Appena si era svegliato Leonardo aveva chiamato il suo avvocato dicendogli di andare dal commissario Lorenzi. A grandi linee gli spiegò quello che Ida voleva fare per lui. Pandolfi, dopo un primo momento di stupore, fu decisamente contento, quella testimonianza avrebbe sicuramente fatto comodo in tribunale e lui sapeva che più frecce sarebbe riuscito a scagliare dal suo arco più probabilità di riuscire a fare centro avevano. Leonardo però, anche dopo quella telefonata, continuava a sentirsi confuso e preoccupato. Stava bevendo un caffè seduto in cucina. La moka sul fuoco spento era ancora calda, e la piccola cucina era piena della fragranza tipica di chicchi appena tostati. Non aveva dormito bene, la telefonata con Ida e la lunga chiacchierata con lei, avevano lasciato in lui molti dubbi e molti pensieri. Aveva cercato di concentrare la mente sui volti che incontrava nei suoi viaggi da pendolare, almeno quelli che ricordava, quelli che aveva visto più spesso in quei mesi. Cercava qualcosa di strano o di particolare in ognuno di loro, ma niente sembrava fuori luogo. Si stava convincendo che il killer prendeva il suo stesso treno e questo in parte lo turbava. Non poteva definire quello che sentiva come paura vera e propria, ma sicuramente era preoccupato che quell'ipotesi fosse reale. Ma indipendentemente da quello che provava, decise che avrebbe tenuto gli occhi aperti tutte le volte che sarebbe salito su quel treno. Avrebbe fatto qualunque cosa per portare a casa Isabella.
***
Leonardo aveva ragione, sospirò Ida, entrando nel suo ufficio e chiudendo la porta. Il sole splendeva attraverso i vetri della grande finestra che illuminava la stanza, aveva appena parlato con Manfredi e dalle informazioni in suo possesso aveva scoperto che Giulia prendeva lo stesso treno di Federica e Isabella, questa non poteva essere una coincidenza. Le tre ragazze non avevano nulla in comune tranne quel treno che percorreva quella linea. Ida si accomodò sulla poltrona, con ancora una piccola scia di angoscia che quel sogno le aveva lasciato dentro e chiamò immediatamente il suo vice per comunicargli quello che aveva scoperto. Si era accordata con Manfredi su come muoversi, il loro intento principale rimaneva ritrovare Isabella, mentre lui e la sua squadra cercavano quello psicopatico, ma avrebbero lavorato in sincronia scambiandosi le informazioni. In fin dei conti sembrava purtroppo che il caso fosse unico anche se il corpo di Isabella non era ancora stato ritrovato. Quella scoperta che Leonardo con intuito aveva fatto fece balenare nella mente di Ida un'idea su come proseguire le indagini e per questo aveva chiamato Vincenzo. Guardò la notifica del cellulare che lampeggiava, era sua sorella Carla che le ricordava che oggi doveva andare a trovare suo padre. Che tempismo, sempre nei momenti migliori Carla si faceva sentire. Vincenzo bussò.
«Avanti»
L'uomo entrò con in mano due bicchierini di caffè «mi hai fatto chiamare?» posandone uno sulla sua scrivania di fronte a lei.
Ida lo guardò stupita «questo?» indicando il bicchierino
Vincenzo sorrise «si chiama caffè» prendendola leggermente in giro «ero alla macchinetta quando hai chiamato e ho pensato che ne volessi uno» sedendosi di fronte a lei
Rise «ora mi leggi anche nella mente» affermò afferrando il bicchiere «grazie» Vincenzo era davvero un caro amico «così rischi di viziarmi?»
«Non sarò sexy come te come segretaria ma faccio bene il mio mestiere» sorridendo
«Ancora con il mio aspetto fisico, ma quando la smettete voi uomini di giudicare una persona per la sua bellezza? E poi non è che io sia chissà che, ce ne sono di donne più belle di me»
«Commissario credo che tu non sia in grado di guardarti allo specchio se dici questo» sorridendo «ma lasciamo stare l'argomento la mia voleva essere solo una battuta» sospirò «dimmi» riportando la discussione su un piano professionale
«Ho parlato con Manfredi, credo che la tua intuizione su Isabella sia purtroppo giusta»
«Lui che ha detto?»
«Abbiamo deciso di scambiarci le informazioni in modo da avere un quadro della situazione completo»
«Giusto»
«Sembrerebbe che l'unico punto in comune che hanno le tre ragazze oltre al fatto di essere giovani e belle, sia il treno che prendevano quotidianamente per spostarsi»
Vincenzo si sistemò sulla sedia avvicinandosi alla scrivania. Ida aveva catturato la sua attenzione «allo stesso orario?» chiese
«Non sempre, ma questo non preclude la possibilità che lo abbiano preso insieme qualche volta e poi il killer potrebbe fare quella linea a orari diversi»
«Giusto» asserì l'uomo
Lei continuò «pensavo di mandare qualcuno dei ragazzi in borghese su quella linea per qualche giorno, giusto per vedere se notano qualcosa di strano»
«Organizzo una squadra» affermò deciso apprezzando l'idea
«Un'altra cosa, nel pomeriggio dovrò assentarmi per qualche ora, vado in clinica da mio padre, ma se succede qualcosa chiamami immediatamente»
«Sarà fatto, a proposito come sta?»
Ida lo guardò sentendo già l'angoscia crescere dentro di lei per la visita che avrebbe dovuto fargli «come sempre»
Lui asserì silenziosamente, aveva capito che Ida non amava parlare di lui «va bene» alzandosi per uscire dalla stanza
«Tra poco dovrebbe arrivare l'avvocato Antonio Pandolfi. Appena arriva fallo passare» tagliò corto Ida
«Agli ordini commissario» avviandosi alla porta
«E grazie per il caffè» continuò lei guardando il bicchierino di carta mentre lui usciva dalla stanza.
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L'ULTIMO TRENO DELLA NOTTE
Mystery / ThrillerIl corpo curato di una giovane donna, trovata morta su un letto ordinato e pulito, è l'inizio di una serie di strane scomparse che all'apparenza sembrano coincidenze. Ma non lo sono, sono in realtà il folle disegno di un serial killer che scorre lun...