Capitolo 9

30 0 0
                                    

Era notte, e Theodora e James dormivano in macchina. Si erano sistemati, abbracciati, sul sedile posteriore. Theodora dormiva già da un pezzo, mentre James non riusciva a chiudere occhio. Guardava Theodora, addormentata tra le sue braccia, le accarezzava i capelli, e intanto pensava. Si chiedeva se stesse facendo la scelta giusta. Aveva rivelato i suoi sentimenti alla ragazza, che ora era diventata la sua fidanzata, e solamente qualche giorno prima la loro relazione aveva fatto un enorme passo avanti. Da quel punto non si poteva più tornare indietro: era impossibile ignorare il passato, ma James continuava a pensare che forse lui non era decisamente la migliore scelta che Theodora avesse. Quella ragazza meritava di meglio: era ricca, poteva avere qualsiasi cosa volesse, e poteva far cadere ai suoi piedi ogni uomo del pianeta, quindi che motivo aveva di perdere tempo con uno come James? Probabilmente si era affezionata a lui soltanto perché era in una situazione complicata, i suoi genitori erano morti, e lei non aveva più niente e nessuno a cui aggrapparsi. No, non andava per niente bene così. Una parte di lui voleva che Theodora vivesse la vita che aveva sempre meritato, magari con qualcun altro al suo fianco, ma un'altra parte sosteneva che Theodora avrebbe ancora avuto bisogno della sua protezione, anche dopo la fine di quella fuga. James non sapeva a quale parte dare ascolto, ma sapeva che avrebbe dovuto scegliere, prima o poi. E la scelta non sarebbe stata affatto facile.

A chilometri di distanza, nemmeno Jo riusciva a dormire. Pensava a Theodora, al pericolo che stava correndo, forse proprio in quel preciso istante. James era un mostro, e lei lo sapeva bene. Theodora invece non ne sapeva niente, ed era più in pericolo di quanto credesse.
Jo non l'aveva sempre pensata in questo modo. Ripensò a quello che era successo anni prima, quando aveva circa venticinque anni. James era il ragazzo della sua amica Sophie, una ragazza con lunghi boccoli biondi e tutte le forme giuste al posto giusto, che Jo aveva sempre invidiato un po'. James e Sophie si conoscevano da tanto, ma ufficialmente stavano insieme da circa una settimana. A Jo piaceva James, ma voleva bene alla sua amica Sophie, e non avrebbe mai e poi mai desiderato che James la lasciasse per una come lei. Jo non si reputava una ragazza bellissima: a volte si vedeva carina, ma altre volte no, e non le piacevano quasi per niente i suoi lunghi capelli rossi. Nonostante tutto, però, James lasciò Sophie per mettersi con Jo. Contrariamente a quello che Jo si aspettava, Sophie non andò su tutte le furie: semplicemente, reagì come la volpe che, non arrivando all'uva, dice che è acerba; affrontò la fine di quella relazione convincendosi del fatto che James non fosse altro che un tipo immaturo con i lineamenti del viso leggermente asimmetrici, che non era in grado di riuscire ad avere una relazione seria con qualcuno. All'inizio, Jo non le credette, perché sembrava andare tutto bene, ma dopo alcuni mesi tutto cambiò.
Jo stava insieme a James da quasi un anno, e la ragazza stava già cominciando a pensare ad un possibile matrimonio, dato che nella loro relazione non c'era assolutamente niente che non andasse. Aveva passato intere settimane a pensare a come organizzare tutto, anche se, in realtà, non c'era nessun matrimonio in programma. Jo aveva deciso di prendere l'iniziativa e di chiederlo lei stessa a James, durante la cena romantica che aveva organizzato apposta per l'occasione, in uno dei ristoranti più eleganti della città. Jo era emozionatissima, ma anche un po' imbarazzata dalla situazione. Stava per proporre a James di compiere un passo importantissimo nella loro relazione, e sperava che tutto andasse nel migliore dei modi. Alla fine, riuscì a fare quella fatidica domanda a James, ma la risposta dell'uomo non fu esattamente quella che Jo si aspettava.
«Mi dispiace,» le rispose James. «Mi dispiace veramente tanto, Josephine...»
Di solito, Jo non si faceva mai chiamare con il suo nome completo, perché non le piaceva molto, ma le piaceva invece quando era James a chiamarla così. In quel momento, però, essere chiamata in quel modo era l'ultima cosa che voleva.
«Non so come dirtelo senza ferirti, Josephine,» continuò James. «Ma io non ti amo. Il mio cuore appartiene ad un'altra ragazza. Speravo che almeno tu mi facessi dimenticare quello che provo per lei, ma non è successo. Non puoi capire quanto mi dispiaccia dirti questo, proprio in questo momento...»
Quello fu l'esatto momento in cui il cuore innocente di Jo si spezzò irrimediabilmente. Non aveva mai sofferto così tanto, e giurò a sé stessa che non avrebbe mai più sofferto in questo modo per un altro ragazzo, chiunque egli fosse stato. Da quel momento iniziò ad odiare James McDowell come non mai, e sperò di non doverlo incontrare mai più... Almeno, fino a quel momento, fino a quando non aveva scoperto che la sua amica Theodora era stata rapita proprio da lui... O meglio, gli era stata affidata dal padre di Theodora, ma in realtà era come se la ragazza fosse stata rapita. Forse non avrebbe mai più rivisto Theodora, o forse l'avrebbe incontrata di nuovo, magari distrutta psicologicamente a causa di James, o chissà in quali condizioni... Forse non sembrava, ma Jo teneva veramente tanto alla sua amica, e ogni giorno pregava che stesse bene, che non le succedesse niente di brutto. Sperava che prima o poi sarebbe tornata a casa, sana e salva, e che quell'assurda fuga sarebbe finita; sperava che Theodora avrebbe tolto Harold Storm da quella posizione di potere, e che lei avrebbe preso il suo posto, come avrebbe voluto Arthur Smith. Jo sperava che quel giorno fosse più vicino di quanto pensasse: voleva solo che finisse tutto quanto, e che tornassero la pace e la tranquillità.

On The Run - In fugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora