Martino:
*Sono assieme ai miei migliori amici, ad una festa dove dovrei sballarmi e invece di divertirmi non ho voglia, perché non c'è Niccolò con me a farmi compagnia. Così decido di uscire dal locale per prendere una boccata d'aria fresca e senza rendermene conto mi ritrovo a terra, mentre vengo colpito in faccia e allo stomaco. Cerco di alzarmi, nonostante il dolore ma vengo colpito nuovamente ed io non reagisco, è come se ogni muscolo si fosse irrigidito e non mi permettesse di muovermi per difendermi. Sono ricoperto di sangue e l'unico pensiero va a Niccolò e ai miei compagni che sono ancora lì dentro, ma poi intravedo Giovanni che mi si para davanti costringendomi a guardarlo, ed io gli sussurro flebilmente un "sto bene" per non farlo preoccupare ma lui insiste nel controllare il mio viso, lasciandomi poi tra le braccia di Luca che ha un'espressione terrorizzata e preoccupata. Assisto inerme mentre i miei compagni lottano per me, per difendermi. Quando invece dovrei essere al posto loro e reagire ai loro insulti, ai loro colpi. Ma io resto fermo, con le lacrime agli occhi mentre Giovanni viene colpito sul viso. Ed in quel momento ripenso a Filippo e alle sue parole. Se non ci fossero i miei amici io cosa farei? Sono un codardo, ho paura di questi dannati omofobi che non ci lasciano liberi di essere semplicemente noi stessi. Vorrei soltanto essere altrove e non qui. Se succedesse una cosa simile a Niccolò io non lo sopporterei, ma quello che più mi fa male è il fatto che io non abbia il coraggio per difendermi, e di conseguenza difendere lui. No, non posso permettere che il mio ragazzo, venga colto alla sprovvista e picchiato soltanto perché è gay.
Ho paura, perché adesso che ho vissuto la realtà di cui mi aveva parlato Filippo, sarò costantemente in ansia e in pensiero per il mio ragazzo, neanche per me stesso. Eppure non posso restare fermo a guardare i miei amici che si prendono le botte che spettano a me. Così mi dimeno da Luca e corro verso di loro, intimandoli di lasciare perdere, sono io il problema e non loro. Ma Giovanni mi rivolge uno sguardo furioso e cerca di allontanarmi ma in quel momento uno della banda è sul punto di colpirlo ed io gli faccio da scudo prendendomi il colpo al suo posto e mi sento esplodere di dolore ma agito un pugno e inizio a colpire verso di lui, fregandomene dei pugni e di tutto quello che mi circonda. Voglio soltanto che questa serata di merda finisca, e forse passano altri minuti prima che la banda si allontana da noi. Giovanni mi prende il viso tra le mani e noto i suoi occhi gonfi e rossi per via Delle lacrime nascoste fino ad ora. Io lo guardo, e mi trattengo dal piangere mordendomi con forza il labbro e lui mi stringe in un abbraccio, ed io gli accarezzo la schiena. Sospiro e lo guardo nuovamente negli occhi e con voce tremante gli dico "Giò ho paura. Ho tanta paura che questo possa accadere di nuovo"
E lui resta in silenzio, accarezzandomi dolcemente i capelli e ogni volta che lui è con me e mi abbraccia mi sento al sicuro. Al sicuro da tutto questo male che mi circonda e con cui dovrò fare i conti da adesso in poi.*