Voglio lasciare,
che senso ha continuare? Non sono più tranquillo (non che prima lo fossi..), l'ansia continua a divorarmi. Non sono bravo nello studio e neanche mi piace quello che faccio. Non voglio fare l'assistente sociale e poi a me delle persone non è mai fregato nulla.
Continuo ad andare all'università perché non riesco a non vedervi, a non vederti, vorrei che vi affezionaste almeno un decimo di quanto io sia affezionato a voi.
E poi ci sei tu, sempre fantastica, sempre fredda e distaccata; non riesco a smettere di vederti e non riesco a vederti di continuo. Io che quando ti vedo non vorrei fare altro che abbracciarti, senza dire alcuna parola.
Ho smesso di dormire (non che prima lo facessi molto) ma in questo caso è diverso, ora ci sei tu che impedisci il mio sonno.
Vorrei partire, andarmene il più lontano possibile e riniziare, ma non cambierebbe nulla, non imparo mai; ho già avuto numerose chance e le ho bruciate tutte. Questa volta sembrava diverso, andava discretamente bene, ci sono state varie difficoltà, ma ero ottimista. Non posso scordare l'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale, eravamo tutti così felici e lo eravamo insieme. Poi a gennaio, il mese dei primi esami all'università, li abbiamo fatti quasi tutti insieme, io e te, ma non abbiamo fatto solo quello. Interi giorni a chattare, i caffè presi con l'unico scopo di vederci...
Feci una sciocchezza, un errore, non era grave e non so se effettivamente te la sei presa ma da qui qualcosa è cambiato. Mi hai rassicurato che non è stato questo, allora cosa?
Siamo a metà aprile e alcune volte fai finta di non conoscermi e mi saluti solo per educazione.Ho seri dubbi che tutto ciò sia accaduto nella mia testa, che non sia mai successo nulla di sottinteso, c'è qualcosa che non va in me e forse te ne sei accorta.
Cosa c'è di sbagliato in me?
Perché indosso continuamente maschere in base alla situazione?
Perché a casa sono una persona, con il mio migliore amico un'altra, con loro un'altra e all'università un'altra ancora?
Ma chi sono veramente io? Quale di queste maschere rappresenta il vero me? Tutte? Nessuna?
Spesso credo, o spero, che il vero me sia quello che si trova a casa: ho pochi segreti da tenere, sono spigliato, attivo, non mi vergogno quasi di nulla, sono ironico, sarcastico, sono solare..
Perché non riesco ad esserlo anche fuori da quelle quattro mura?
Forse perché non sono veramente io quella persona?
Forse sono quel ragazzo taciturno che sta sempre sulle sue e a tratti fastidioso?Io recito, fa parte della mia natura e vorrei essere bravi a recitare a teatro e non nella vita, almeno sarei bravo in qualcosa di bello..
Invece no, continuo a recitare in cerca di attenzioni, di affetto. Ho un disperato bisogno d'affetto, lo sento spesso con le parole ma più di rado con i fatti.
È frustrante affermare di poter dare la vita ad una persona che magari conosco da qualche giorno o qualche settimana quando per loro non è così, ma è normale, lo capisco.
La colpa è mia, lo so. Sono io che mi affeziono subito e troppo e sono sempre io che faccio in modo che la gente non si affezioni.Io non ho problemi, sono il problema.
Non riesco a cambiare, devo mentire (mi vien così naturale), mi vergogno di quello che sono e di quello che faccio. Nascondo le mie passioni perché non rispecchiano quelle degli altri; è più facile dire "anche io" invece che dire la mia. Il mio subconscio mi fa mentire credendo di poter nascondere quel che sono ma in realtà non fa altro che metterlo in risalto, davanti a tutti.
Parlo di subconscio perché la maggior parte delle volte, sembrerà strano, non lo faccio di proposito, come se non comandassi la mia lingua.Non volevo farmi del male e invece me ne facevo più di tutti.
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Convivere
Short StoryRiviviamo la mia vita e le mie giornate tramite sfoghi e pensieri con i quali sono costretto a convivere.