Gli ultimi giorni di vacanza passarono veloci.
Vidi mio padre solo una volta e, in pratica, solo per 5 minuti. Sembrava davvero un'altra persona, nonostante io e lui ci assomigliassimo molto: stessi occhi verdi, lentiggini estive e risata.
Durante il nostro breve incontro mi disse che mi avrebbe dedicato del tempo e che mi avrebbe fatto fare un giro turistico della città dopo l'inizio delle lezioni.
Quella mattina mi svegliai in ritardo.
Non so come e non so perché la mia sveglia aveva deciso di mollarmi e invece di svegliarmi alle 7:00 aveva posticipato di mezz'ora.
Cominciai a correre su e giù per la casa, tra il bagno e la mia camera per prepararmi ed uscire in tempo e alla fine riuscii a sistemarmi in un quarto d'ora.
La scuola si trovava a pochi isolati da casa e nei giorni precedenti mi ero informata per tutti gli orari degli autobus o metro disponibili e avevo trovato il tragitto perfetto per non dover camminare 15 minuti, però avevo perso tutti i mezzi disponibili e non potevo permettermi di camminare e purtroppo, qui a New York, non avevo la mia adorata bici, quindi mi convinsi a correre.
Dopo 5 minuti volevo già morire, il caldo anche se in prima mattina si faceva sentire e nonostante la mia maglietta a manica corta bianca mi ero costretta a mettere i jeans perché, non sapendo ancora quali fossero le regole di abbigliamento, non volevo rischiare punizioni proprio il primo giorno.
Cominciai a rallentare il passo finché una moto non si accostò accanto a me e un ragazzo quasi de tutto nascosto dal casco mi fece un mezzo sorriso e poi mi disse:
'Non ce la farai mai a raggiungere il Regis in orario se continui a camminare a questo passo'
il Regis era la mia scuola e mi sorprese un po' che questo tipo sbucato dal nulla sapesse dove dovessi andare.
'Come lo sai?' Risposi.
'Beh, hai la faccia di una spaesata che arriverà in ritardo il primo giorno e la scuola più vicina è quella...comunque è il tuo giorno fortunato perché sto proprio andando lì.'
Cosa?
Mi stava forse offrendo un passaggio?
Non ero mai salita su una moto e soprattutto non con un perfetto sconosciuto.
Continuai a fissarlo, indecisa su cosa fare.
Da una parte se non avessi accettato sarei sicuramente arrivata in ritardo però dall'altra in altre condizioni avrei decisamente rifiutato senza pensarci due volte.
'Allora? Vuoi fare arrivare in ritardo anche me per caso?'
Decisi che i pro valevano più dei contro e quindi salii, il ragazzo misterioso mi passò un casco e partì.
Il viaggio durò davvero poco, arrivammo a scuola in meno di cinque minuti che, però, sarebbero stati venti camminando.
Parcheggiammo proprio davanti l'entrata e subito suonò la campanella.
Presa dal panico diedi il casco al ragazzo e gli dissi un breve e veloce 'grazie per il passaggio, devo andare'.
Mi girai senza neanche aspettare una risposta ed entrai in una maestosissima porta con una lettera R scritta proprio al centro.
Entrai e trovai la segreteria sulla destra, non c'era fila quindi chiesi subito l'orario delle lezioni e mi feci indicare in che classe andare per la prima ora, che scoprii essere biologia.
Arrivai in un'aula al secondo piano molto piccola però accogliente e fui felicissima di notare che il professore ancora non era arrivato.
La classe era quasi tutta piena e scorrendo tra i visi alla ricerca di un posto mancante una ragazza mi sorrise.
Ricambiai il sorriso e decisi di andare a sedermi accanto a lei.
Non appena posai lo zaino per terra realizzai di non essere passata dall'armadietto per posare i libri e mi resi conto anche di non avere idea di che aspetto avesse il ragazzo misterioso.
Il casco gli copriva tutto il volto tranne la bocca e nonostante il caldo afoso portava un giubbotto da moto quindi non potevo neanche identificarlo dai vestiti.
'Mi chiamo Clary, è un piacere conoscerti, sei nuova?'
Mi risvegliai dai miei pensieri e guardai la ragazza accanto a me.
'Ei...si, mi chiamo Lily'
Le strinsi la mano e solo allora vidi una grande cicatrice estendersi su tutto il braccio destro di Clary.
Spostai lo sguardo sul suo volto, era veramente una bella ragazza, capelli castani e occhi blu e poi aveva dei lineamenti davvero particolari.
