Fiocchetti.

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*Point of view of Louis*

Mi ricordo quando andavo dalla psicologa, dopo il mio tentato suicidio. Mi ricordo che ero arrabbiato, perché sapevo di non meritarmi un trattamento del genere. Non me lo meritavo. Mi ricordo che ero seduto sul comodo lettino, con i gomiti poggiati sulle ginocchia e lo sguardo rivolto alle mie scarpe. In quella posizione notavo le cicatrici sui miei polsi, lucide, quasi biancastre. E in quel momento i chiesi come avessi fatto a ridurmi in quello stato. Poi entrò la psicologa, che come al solito educata mi saluto, e io feci scena muta. Quel pomeriggio la dottoressa mi fece una domanda, ce mi lasciò sorpreso. Cosa hai fatto? Io rimasi basito, lei sapeva benissimo perché ero lì, e glie lo dissi. Ma le aggiunse, cosa hai fatto per meritarti tutto questo?

Ero a casa quando mi arrivò il messaggio di Zayn. Sabato ci sarebbe stata una festa e io ci sarei andato. Sarebbe stata come una specie di iniziazione, credo. Ero steso sul divano, a pensare. Come sarebbe stata la festa? Avrei fatto una cagata delle mie? Mille domande e nessuna certezza. Guardai l’ora, le sei di sera. Ed ero a casa da solo, il che era strano, ma non troppo. Mia madre era riuscita a ritrovare lavoro in tempo record, un mito quella donna. Non sapevo cosa facesse o dove lavorasse, ma lei aveva detto che era pagata bene e aveva orari flessibili, così da riuscire ad andare a prendere a scuola le gemelle. La suoneria del cellulare mi fece saltare in aria, cavolo. Lo presi e risposi.

-Pronto? -

-Amore, sono la mamma. - ripose la voce dall’altra parte del telefono.

-Oh, ciao mamma. -

-Lou devi venire a prendere le gemelle, stasera lavoro fino a tardi, e non ho proprio tempo di riportarle a casa. - la voce della donna era supplicante ma non avrebbe accettato un no come risposta.

-Okay ma’. Dimmi l’indirizzo. –

-Ecco amore, faccio prima a spiegarti dov’è. Hai presente la zona residenziale? Ecco in fondo alla via c’è quella villetta bianca, con le finiture nere, molto carina…- Ed ecco come si perdeva nei dettagli, e dopo una decina di minuti dove mi aveva pure descritto come fossero i cespugli, decise di farmi la fatidica domanda.

-Hai capito?  -

-Si, un quarto d’ora e sono lì. Ciao ma’. – E chiusi la chiamata.

Con la lentezza di un ghiro andai a vestirmi. Notando che i vestiti comprarti meno di un mese prima mi stavano già larghi. Sbuffai. Mi misi la giacca, presi le chiavi della macchina e uscii.

Il viaggio duro meno del previsto. E la villetta si era rilevata una stra-mega villa per ricchi. E la domanda sorgeva spontanea. Che lavoro faceva mia madre lì? Dopo aver posteggiato l’auto nell’immenso vialetto, mi avviai verso l’uscio di casa. Suonai il campanello e attesi. Mi venne immediatamente ad aprire mia madre, vestita in tutta tiro come una donna delle pulizie.

-Ciao Louis, entra. – Mi accolse tutta gioiosa.

-Ciao ma', tutto bene?- Chiesi a mia madre.

-Oh si amore, grazie per essere venuto, è che stasera i signori Styles hanno una cena.- Disse, come per scusarsi di avermi fatto venire a prendere le gemelle. Le gemelle.

-Ah Lou se cerchi le gemelle sono con il figlio dei signori Styles, sali le scale, dovrebbero essere nella prima camera sulla destra.- Disse prima di sparire.

