Ciao,
Volevo dirti che mi manchi, come l'aria, ogni giorno.In una grigia giornata ti incontrai sotto le nuvole cariche di pioggia, io stavo in piedi con le gocce cristalline e ghiacciate che sfioravano ogni centimetro di me e i tuoi occhi che mi osservavano da lontano. Me ne accorsi sai? Mi accorsi di come mi guardavi e arrossii. Non sapevo chi tu fossi, ma mi sentivo nuda sotto il tuo sguardo, completamente esposta e con le difese abbassate. Hai abbattuto le mura intorno al mio cuore quando ti sei avvicinato e mi hai afferrato la mano.
In ogni giorno di pioggia io scendevo in strada a guardare le nuvole nere fino a quando le prime gocce non cadevano per poi togliere le scarpe e camminare scalza sull'erba bagnata.
Mi afferrasti la mano e caddi, caddi dal mio mondo. Nella mia pioggia eri un raggio di sole, insieme eravamo ciò che di più bello esiste al mondo: un arcobaleno. Mi guardasti negli occhi, ma quale creatura ha occhi tanto belli? Sentii il tuo sguardo penetrarmi nell'anima e incatenarsi al mio. Ci scrutammo a lungo. Non una parola. Ogni piovosa giornata, da quella in poi, sapevo di incontrarti in quel luogo. Sapevo che mi avresti preso la mano e accolta nel tuo mondo. Ma mi avresti mai accolta ogni giorno in quel mondo oscuro e spaventoso che mi aprivi guardandomi? Si, lo hai fatto, mi hai fatta entrare, e sei entrato nel mio come una tempesta. Hai incasinato la mia vita, hai messo a soqquadro il mio cuore, hai violentato la mia anima con un solo sguardo. E più mi guardavi, più desideravo che tu mi guardassi.
Una sera piansi, quella sera piansi a lungo sola su una panchina, avvolta da un leggero abitino azzurro. Ero rimasta sola, sola e con il cuore a pezzi. Non avevo più nessuno, ma puoi mi chiamasti. Non riuscivo a parlare e mi venisti a prendere e mi portasti al sicuro, mi coccolasti.
Eri caldo e io avevo tanto freddo. Mi scaldasti. Mi accogliesti. Ero calda. Le nostre pelli scottavano al contatto. I respiri erano più rapidi e affannati. La tua voce così roca e avvolgente mentre mi stringevi. Ci addormentammo. Ero messa a nudo ai tuoi occhi, non potevo nascondere più nulla. Non potevo nascondere le cicatrici, che tu notasti. Mi guardasti in modo diverso. Vedevo che volevi andare via, che avevi paura di quei segni sulla mia pelle. Ti odi? Mi chiedesti? Si. Fu la mia risposta. Allora ti amerò io per entrambi. Dicesti. Mai qualcosa fu più dolorosa e rassicurante per me. Mi abbandonai a quelle sensazioni per mesi e mesi. Poi successe.
Eravamo insieme, lì dove ci eravamo incontrati per passare del tempo insieme. Non capivo perchè ti comportassi così: eri distante, sembrava volessi piangere, ma non riuscissi. Mi stringesti forte prima di salutarmi sotto casa, più forte del solito. Faceva male. Mi baciasti sulla fronte. Mi baciasti sulle labbra. Te ne andasti. Non tornasti mai più. Avevi una lunga corda a casa. Una corda che ti avvolsi intorno al collo. Non capirò mai perchè. Non saprò mai cosa ti spinse a tanto. Mi avevi detto addio, ma io non ero riuscita a salutarti. Quando mi telefonò la tua vicina di casa che ti trovò sulle scale... ma cosa ti avevo fatto. Eri felice, eri sereno, il tuo cuore era tutto intero. Poi sono arrivata io e non lo sei stato più.
Volevo dirti che mi manchi, come l'aria, ogni giorno. Non mi alzai più, non riuscivo più a respirare dopo quel giorno. L'aria non era più la stessa. Non lavoravo più, non ci riuscivo e venni licenziata. Passavo le giornate sul pavimento del bagno a volte quello della camera. Dormivo accovacciata sulla poltrona. Avevo paura, non ci credevo, non credevo che fossi morto, che il tuo calore fosse svanito, che nessuno mi avrebbe mai guardata come facevi tu. Mi venivi a trovare ogni notte, mi abbracciavi, mi chiedevi scusa, mi chiedevi di tornare, ma non potevi tornare, così... le cicatrici si riapriranno. Io le riaprirò. A fondo. Il sangue comincerà a scorrere. Non farà male. La vista si annebbierà, la testa comincerà a girare e presto tutto finirà. Ti potrò riabbracciare presto.
Aspettami amore perchè sto arrivando. Staremo insieme sempre. Eri la mia aria e senza aria non posso vivere.