Continuammo a parlare un po' finché il professore non entrò in classe e iniziò la lezione.
Alla fine dell'ora salutai Clary e dopo esserci scambiate il numero di telefono ci promettemmo di ritrovarci a pranzo dato che non avevamo altre classi in comune quel giorno.
Le lezioni successive passarono in modo molto noioso e lento e per la maggior parte del tempo scrissi in un'agenda i brani che avevo composto i giorni precedenti per chitarra e pianoforte.
Riuscii subito a trovare Clary in mensa, nonostante ci fossero davvero tante persone.
Dopo aver preso qualunque cosa fosse quello che si trovava nel piatto davanti a me andammo a sederci in un tavolo fuori e venimmo raggiunte da alcune ragazze, amiche di Clary.
Sembravano tutte così simpatiche e furono gentilissime con me.
Scoprii che Lucy, la ragazza con i capelli lunghi e biondi accanto a Clary era una giocatrice di football nel team della scuola insieme a Abbie, che rispetto alla prima era un po' più timida e che Beth, la ragazza dai capelli neri e gli occhi quasi dello stesso colore faceva, invece, parte delle cheerleaders. Infine la ragazza di fronte a me, Ella, faceva parte della banda musicale.
Erano tutte davvero molto divertenti ed ero così felice di aver conosciuto così tante persone già solo il primo giorno.
Alla fine della pausa pranzo salutai tutte le ragazze e decisi che avrei passato l'ora libera che avevo prima dell'ultima lezione della giornata a cercare un'attività extrascolastica che mi piacesse.
Scelsi un corso di chimica avanzata e poi mi iscrissi alle audizioni per entrare nella classe musicale.
Mi sembravano due corsi utili e alla mia portata.
Adoravo la chimica e la biologia, infatti proprio l'ultimo corso a cui mi stavo dirigendo era un corso avanzato di biochimica e genetica che avrei dovuto fare l'anno dopo ma a cui, dati i miei risultati negli esami precedenti, potevo già partecipare.
Arrivai in anticipo di 10 minuti in una classe molto più grande delle altre in cui ero stata e mi sedetti a in una fila a metà aula.
Cominciai a uscire i libri e a leggere l'indice e nemmeno mi accorsi di una presenza al mio fianco fino a quando qualcuno alla mia sinistra mi chiese:
'Quindi? Com'è andato fino ad ora il primo giorno, signorina?'
Mi girai di scatto e mi trovai davanti un ciuffo riccio , due occhi scuri che mi fissavano e delle lentiggini che facevano perfino concorrenza alle mie.
Mi rivenne in mente il tipo del passaggio in moto e collegai subito.
Mi rigirai verso l'indice del libro e senza molto interesse gli risposi: 'molto bene fino ad adesso.'
Lui scoppiò a ridere e continuò a fissarmi:
'Ho fatto qualcosa per meritare il vostro disprezzo forse?'
Lo guardai un po' male, la verità era che non volevo avere niente a che fare con dei ragazzi come lui: la moto e il suo atteggiamento misto al suo viso da bravo/cattivo ragazzo la dicevano lunga sul suo improvviso interesse per la ragazza nuova e spaesata.
Ad ogni modo non mi aveva fatto assolutamente nulla di male, anzi era stato molto gentile, quindi mi sentii in dovere di guardarlo e accennando un sorriso dissi: 'no no, assolutamente no, solo che non sono dell'umore'.
'Capisco perfettamente, comunque sono Ross.'
'Lily'
Ci stringemmo la mano e poi lui mi sorrise e smise di guardarmi solo dopo l'entrata della professoressa.
Quell'ora fu tremenda, nonostante i miei sforzi sentivo costantemente la presenza di Ross accanto a me e mi sembrava quasi che mi stesse fissando.
Non mi girai neanche una volta, cercai di concentrarmi sulla lezione però mi sentivo solo un robot, prendevo appunti ma non sapevo nemmeno di cosa stesse parlando.
Non so perché o come ma quel ragazzo era riuscito con poche parole a farmi sentire imbarazzata come non mi ci sentivo da secoli.
Quando finalmente la campanella suonò presi di fretta la mia roba e accennai solo un saluto al motociclista per poi alzarmi e scappare via verso casa di mio padre senza nessun motociclista a darmi passaggi questa volta.
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New York
ChickLitLily Monrose è la tipica ragazza che cerca sempre di scappare da ogni cosa che non sa affrontare, a partire dalla sua vecchia vita a Chicago, fino alle nuove avventure e scelte che le si porranno davanti una volta arrivata a New York. Jay Russel è i...