Parte 1

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Sotto le coperte, al caldo, ti raggomitoli abbracciando il cuscino. Riesci perfettamente ad osservare fuori dalla finestra, ma questa sera non c'è la luna e la luce delle stelle che intravedi non basta per rischiarare la notte.
Il buio ti ha sempre spinta a ragionare, a diventare un po' più filosofa, come scherzava sempre tua nonna.
E così inizi a riflettere. Non in modo superficiale, come la maggior parte delle volte. Rifletti su te stessa, vai più a fondo, cerchi di scoprire cose che ancora non sai per conoscerti meglio. Il tuo obiettivo è sviscerare e analizzare te stessa, capire come ti senti realmente, cosa sono quella mancanza e quel vuoto dentro di te.
Parti dalle cose semplici. La famiglia. Su questo sai già tutto: con tuo fratello sei libera di lamentarti di qualsiasi cosa, sclerare per ogni serie TV, film o libro, raccontare le peggio cazzate e dire tutte le parolacce che vuoi, ma non potrai mai affrontare argomenti profondi; a tua madre sai di poter dire tutto, ma al tempo stesso senti di non poterlo fare e sei consapevole che sono due cose ben diverse, eppure sorvoli su questo punto perché sai già che tanto non ti aprirai con lei; infine, tuo padre, talmente rompipalle, ironico e ipocrita che sai ti giudicherà per qualunque cosa tu dica o faccia e quindi non ti sentirai mai a tuo agio a esprimere come ti senti con lui.
No, sicuramente la tua famiglia non è una di quelle famiglie perfette dei film. A volte ti dispiace, ma alla fine è pur sempre la tua famiglia. Per quanto ci siano momenti in cui desideri non farne parte, o che almeno tuo padre non ne faccia parte, sai di non pensarlo davvero.
L'unica persona a cui sei sicura avresti detto ogni cosa era tua nonna, la donna migliore che tu avessi conosciuto. Ma non hai mai avuto la possibilità di raccontarle i tuoi traguardi e le tue sconfitte. Quando si è ammalata e non parlava più, non si muoveva più, non apriva più gli occhi, tu non hai trovato la forza di continuare a parlarle sperando che ti potesse sentire. Non avevi neanche la forza di guardarla senza piangere. Quante le lacrime versate in silenzio nel cuore della notte, tanto durante la sua malattia quanto dopo che se ne andò! E ora ogni volta che ci ripensi, accanto al dolore c'è la vergogna di non essere riuscita a dirle addio.
Sentendo gli occhi umidi, cambi argomento e passi agli amici. I compagni di classe ti accettano e apprezzano per come sei. Sei libera di poter parlare di qualsiasi cosa senza essere giudicata. Certo, magari ti prenderanno in giro, ma lo faranno con affetto. Lo fanno con tutti. Affrontate gli argomenti più svariati, sia in modo serio sia ridendo. Vi supportate a vicenda, vi disperate insieme.
La persona più importante di tutte, però, è la tua migliore amica. Colei che è sempre stata gelosa di te, prima ancora che tu ti rendessi conto di quanto le volessi bene. Quella persona che ti è sempre stata accanto, che era con te nei momenti peggiori e in quelli migliori. In classe insieme dall'asilo, solo in seconda media siete diventate migliori amiche, e in terza tu avevi paura che il liceo vi avrebbe divise. E invece, nonostante le due scuole diverse, siete più legate che mai e ora vorresti solo andare all'università per poter condividere un appartamento con lei. Con lei che ci sarà sempre per te e tu ci sarai sempre per lei. Lei che sa capirti con uno sguardo, che in silenzio aspetta i tuoi "ti voglio bene" e i tuoi abbracci come se fossero il tesoro più prezioso del mondo perché sa che tu quei gesti e quelle parole non le regali, come fanno molti, ma aspetti la persona giusta e anche allora per te non è facile esprimere quell'affetto. Ma entrambe sapete che andreste fino in capo al mondo insieme.
Infine, forse l'argomento più delicato, è l'amore. Ci pensi, solo qualche secondo, e inizi a piangere. Calde lacrime che ti rigano le guance e bagnano il cuscino. I tuoi parenti ogni volta ti chiedono del fidanzato, il moroso come dicono loro, le tue amiche raccontano delle loro relazioni e chi non ne ha una ad ogni festa trova uno o due ragazzi a cui piace e che si limona senza problemi.
Poi ci sei tu. Diciassette anni, una cotta sola, nessun ragazzo. Nessun bacio. Nessuno che ti abbia mai detto che gli piaci. Forse è proprio questo il problema. Intorno a te, tutti sono felici e innamorati o sessualmente attivi, tu invece non sai neanche come ci si senta. Anzi, lo sai. Lo hai letto nei libri. Ma vuoi provarlo per davvero, essere sopraffatta da quell'emozione. Nessuno sembra però interessato a te.
Sarà forse colpa tua? Non ti apri con le persone. Sei timida, insicura, preferisci la compagnia dei libri a quella della gente. Non ti piace andare alle feste con la musica a palla che ti fa diventare sorda. Non ti piace restare fuori fino alle due di notte. Non ti piace bere, se non un sorso di birra ogni tanto. Non sei mai andata in discoteca. Pensandoci, i tuoi amici non te l'hanno mai neanche proposto quando organizzavano una serata del genere. Probabilmente sapevano che avresti rifiutato.
Hai paura di rimanere sola, di tornare dal lavoro la sera e trovare la casa vuota, i gatti come unica consolazione. Senti il bisogno di amare, di essere amata. In questo momento vorresti solo qualcuno che ti abbracci, ti lasci un bacio sulla fronte e ti sussurri all'orecchio «non piangere piccola, io non vado da nessuno parte.»
Continui a sperare, ma ogni volta che ci pensi il vuoto dentro di te si allarga. Sai di avere ancora tutta la vita davanti a te, ma in questo momento non ti sembra possibile svegliarti domani mattina.
Stringi più forte il cuscino e tiri su con il naso, pensando che forse dovresti cambiare, che è il tuo aspetto ciò che non va bene. Sei convinta che l'amore a prima vista non esista e che le persone bisogna conoscerle, ma quante sono le persone che, potendo scegliere, sceglierebbero te? Poche, pochissime.
Sai di avere qualche chilo di troppo e di dover perdere peso, ma sai anche di non averne la forza. Non sei capace di metterti lì e fare esercizi ogni giorno o iniziare una dieta. O meglio, ne sei capace, sì, ma dopo una settimana non resisti più. Quante volte ci hai già provato? Tre, forse quattro?
Sai che magari un po' di trucco potrebbe aiutare, ma non ti piace riempirti la faccia di prodotti e apparire diversa da ciò che sei.
Ti rendi conto di non essere e avere ciò che vorresti. Realizzi che la tua timidezza è data dalla paura di essere ferita. Hai solo diciassette anni, ma di amiche false ne hai avute tante. Amiche che ti promettevano tanto e di cui ti fidavi completamente, ma che poi hanno smesso di parlarti e ora si girano dall'altra parte quando vi incrociate per strada.
Certe volte ti chiedi come sarà la tua vita, come sarai tra dieci, venti, trent'anni. Sogni una casa tua, un lavoro che ti piace, un marito, dei figli. L'attimo dopo, quell'immagine felice nella tua mente si dissolve e rimani solo tu, con il cuscino stretto tra le braccia e le lacrime sulle guance. Un vuoto enorme nel petto.


Tutto ciò è stato scritto la scorsa notte. Non riuscivo a dormire, così ho preso carta e penna e ho iniziato a scrivere. È uscito questo. L'ho riletto solo per accertarmi che la grammatica fosse giusta, perché ho seguito il flusso dei miei pensieri perciò ho deciso di lasciare la sintassi così com'è, anche se può non essere perfetta.
Non so se sperare che nessuno si riveda in ciò che ho scritto o che qualcuno lo faccia, perché non è una bella sensazione ma è bello sapere che ci sono persone che si rispecchiano in quello che io ho scritto.
Detto questo, spero vi sia piaciuto e si va fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate!

Il vuoto dentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora