-Si è svegliato il ragazzino- disse svogliatamente un giovane infermiere a Yoongi, mentre usciva dalla camera di Jimin. Il maggiore si alzò alla velocità della luce ed entrò. Il ragazzo dai capelli neri era seduto sul letto, era ormai mattina e guardava fuori dalla finestra.
-Ci conosciamo?- chiese al maggiore voltandosi.
-No. Piacere, Min Yoongi. Ieri sera ti ho accidentalmente colpito con la macchina mentre eri in bicicletta. Ho già sistemato l'assicurazione e le procedure con la polizia. Ma sei matto? Con quel diluvio non dovevi andare in bicicletta! Dove sono i tuoi genitori?-
-I miei genitori sono in Norvegia per un congresso. Se non fossi andato in bicicletta non avrei potuto tornare a casa.- rispose Jimin. -A proposito, cosa pensa di fare con la mia bicicletta? A casa mia gli autobus non passano ed è l'unico mezzo a mia disposizione...-
-Posso darti soldi per comprarne una nuova. Nel frattempo posso accompagnarti io dove devi andare. E non darmi del lei, non sono poi così vecchio-
-Quanti anni hai?-
-Trentasette. Tu?-
-Diciassette-
-O Signore, sei un bambino in pratica-
-E tu hai già speso un terzo della tua vita. Dammi il tuo numero, ti invio tutti i miei orari. Non azzardarti a fare tardi, ti giuro che ti spezzo le gambe-
-Ok ho capito. Vestiti, ti porto a casa- e detto questo, Yoongi uscì dalla stanza.Jimin arrossì appena l'uomo se ne andò. Era stupendo e aveva una gran voglia di baciarlo. Dio, era vergine e aveva voglia di andare a letto con un uomo appena conosciuto e venti anni più grande. Stava sicuramente andando fuori di testa. Si vestì infilandosi i jeans blu attillati, un maglione bianco largo e delle semplici scarpe da ginnastica. Cercò di sistemarsi i folti capelli corvini con le dita, ma era praticamente impossibile. Prese lo zaino e controllò che ci fosse tutto dentro: chiavi, portafoglio, telefono... lo schermo del cellulare era pieno di crepe, ma non gliene importava molto.
Yoongi si voltò quando sentì i passi del ragazzo. I jeans mettevano in evidenza le gambe magre e toniche, il maglione lasciava scoperte le clavicole sporgenti; Yoongi si leccò involontariamente le labbra.
-Andiamo- disse Jimin, superando l'uomo e camminando velocemente. Il maggiore guardò il sedere tondo del ragazzo e fece pensieri poco casti. "Yoongi, cazzo è un minorenne, ha diciassette anni, non puoi scopartelo. Ripigliati" pensó.
-Hey ragazzino aspettami!- quasi urlò il trentasettenne vedendo la testolina mora allontanarsi. Era magro, tuttavia i metri di corsa che aveva fatto per ragiungere Jimin lo avevano sfiancato.Uscirono dall'ospedale e il giovane tremò per il freddo. Yoongi lo notò, quindi si sfilò il cappotto nero e glielo mise sulle spalle; il più piccolo arrossì. Il maggiore premette sul telecomando dell'auto per aprirla, e una costosa macchina sportiva nuova di zecca lampeggiò. Jimin spalancò gli occhi:
-Questa è la tua macchina? Quanti soldi hai?- chiese.
-Un po'. Sali, ti porto a casa- rispose. Il ragazzo diede il suo indirizzo al più grande e partirono.
-Allora Yoongi... non hai una moglie? Figli?-
-Sono gay. Non gradisco particolarmente i bambini-
-Che lavoro fai?-
-Dirigo un'azienda... YM corporation, la conosci?-
-Stai scherzando? Sei tipo una celebrità! O mio Dio...-
-Che scuola fai?-
-Sono al penultimo anno di liceo. Dopo le superiori vorrei laurearmi per diventare un maestro delle elementari. Amo i bambini.-
-Anche tu sei un bambino-
-I bambini non fanno questo- disse Jimin, sporgendosi e baciando Yoongi, toccandogli il cavallo dei pantaloni. Erano ormai arrivati a destinazione così il minore disse: -A domani, signor Min- e scese dalla macchina.Yoongi era rimasto solo nella macchina, con una grande erezione della quale non si sarebbe potuto liberare prima di arrivare a casa e un bel ragazzino impertinente in mente.
-Che tipo...- sussurò sorridendo.
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People are staring (Yoonmin)
RandomCamminavano mano nella mano, le persone li fissavano, ed entrambi sapevano che non era dovuto al fatto che fossero entrambi maschi.