettagli, come le grandi lentiggini nel suo viso e i suoi capelli castano chiaro.
Ma cosa stavo facendo?
Non la conoscevo neanche questa ragazza.
Tutta questa situazione cominciava a infastidirmi, buttai lo schizzo e mi feci una doccia.
Dieci minuti dopo Ronny mi chiamò per dirmi che lui stava per arrivare alla festa, quindi indossai la mia solita giacca di pelle e presi la moto per raggiungerlo.

Arrivai alla festa in meno di venti minuti, posteggiai e saltai la fila, arrivato davanti alla porta salutai Boe, il solito buttafuori, ed entrai.
5 minuti dopo volevo già andarmene, trovai Ronny intento a farsi una di terzo, almeno credo e Trevis, mio compagno di storia e letteratura,accanto a lui con un'altra ragazza di terzo.
Gli altri ragazzi erano un po' divisi e dopo averli localizzati e salutati decisi di andare a fumare una sigaretta fuori.
A quel punto venni, a quanto pare, localizzato da katy, a malapena vestita, che cominciò a baciarmi e a chiedermi di andare via, e così feci.
La portai al mio appartamento, stavolta decisi di non fare la strada che passava per il grande e famoso cancello, perché solo il pensiero mi provocava fastidio e non volevo rovinarmi la serata.
Arrivato a casa presi una birra e poi feci fare tutto il lavoro a Katy.
Avevo in mente di fare esattamente solo quello per i prossimi tre giorni, prima dell'inizio delle lezioni.
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