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Jimin era seduto sugli scalini di casa sua, aspettando che il signor Min arrivasse per portarlo a scuola, anche se non era più sicuro che si sarebbe presentato dopo ciò che era successo. Arrossì involontariamente al solo pensare a che diamine aveva fatto il giorno precedente, si voleva dare un pugno da solo e poi chiudersi in casa e non uscire mai più. Come gli era saltato in mente? Non si seppe dare una risposta. Yoongi era tremendamente bello, ma questo non giustificava le sue azioni avventate; poteva essere addirittura suo padre. Per non parlare poi del fatto che quello fosse il suo primo bacio. Cosa avrebbe raccontato ai suoi figli quando gli chiederanno a chi avesse dato il primo bacio? Di certo non poteva rispondere: "A un uomo quasi totalmente sconosciuto e più grande di vent'anni".

Si destò dai suoi pensieri quando sentì il rumore di una macchina fermarsi esattamente davanti casa sua. Alzò lo sguardo e vide, ovviamente, l'automobile sportiva del signor Min. Si alzò controvoglia e camminò fino ad essa, entrandoci con poca grazia.
-Buongiorno moccioso- disse Yoongi.
-Buongiorno vecchio decrepito- rispose Jimin.
-Hey, non sono un vecchio decrepito okay? Ho solo trentasette anni, non ottanta. Comunque, dobbiamo stabilire alcune regole-
-Tipo?-
-Tipo che non devi chiamarmi per cognome, ma sempre e solo Yoongi: mi fai sentire vecchio. Regola numero due: non devi mai più assolutamente baciarmi sulle labbra o toccarmi in modo erotico, non ho intenzione di finire in galera per colpa di un ragazzino in crisi ormonale. Regola numero tre: cerca sempre di assecondarmi, non sono obbligato ad accompagnarti ma lo sto facendo solo per pura gentilezza. A proposito, quando comprerai una nuova bici?-
-Non lo so... quando ne avrò voglia. Se ne avrò voglia-
-Faccio finta di non aver sentito. Dammi l'indirizzo della tua scuola-.

Il tragitto in macchina passò tranquillamente, Jimin parlò dei suoi genitori e di come non fossero mai a casa, Yoongi del suo lavoro e del fatto che non avesse una relazione romantica da circa dieci anni. Spiegò che tutti gli uomini e le donne che gli si avvicinavano erano attratti solo dal suo conto in banca e che ormai si accontentava di scopate occasionali.

Il maggiore non riusciva a non pensare al bacio del giorno precedente: gli era piaciuto, e si sentiva in colpa per questo. Non poteva assolutamente provare attrazione per un diciassettenne, era prima di tutto illegale, ma soprattutto immorale. Certo, l'amore non ha età, ma venti anni di differenza erano decisamente troppi.

Mancava ormai poco all'arrivo a destinazione, quando Jimin chiese di poter scendere.
-Come mai? Non vuoi più stare in macchina con me?- chiese incuriosito Yoongi.
-No, semplicemente non voglio che tutta la scuola pensi che io abbia uno sugar daddy o cose simili. Ci vediamo fra qualche ora- rispose il più basso. Detto questo aprì la portiera, ma prima di scendere scoccò un bacio sulla guancia del maggiore.
-Nelle regole hai bandito solo i baci sulle labbra, dovevi essere più specifico signor Min- disse Jimin, poi chiuse la portiera e camminò verso la sua scuola.

Yoongi non si mosse per almeno due minuti, era rimasto pietrificato per colpa delle azioni del minore. Da un lato voleva abbandonarlo a se stesso e fregarsene di come si sarebbe spostato in giro per la città, dall'altra aveva un'enorme voglia di conoscerlo meglio.

Jimin non si riconosceva più: non solo il giorno precedente lo aveva baciato (cosa di cui si era pentito), ma, preso da un colpo di coraggio inspiegabile, l'aveva rifatto. Era al tempo stesso eccitato e spaventato, stare con Yoongi era decisamente divertente.

People are staring (Yoonmin)Where stories live. Discover now