Capitolo 8

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La mattina seguente mi svegliai più intontita del solito.

Avevo un forte cerchio alla testa causato forse da tutte quelle forti emozioni, stress e troppi pianti della serata precedente. Forse? No, sicuramente era per quello.

Cercai di mettermi seduta sul letto ma per il movimento veloce che feci ebbi un forte giramento alla testa che la vista quasi si offuscò. Dovetti rimanere un momento ferma per riprendermi e poi alzarmi per andare in bagno a darmi una lavata in viso. E come mi trovai davanti allo specchio mi misi ad osservare il mio riflesso.

<< Mamma mia come sono conciata >>. Avevo gli occhi rossi e gonfi per il troppo piangere e con il mascara e il trucco rovinato su quasi tutta la faccia sembravo uno zombie... per non parlare dei capelli tutti scompigliati e del fatto che avevo ancora addosso i vestiti della sera prima.

E il cerchio alla testa tornò a farsi sentire; dovevo prendere assolutamente qualcosa se no quella morsa non mi avrebbe lasciato in pace tanto in fretta.

Scesi le scale per andare in cucina e mettere qualcosa sotto i denti; non ne avevo molta voglia ma dovevo per rimanere in piedi e in forze.

"Buongior... ma come sei conciata Ale?".

Mia madre accorse verso di me come mi vide in cucina e preoccupata mi mise la mano sulla fronte.

"Stai scottando! Devi riposarti" mi raccomandò.

Così dopo aver addentato quello che rimaneva della brioches tornai a letto e come misi la mano sulla fronte sentii che era calda. Controllai con il termometro la mia temperatura e con rammarico notai che avevo...

"Febbre" sospirai.

"Mi mancava solo questo" brontolai mentre mi accucciai un po' sotto le coperte coprendomi per godere del loro calore ancora un po' per poi scoprirmi. Mi girai nel letto e il mio sguardo cadde sul comodino e sul copione che stava lì come a fissarmi.

"Magari...".

Presi in mano i fogli e cominciai a leggerli di nuovo, studiare in quel momento mi sembrava l'unica cosa da poter fare per passare il tempo e così feci anche se alla fine mi risultò difficile. Rilessi il copione per ripeterlo fino a quando mi bloccai con lo sguardo su un foglio ma non uno qualsiasi... ma quello della canzone e a quella vista mi incupii.

...A quale stella a Dio

devo il suo sguardo d'amore?...

Così all'improvviso l'immagine di me e Gianluca che cantiamo assieme tornò ancora nella mia mente e rivissi ancora quel bacio ma quel ricordo venne rimpiazzato in un batter d'occhio dal bacio di Gian con quella biondina... e le lacrime scesero di nuovo sulle mie guance; era troppo per me, era troppo doloroso per me ricordarlo.

"Basta!" urlai mentre scaraventai via il copione che andò a sparpagliarsi sul pavimento.

"Basta!" gridai di nuovo mentre mi raggomitolai su me stessa. "Basta pensare a lui basta! Lui ha solo giocato con te, lui non ha mai provato nulla e non prova e non proverà mai nulla per te. Pensare e soffrire per lui è solo tempo perso Ale, smettila; è inutile piangersi addosso ancora perché quella che ci rimette e soffre sei solo tu. Dimenticalo".

Mi sfogai con me stessa ma a dirmi di dimenticarlo non mi faceva stare meglio, anzi tutto il contrario. Dimenticarlo? Come potevo dimenticare tutto quello che avevamo passato insieme, dimenticare quello che provavo per Gianluca e dimenticare lui e andare avanti come se nulla fosse successo? Non ce la facevo e anche se avessi voluto non ne sarei stata capace, più mi dicevo di scordarlo più lui mi tartassava; era come se Gianluca fosse diventato per me una droga dannosa alla quale però non potevo farne a meno.

Ho trovato te || Gianluca GinobleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora