Incubi (Byeongkwan, soft)

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Y/n pov

Y/n Byeong... sei sveglio?

Y/n Ti prego... ti prego rispondimi. So che è presto... ho bisogno di sapere che stai bene... ho paura... ti prego...

Y/n In effetti, sono sono le sei e mezza... perché dovresti essere già sveglio...

Lascio il cellulare sul comodino attendendo una sua risposta. Tra mezz'ora dovrebbe suonare la sveglia per andare a scuola, non credo mi riaddormenterò.

Byeongie   Ehi ehi ma che succede??

Finalmente il telefono vibra e subito leggo il messaggio che ho appena ricevuto

Y/n Stai bene??

Byeongie Si io sto bene, ma tu no però, che ti prende piccola?

Y/n Credevo fossi morto... la macchina... eri tu... scusami...

Byeongie Io... era un incubo y/n, dai tranquilla sono qui, sto bene.. tra poco passo a prenderti e andiamo insieme a scuola, ti va?

Y/n Va bene... Byeong... io... non riesco a smettere di piangere... non voglio che tu... non morire mai ti prego...

Byeongie Non dirlo neanche. Io non me ne vado capito? E anche io dare dell'idea di non morire ahah. Stai tranquilla ok? Preparati che tra poco sono lì!

Y/n Va bene... e... mi manderesti una foto? Ho bisogno di vederti subito che stai bene...

Byeongie

Pronto ad uscire ahahah

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Pronto ad uscire ahahah.

Y/n Ahah non mi sembri troppo pronto. Grazie.. sto meglio ora a dopo.

~~~

Ma dove mi trovo? Sono circondata dal buio più assoluto: nessun'ombra, nessuna luce soffusa in lontananza, solo tanta, soffocante, intensa ed opprimente oscurità.
Sono immobile, paralizzata mentre attendo in ansia che una lince compaia ad indicarmi dove sono. Probabilmente è notte fonda e sono nel mio letto, ma dovrebbe filtrare dalle finestre chiuse e da sotto la porta un minimo di luce esterna.

Ho paura, provo a muovermi per cercare l'interruttore della luce, ma per quanto mi impegni, il mio braccio non ne vuole sapere di muoversi. Sotto il cuscino dovrei avere il cellulare - anche se mamma mi dice sempre di non tenerlo vicino a me mentre dormo - che provo a prendere, ma ancora una volta non riesco a muovermi.
Senti l'ansia farsi spazio dentro di me e invadermi violentemente come una pressa sul petto. Mi manca l'aria. Comincio a piangere; poi, come ad ascoltare le mie preghiere, si apre la porta lasciando entrare una luce soffusa è appena percettibile, il minimo indispensabile a lasciar intravedere una figura nera davanti alla porta, ora spalancata.

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