Capitolo 5

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I due ripresero il loro viaggio. La destinazione praticamente non esisteva, quindi il viaggio sarebbe potuto durare fino all'infinito. Per strada non c'era quasi nessuno, e, dopo un po', la strada cominciava a diventare noiosa. Anche le canzoni cominciavano ad annoiare, ad un certo punto, perciò Theodora cercò di fare un po' di conversazione.
«Allora...» iniziò la ragazza. «Visto che, a quanto pare, dovremo stare insieme per un bel po' di tempo, pensavo che sarebbe opportuno... conoscerci meglio, non trovi? O, in ogni caso, trovare qualcosa di cui parlare... È abbastanza noioso essere praticamente intrappolata qui...»
«Va bene! Allora, di cosa vuoi parlare? Del tempo?»
«Ma no, di qualsiasi altra cosa... Che ne so... Dei nostri interessi?»
«Ok! Cosa ti piace fare nel tempo libero?»
«Leggere! A casa avevo un'intera stanza piena di libri...»
«Lo so, l'ho vista... E cosa ti piace leggere?»
«Un po' di tutto... Ma tutti mi prendono per pazza, quando rispondo che adoro i romanzi realisti! Di solito la gente li odia, sai?»
«Sì, ma ho visto che ne hai un sacco... E quali autori ti piacciono?»
«Un po' tutti, ma ultimamente mi sono appassionata ai romanzi di Ken Follett... Li hai mai letti?»
«No, ma vorrei tanto leggerne qualcuno... Tutti ne parlano benissimo!»
«Già, lui scrive davvero bene... E a te, invece, che libri piacciono? Roba di fantascienza, fantasy... cose così?»
«Non solo... Ma adesso non ho più tanto tempo per leggere, sai... Dovevo essere a disposizione di tuo padre praticamente ventiquattr'ore su ventiquattro, e adesso stiamo scappando...»
«Forse, quando tutto questo sarà finito, troverai un po' di tempo per leggere...»
«Lo spero...»

Verso l'ora di pranzo, James parcheggiò davanti ad un supermercato e scese dalla macchina, per comprare qualcosa da mangiare, mentre Theodora rimase in macchina. La ragazza chiamò la sua amica Jo per sapere se la piccola ricerca che le aveva chiesto di fare aveva dato qualche frutto.
«Dora! Dove sei oggi?» le chiese Jo.
«Su Gallifrey...» rispose la ragazza. «O da qualche parte in Galles... Oh mio Dio, scusa, sto iniziando a parlare come lui...»
«Non importa... L'importante è che stai bene, e sei ancora viva...»
«Già, non sono ancora stata uccisa... Allora, hai trovato qualcosa di interessante?»
«Potrebbe interessarti il fatto che stiamo nella...»
«L'avevo intuito, grazie, Jo...» la interruppe Theodora. «Ma quanto è critica la situazione?»
«Storm è un pazzo, e nessuno sembra volerlo fermare... E no, la regina non sta facendo niente perché anche lei è terrorizzata da cosa potrebbe fare Storm... Per ora, spera di tenerlo buono lasciandogli fare quello che vuole, ma, secondo me, questo sistema non ha mai funzionato... Anzi, ha portato solo guai peggiori!»
«Bene, quindi il mio periodo di prigionia sarà molto più lungo di quanto pensi... A proposito della prigionia, hai trovato qualcosa sul tipo strano che mi ha rapita?»
«Quello che ho trovato, molto probabilmente non ti piacerà... A meno che il tuo rapitore non sia un vecchietto che vive in Texas con il suo cane...»
«No, decisamente no...»
«Peccato... Ci ho sperato fino all'ultimo che fosse quel tizio...»
«Allora, che hai trovato su di lui?»
«Dunque, si chiama James Anthony McDowell, è scozzese senza dubbio, ma non so da dove venga esattamente... Attualmente vive a Londra, da solo, è single, ha una collezione di scarpe da fare invidia a qualsiasi ragazza e una collezione di magliette orribili, è un fan delle Converse e dei film fantasy e di fantascienza, e adora leggere fumetti... In pratica è un nerd...»
«Interessante... Nient'altro?»
«Sì, un sacco di cose che probabilmente non ti piaceranno...»
«Dimmele lo stesso!»
«Tanto per cominciare ha due profili su Facebook...»
«Chiunque ha un profilo falso! O qualcuno a cui piace rubare identità che si diverte...»
«Già, ma ho controllato, e non è un profilo falso! Sono attivi entrambi i profili, e sono assolutamente identici: stesse foto, stessi dati, stessi aggiornamenti... tranne per un minuscolo ma non trascurabile dettaglio...»
«Sarebbe?»
«Il datore di lavoro: in un profilo c'è scritto che il nostro amico lavora per tuo padre, mentre nell'altro... c'è scritto che lavora per Harold Storm! Sai cosa significa, Dora? James McDowell è una spia!»
«E allora? Avrebbe potuto essere fedele a mio padre e lavorare anche per Storm solo per conoscere in anticipo tutte le sue mosse, per poi riferire tutto a mio padre...»
«E se invece fosse il contrario? Del resto, non hai le prove...»
«Ci starò attenta... Nient'altro?»
«Oh, sì, un simpatico blog su di lui... Ma lui non ne è l'autore...»
«Spiegati!»
«È un blog formato da tutte le ragazze che ha lasciato, o che lo hanno lasciato, che usano questo sito per sfogarsi, per insultarlo, per minacciarlo di morte, per inventarsi metodi per ucciderlo, e per fare un sacco di altre cose di cui non voglio parlarti... Dev'essere un posto molto divertente...»
«Un blog formato da tutte le sue ex ragazze? E quante saranno? Una decina?»
«Cinquantasette.»
«Cinquantasette ex ragazze? Neanche un essere umano normale arriverebbe a quella cifra! A meno che non abbia davvero novecento anni e passa... Oddio, scusami ancora... Questa fuga mi sta facendo più male del previsto...»
«Non ti preoccupare... Resta il fatto che il tuo misterioso rapitore è una spia, potenziale omicida, con una lunga schiera di cuori infranti alle spalle... Ricorda, Dora: anche se James si rivelasse assolutamente innocente, se ti stesse veramente salvando la vita, non provare assolutamente, in nessun modo, ad innamorarti di lui. Sai che può succedere, e potrebbe essere inevitabile! Sei in fuga, e lui sembra essere la tua unica sicurezza; i tuoi genitori sono morti, ormai, e non hai più nessuno: non passerà molto tempo prima che tu cominci a fidarti di lui, perché non hai alternative, e il passo successivo sarà innamorarti di lui. Tu non meriti di soffrire ancora, Dora, perciò non farlo! Non pensarci nemmeno! Resta con la testa sulle spalle, e controlla i tuoi sentimenti! Non innamorarti di lui, non lasciare che usi il suo fascino magnetico per attirarti, non pensarci nemmeno! Non farlo!»
«Non intendo farlo neanche sotto tortura, Jo...»

Il giorno successivo toccò a Theodora scendere dalla macchina e andare a comprare il pranzo, mentre James rimase in macchina. Mentre aspettava che la ragazza tornasse, James pensava. Aveva un sacco di cose per la mente, in quel periodo. Innanzitutto, non sapeva cosa gli sarebbe capitato, ora che Arthur era morto: avrebbe dovuto lavorare per Storm a tempo pieno? Forse no, se fosse riuscito a tenersi lontano da lui abbastanza a lungo, insieme a Theodora. Certo, soltanto qualche mese prima non avrebbe mai immaginato di trovarsi costretto a fuggire da tutto e da tutti, per proteggere la figlia del suo capo, la ragazza di cui si era innamorato quasi dal primo momento in cui l'aveva vista. Ora si trovava in una situazione complicata, che non sapeva bene come avrebbe potuto gestire. Aveva espressamente chiesto ad Arthur Smith di essere il più lontano possibile da Theodora, e ora, proprio Arthur gli aveva chiesto di proteggerla da Storm, anche a costo della vita. James aveva accettato, perché non avrebbe sopportato l'idea che fosse qualcun altro a proteggere quella ragazza, ma non sapeva se sarebbe riuscito a non rivelare i suoi veri sentimenti verso Theodora. Era ancora una ragazza abbastanza giovane, e, sicuramente, là fuori ci sarebbe stato qualcuno che, per Theodora, sarebbe stato una scelta migliore di James.
James era immerso nei suoi pensieri, quando, improvvisamente, Theodora rientrò in macchina di corsa, spaventata, come se stesse scappando da qualcuno.
«Svelto! Parti!» ordinò la ragazza, mentre si allacciava la cintura di sicurezza il più velocemente possibile.
James obbedì immediatamente.
«Ma che è successo?» chiese.
Theodora riprese fiato per qualche secondo, poi rispose.
«Ho fatto appena in tempo a prendere un paio di panini, come al solito,» cominciò. «quando vedo due energumeni che non hanno intenzione di togliermi gli occhi di dosso... Era come se mi stessero aspettando, hai presente? E il problema era che si erano messi proprio tra me e l'uscita... Non sapevo che fare, così ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente, che mi ha fatto guadagnare un po' di tempo per scappare!»
«Ma come hai fatto? Tu eri disarmata, e forse quei due energumeni avrebbero potuto ucciderti tranquillamente...»
«Beh, non ero proprio disarmata... Sono una persona abbastanza conosciuta, quindi qualche anno fa ho preso lezioni di autodifesa... Non si sa mai quando potrebbero servire... Stavolta avevo le mani impegnate, ma non sempre si usano le mani per difendersi...»
«Ok, ora ho paura di te...»
I due continuarono a guidare ancora per qualche minuto, dopodiché James, dopo essersi assicurato che nessuno li seguisse, si fermò in un parcheggio. Tirò fuori una pistola da sotto il suo sedile, e la diede a Theodora.
«Oggi sei stata fortunata, ma la prossima volta la situazione potrebbe essere peggiore...» le disse. «Tienila: ti sarà utile!»
Theodora prese la pistola con mano incerta. Non ne aveva mai usata una, ma sentiva che era arrivato il momento di imparare a difendersi da sola.
James si voltò, e allungò la mano per far ripartire il motore della macchina, ma non fece in tempo a raggiungere le chiavi che sentì un oggetto duro e metallico puntato contro la sua tempia. Lentamente, si voltò verso la sua sinistra e vide Theodora che gli puntava la sua pistola contro, come se volesse ucciderlo.
«Che hai intenzione di fare?» chiese James.
«Legittima difesa!» rispose Theodora. «Devo difendermi da chi cerca di farmi del male, giusto? Le mie basi di autodifesa non sono abbastanza, ma ora tu mi hai dato una pistola, che sicuramente metterà fuori gioco i miei nemici per molto più tempo...»
«Ma io non sono un tuo nemico!»
«E chi lo dice? Io non so niente di te... Ho perfino fatto fare una piccola 'ricerca' su di te ad una mia amica, e non ha portato a buoni risultati... Per quanto mi riguarda, potresti benissimo essere una spia di Storm che mi sta portando in qualche posto sperduto per poi uccidermi, fare a pezzi il mio corpo e divertirsi guardando la polizia che cerca di capire tutti i dettagli dell'assassinio! Saresti capace di uccidermi da un momento all'altro, quindi meglio che lo faccia prima io!»
«Se tu mi lasciassi spiegare...»
«Beh, mi sembra un po' tardi per quello, non trovi? Hai una pistola puntata contro, e io sto per premere il grilletto!»
«È stato tuo padre a chiedermi di portarti in salvo!»
Theodora non premette il grilletto, ma non abbassò la pistola. James aveva attirato l'attenzione della ragazza.
«Come faccio a sapere che davvero lavoravi per mio padre, se io non ti ho mai visto?» chiese Theodora.
«Sai che sono una spia di Storm... Questo implica che sicuramente lavoravo anche per tuo padre!»
«Lavoravi per due persone diverse... Ma nessuno può servire due padroni: la tua lealtà dovrebbe andare soltanto ad uno dei due...»
«Soltanto un pazzo lavorerebbe per Storm! Un pazzo o un disperato... Io ero fedele a tuo padre, te lo giuro...»
Theodora abbassò la pistola, finalmente. James non pensava di essere stato tanto convincente, ma Theodora sembrava soddisfatta delle sue risposte. In realtà, Theodora era solo più confusa di prima: dopo aver passato un sacco di tempo circondata da persone false, che le mentivano continuamente, aveva imparato a riconoscere quando una persona mente; James, invece, non sembrava mentire, quando le aveva detto di essere fedele a suo padre.

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