Sono in una casa che non conosco. Fantastico. A cercare le gemelle che stanno insieme a uno sconosciuto. Meraviglioso. Salgo le scale. E mi ritrovo un corridoio abbstanza spazioso, guardo la porta della camera in cui sarei dovuto andare e sento delle voci. Le gemelle che ridono, e un altra voce. Decido di entrare, e mi trovo davanti Harry con i capelli pieni di fiocchetti rosa, e Daisy e Phoebe a ridacchiare. Appena si accorgono di me, le gemelle mi vengono ad abbracciare.

-Come stanno le mie scimmiette?- Dico teneramento. Loro sorridono e dicono un 'bene!'  all'unisono. Poco dopo mi giro verso Harry che davanti ad uno specchio cerca di togliersi tutti i fiochetti dalla testa. Vendendolo in difficoltá, decido di aiutarlo.

-Aspetta Harry, ti do' una mano, o rischierai di strapparti i capelli. - dico ridacchiando leggermente.

Lui non ne sembra convinto, ma evidentemente l'immagine di lui senza capelli gli passa per il cervello e con occhi supplicanti mi dice leggermente imbarazzanto.

-Si, ti prego. Toglimeli.-

Mi avvio verso di lui, e lo faccio sedere sul letto. Mi guardo intorno e mi accorgo che deve essere proprio camera sua. Ma è molto ordinata.

-Non sembra camera tua.- mi lascio sfuggire sovrappensiero mentre tolgo l'ennesimo fiocchetto dai suo capelli, fottutamente morbidi.

-Me lo dicono in molti, dicono che è troppo ordinata, di solito ci si aspetta una camera in cui è passato un uragano, ma mi piace l'ordine.- Amette sorridendo.

No. E dai no. Le fossette no. Sorrido anche io. E tolgo l'ultimo fiocchetto. Mi allontano e faccio cenno con la mano di guardarsi allo specchio e pare sollevato.

-Grazie Louis, vi fermate a cena?- Chiede.

-No, sono venuto qui per portare a casa le gemelle.- Dico, sentendomi colpevole.

-Ve ne andate? Vi prego fatemi venire a mangiare con voi. Stasera mia c'è una cena con i colleghi di lavoro mio padre non voglio esserci.- Da come lo dice sembra disperato, addirittura spaventato.

-Certo, non credo sia un problema.- Dico. Spero gli vada bene la pizza surgelata, è l'unica cosa che abbiamo in casa per stasera. Penso preoccupato. Prendo per mano le gemelle, che nel frattempo erano rimaste a giocare per conto loro e torniamo al piano di sotto. Mia madre ricompare magicamente, e saluta amorevolmente le gemelle.

-Ah, ma' stasera Harry rimane a mangiare a casa da noi. Poi lo riporto qui, dopo aver messo a letto le gemelle. Okay?- avverto mia madre, come se fosse una cosa normale. Lei è piuttosto basita, e si gira verso Harry.

-Ma Harry, che dico ai tuoi genitori? Loro ti aspettano per cena. Dico loro semplicemente che te ne sei andato a mangiare con Lou?- Sembra quasi preoccupata. Evidentemente non sa come gestire la situazione. Ma Harry sembra abbastanza calmo.

-Jay, stai tranquilla. Dì loro che sono uscito con Niall, loro sanno chi è. Non mettere in mezzo Louis. Grazie. Ciao, a dopo.-  Si avvicina e le schiocca un bacio sulla guancia. Io la saluto un ultima volta con la mano e usciamo, dirigendoci verso l'auto. Sará una serata particolarmente strana.

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LO SO, LO SO!

Sono in maga galattico ritardo! Ma ho proprio poco tempo per scrivere e ho tanta roba da studiare.

Ho scritto questo capitolo velocemente e male. Se fa schifo ditemelo pure, perchè so che è così.

Cercherò di aggiornare il prima possibile. Ve se ama.

Ps. Il capitolo deve almeno raggingere le 10 ★ e cinque commenti.

-Bye ♥♡♥♡

Toxic [Zourry]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora