Capitolo 1

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OGGI

"Allora, già deciso cosa farai?"

Alessia ormai era abituata a sentirsi fare questa domanda, anche se ancora la infastidiva. Tranne quando gliela poneva Giulia. Non se lo sapeva spiegare, ma la voce di Giulia aveva un effetto calmante, anche quando si parlava di argomenti non proprio piacevoli. Ormai era passata più di una settimana dalla sua laurea, e Alessia aveva iniziato ad accorgersi che le mancava un po' la vita universitaria. Anche se, ora, poteva riprendere a fare quello che più le piaceva: scrivere.

"Non so, pensavo per ora aprire un blog, e di dedicarlo all'analisi dei casi più eclatanti della nostra epoca" disse Alessia

"... Perché il tuo studio e lavoro devono sempre avere un'aria macabra?"

"Guarda che non c'è niente di macabro nel parlare di cronaca nera"

"Se lo dici tu..."

Mentre parlavano, Alessia aveva iniziato ad osservare quella che era stata per due anni la sua casa. Un piccolo loft, un monolocale, che aveva comprato e ristrutturato insieme all'aiuto dei suoi genitori. Era su due piani: il piano terra, un grande open space, che ospitava il soggiorno, la cucina a vista, la camera da pranzo e lo studio, mentre il primo piano era un soppalco che ospitava la camera da letto a vista e il bagno. Ogni minima cosa in quella casa la faceva sentire bene, a suo agio. Ma c'era un luogo specifico di quella casa a cui si sentiva incredibilmente legata: lo studio. Quel piccolo angolo che aveva ritagliato per sé. Era il punto della stanza che aveva usato di più: prima degli esami, quando rimaneva le notti a studiare addormentandosi molto spesso sul pianale della scrivania con il libro come cuscino, o quando si dedicava a scrivere articoli, la sua più grande passione. Ultimamente non ne era stata contattata per la pubblicazione; non diede molta importanza alla cosa. Tra lo studio e gli impegni familiari, non era riuscita ritagliare un angolo di tempo per scrivere e pubblicare qualcosa riguardo gli ultimi avvenimenti di cronaca.

"Sai, mi dispiacerebbe molto dovermi trasferire" disse Alessia.

"Perché?" chiese Giulia, perplessa, "Non è di tua proprietà la casa?"

"Sì, lo è. È solo che soltanto ora mi accorgo di quanto mi ci sono legata"

"Mi verrebbe da dire che è stato amore a prima vista"

"Infatti è stato così"

Giulia rimase per un attimo silenziosa, perplessa dalla risposta che Alessia le aveva dato. "Aspetta, ma tu, quella casa, non avevi detto che la odiavi?"

"I primi giorni era così, ma poi qualcosa è cambiato. Sai, ricordo ancora bene quando l'ho vista per la prima volta..."

Eravamo appena arrivati nel quartiere di Camporomano. Avevamo preso un appuntamento con un'agente immobiliare per le 11.00, ma come al solito papà, con il suo classico "E se poi troviamo traffico?", ha deciso di voler arrivare lì per le 10.45. Non so perché ma quella mattina avevo più fame del solito, forse a causa del grande cambiamento. Sai, cambiare casa, andare a vivere da soli... Avevo notato un piccolo bar lì vicino, non molto lontano da dove avevamo parcheggiato. "Ma', vado un attimo a quel bar; non so come ma mi è rivenuta un po' di fame".

"D'accordo, ma cerca di non svaligiarlo, ok?" mi rispose lei.

"Gentilissima come al solito... 5 minuti e torno!" e mi avviai. Distava meno di 100 metri da dove avevamo parcheggiato. Era il classico bar, come lo definisco io, da paesino: i vecchietti, seduti intorno ad un tavolo, a giocare a tresette; il vociare, fragoroso ma non disturbante, e le classiche tematiche da bar: commenti sulle partite di calcio, pettegolezzi, cose del genere. Stranamente il bar non era pieno, come ci si aspetterebbe in quell'orario.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 22, 2019 ⏰

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