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Aiden diede l'ennesimo pugno al muro. Un mese. Un mese del cazzo. La ragazza non si era ripresentata. Voleva scusarsi. Aveva esagerato decisamente. Martina chissà da quanto non aveva qualcuno con cui stare, voleva solo divertirsi. Doveva essere più comprensivo. Non doveva trattarla così. Si sentiva in colpa. Voleva scusarsi, provare ad abbracciarla nonostante la consapevolezza di non poterlo fare. Voleva solo vederla ancora. Sentiva troppo la sua mancanza. Voleva provare a baciarla.
No, a che diavolo penso?! si chiese subito il rosato, bloccandosi. Voleva baciarla. Voleva stringerla a se. Voleva che stesse meglio.
«Merda...» sussurrò, prima di uscire velocemente dalla propria stanza.

Dopo tre giorni a spendere la propria paghetta in libri sui fantasmi, sugli spettri e su qualsiasi cosa si potesse collegare al sovrannaturale Aiden riuscì a trovare il modo di far tornare la ragazza. Si mise al centro della propria stanza e fece un profondo respiro.
«Martina»
Pensò alla ragazza.
«Martina»
Pensò alla sua voce.
«Martina»
Pensò ai suoi occhi verdi.
«Martina»
Pensò al suo ghigno divertito.
«Martina»
Pensò al suo sorriso che, cazzo, l'aveva steso.
La ragazza gli apparve davanti di colpo.
«Bravo, hai scoperto come chiamare uno spettro. Che vuoi?» borbottò lei, senza guardarlo.
«Mi dispiace. Mi dispiace tantissimo. Non dovevo dirti nulla di ciò che ho detto. Ho sbagliato, non dovevo reagire così. Non ho provato a capirti, cosa che avrei dovuto fare. Ma ti prego, non sparire più così. È stato un mese di merda, la tua presenza mi piace nonostante tutto e la voglia costante nella mia vita»
«...»
«...Marty...»
«Sei troppo sdolcinato, testa salmonata. Un "ti amo" mi bastava»
«Ti amo cazzo»
«Anch'io deficiente»

Innamorato di uno spettro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora