Un nuovo inizio

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Primo giorno della mia nuova vita. Dio no. Detto così sembra addirittura bello, ma non lo è. Almeno non per me.

Ero in macchina che ascoltavo Still Waithing dei Sum 41, mentre mi dirigevo verso scuola. Ero ancora scosso dalla discussione con i miei che avevo avuto meno di un mese fa, dove avevano deciso di portarmi via dalla mia cittá come uno dei loro preziosi moboli, e trasferirmi dall'altra parte del paese.

Picchiettavo le dita sul voltante a tempo di musica, mentre mi venivano sempre più insulti rivolti ai miei.

<Mi stai dicendo che i tuoi non sono ne famosi ne miliardari?> Era la quarta volta che le divevo di no e che mia madre era una professoressa di lettere e mio padre organizzava eventi. Mentre glie lo ripetevo, sembrò afferrare la cosa, evidentemente le troppe tinte bionde ai capelli le avevano bruciato le cellulle di cognizione del cervello. Arricciò il suo naso, come se fossi un cane randagio e mi guardò con sufficenza.

<Ti lascio in segreteria, lì ti daranno l'orario delle lezioni. Io devo andare. Allora, mmh, vai verso le scale, sali fino al secondo piano, vai dritto terza porta a sinistra.>

Troppe informazioni, me ne sarei sicuramente scordato.

<Grazie.> dissi mentre guardavo distrattamente in giro.

<Ah! Signor Tomlinson è arrivato. Pensavo che non venisse più>

<Si, em, diciamo che mi ero perso> risposi alla signora dietro quella che sembrava un tavolo per dodici persone bianco.

Stavo facendo uso di tutto il mio autocontrollo per non scoppiare a riderle in faccia. Aveva un ridicolo completo rossa shocking. Feci un respiro profondo e cercai di sfoggiare un minimo di sorriso.

<Beh. Cosa fai lì sulla soglia della porta? Non tutto il tempo del mondo, capito? Eccoti qua il tuo orario, vedi arrivare in orario a tutte le lezioni, siamo molto severi su questo. Adesso hai...Ah Lettere. Vai al primo piano, la quarta porta a destra, capito? Ehi! Sto parlando con te, capito?>

Ero basito, sbiancato e per poco non sboccavo. Come si possono fare cosi tante domande in una sola frase? Mi aveva detto che avevo Lettere. Potevo farcela. Dovevo. Al massimo potevo chiudermi nei bagni aspettando la fine della giornata scolastica. Mi accorsi che la segretaria rosa shocking mi stava fissando, in attesa di una risposta.

< Oh si, la stavo ascoltando. Vado. Arrivederci.> Presi l'orario delle lezioni che aveva appoggiato sulla scrivania, e uscì.

< Le sembra normale arrivare a quest'ora? Lei è...?>

Ero appena entrato in classe, bussando educatamente, mettendo uno dei miei migliori finti sorrisi da 'si io amo la scuola ovvio'. Tutti mi fissavano come se fossi una vecchia scarpa. Avrei voluto urlare ' ma che minchia mi guardate a fare? Non aveva mai visto un essere vivete?'.

< Sono Louis Tomlinson, uhm, sono nuovo.>

Mi guardò per un attimo, poi il suo sguardo si addolci, ma di poco. < Ah, Tomlinson. Vada a sedersi, la prossima volta che arriva in ritardo non avrá scuse, sono stato chiaro?>

<Cristallino, come l'acqua.>

Mi guardò male. E mi fece un cenno con la testa per farmi capire che avrei dovuto sedermi.

Terza fila, banco vicino alla finestra. Qualcuno mi amava. Tirai fuori dalla borsa a tracolla un quadernetto e una matita, e iniziai a prende appunti distattamente.

Toxic [Zourry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora