1° Capitolo

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London, Soho.
25th August 2018, h 04:25 a.m



Tutto era iniziato una fantastica (mica tanto alla fine) sera d'estate.
Qualche bicchiere di troppo, una festa nel quartiere più chic di Londra e la mia amica ed io eravamo già ubriache marce.
"Alla nostra!" urlammo, prima di scolare l'ennesimo bicchierino.
Basta, quello era l'ultimo, me l'ero promessa.
Tutto andava per il verso giusto... non pensavo a nulla che mi mettesse di cattivo umore.
La mia compagnia era straordinaria e le risate erano contagiose.
Quella serata era iniziata con tutta l'intenzione di: 'bere per dimenticare'.
Vi starete chiedendo cosa? Oh, non voglio andare così indietro man mano però vi spiegherò per bene.
Un ex-fidanzato paranoico? C'è l'ho.
Una famiglia disastrosa? Anche.
L'unica nota positiva sembrava essere la mia più cara amica Desy.
Il mio unico raggio di sole in quel periodo buio che era la mia vita.
La mia boccata d'aria fresca quando non volevo stare a casa a sentire i problemi dei miei genitori e dell'imminente separazione.
Desy ha la mia stessa età, cioè 25 anni, compiuti da poco e di carattere è proprio un peperino.
Non ha peli sulla lingua e ride come se non ci fosse un domani.
Ci conosciamo da quando eravamo piccole, abitavamo vicine fino a qualche anno fa quando si trasferì in centro.
Un po' di cose sono cambiate da all'ora.
Vivevo per lui: Jason Pick.
Il mio ex-bastardo. Il rampollo più gettonato di Londra.
Jason è il classico ragazzo di famiglia benestante:
Mamma casalinga, attico che non finisce mai e padre sempre fuori per lavoro.
Il signor Pick possiede il 55% di quote dell'azienda di famiglia, un importante giornale di Londra. Tutti dipendono da questo giornale.
La mattina piove? Il London's Times l'aveva predetto quindi ha sempre ragione.
Per farvi capire a che livelli siamo.
Vi chiederete per quale assurdo motivo le nostre strade si sono separate, immagino.
Perché è uno stronzo.
Un bastardo.
Traditore.
Era stato il mio primo fidanzato e gli avrei perdonato di tutto ma ero arrivata al punto di non ritorno. Non c'era un futuro per noi.
Dopo il suo tradimento non riuscivo più a concedermi a lui, intimamente parlando.
Questa cosa non riusciva a mandarla giù e l'ultima sera aveva toccato il fondo.
Voleva avermi con la forza.


"No, no e no. Ho già detto no? Non fare quello sguardo Astrid!"
Mi voltai verso Desy, alzando lo sguardo dal mio bicchiere vuoto, e la guardai confusa.
"Quale sguardo?"
Domandai, spostando i capelli lisci su una spalla lasciandoli ricadere ordinatamente.
"Lo sguardo da guastafeste. Tra un po' dirai che devi rincasare, che è tardi e sei stanca e addio alla nostra bella serata del : 'bevi per dimenticare'."
Scoppiai a ridere perché effettivamente ci aveva preso in pieno e feci per parlare ma lei mi appoggiò un dito sulle labbra, bloccandomi all'istante.
"C'è Jason, viene verso di noi... Ciao Jason!"
Il mio cuore perse un battito, a quel nome, ma più per la sorpresa che per altro.
Mi voltai lentamente aspettandomi di vedere il sorriso stravagante di quello che era stato il mio fidanzato per cinque fottutissimi anni.
"Ciao a te Desy. Piccola, vuoi un passaggio? Vado a casa."
Alzai un sopracciglio per la sorpresa e quasi rischiai di vomitargli sulla camicia bianca e immacolata. Non per l'alcool di sicuro ma il nomignolo viscido che aveva usato.
"Preferirei buttarmi dall' London Eye piuttosto che tornare a casa con te."
Una semplice affermazione che dimostrava che avevo ancora tanto, troppo, astio nei suoi confronti.
Desy sorrise trionfante, mentre nel viso di Jason si dipingeva la delusione, così la mia amica mi afferrò per la mano e mi trascinò via dal divanetto che avevamo occupato.
Tutto questo sotto gli occhi truci di Jason.
"Va bene, adesso posso anche portarti a casa e concludere la serata. Ma solo perché mi hai dato una gioia immensa."
L'abbracciai anche per sostenermi e ci affrettammo a raggiungere l'ascensore dove due gorilla erano appostati ai lati.
Uno dei due chiamò l'ascensore e le porte automatiche si aprirono.
Desy entrò aspettando che facessi lo stesso ma una mano mi afferrò per le punte dei capelli facendomi innervosire all'istante.
Mi voltai di scatto assestando una bella cinquina in pieno viso a Jason che arretrò massaggiandosi la parte che diventava subito paonazza.
Sentii uno dei due buttafuori fischiare e sghignazzare mentre il viso del mio ex da sorpreso diventava feroce.
"Lurida puttana, ti rovino!"
Sibilò minaccioso e si fece più vicino mentre istintivamente arretrai di qualche passo andando a sbattere contro un petto marmoreo.
Il bodyguard mi appoggiò le mani sulle spalle e mi spostò dietro di lui, coprendomi la visuale con la sua stazza e facendomi salire nell'ascensore con la mia amica che era rimasta basita.
"C'è qualche problema, signore?"
Domandò il ragazzone.
Osservai le sue spalle muscolose, fasciate da una maglietta a maniche corte nera che rivelava dei tatuaggi intersecati sulle braccia nude.
Non l'avevo visto in viso, era più alto di me di alcune spanne, ma la sua stazza incuteva timore ugualmente.
"Fatti da parte, devo parlare con la mia ragazza."
NON SONO LA TUA 'PICCOLA RAGAZZA'.
Volevo urlarlo, volevo fargli sanguinare i timpani così magari se lo sarebbe ricordato.
Chissà se fosse l'alcool che mi rendeva più coraggiosa e incline alla pazzia.
"Eppure non sembrava esserlo prima."
Rispose a tono il mio difensore.
Indicò il viso arrossato del mio ex e poi si voltò verso di me rivelando finalmente la sua identità, per me sconosciuta.
Due occhi verdi costernati da ciglia lunghissime che sembravano finte, labbra piene e dei denti bianchissimi mentre sorrideva e si faceva più vicino.
Il suo sguardo era un qualcosa di indescrivibile che mi smosse le viscere.
Automaticamente strinsi il braccio alla mia amica, che per la sorpresa sussultò senza dire una parola.
Mi fece l'occhiolino e prima di premere il bottone per il piano terra ci salutò.
"Buonanotte."
Le porte si serrarono e l'ascensore prese la sua corsa.
Desy, al mio fianco, che era rimasta tutto quel tempo zitta, sembrò riprendere vita e sospirò ma io l'anticipai.
"Penso di essermi innamorata."
Dichiarai, continuando a guardare le porte chiuse.
La mia amica annuì semplicemente e si appoggiò al vetro che avevamo alle spalle.
Cosa avevo appena visto?
Un ragazzo sulla trentina, che faceva il bodyguard, aveva appena preso le mie difese.
Jason doveva proprio essere furente per la figuraccia. 

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