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"Quindi, se ho capito bene. Questi sono andati ad abitare in questa casa che era abitata da un assassino." Chiede Cecily, mangiando delle patatine.
"Esatto. Poi uno dei tre trova questa cassettiera dove c'è il nome di questo mostro. Se pronunci il nome, o lo pensi o lo dici alle persone sei costretto ad uccidere quelle persone o a ucciderti." Completo io la sua frase.
"Cazzo. Ma non fa paura." Dice nuovamente dopo un attimo di silenzio.
"Stai zitta! Non si capisce un cazzo dei discorsi se parli." Le viene lanciato un cuscino, che la colpisce in piena faccia.
"Vuoi la guarda eh?" Guarda Kate con aria di sfida. "Accontentata!" Lancia anche lei un cuscino che però non arriva al bersaglio.
"Cecily! Fai basket, come puoi non prenderla!" Ride Sofia.
Ceci fa spallucce e si rimette al suo posto. "Faffamo fualfosa?"
Ci giriamo tutte verso di lei. "Che cazzo hai detto?" Chiede Marianne.
Cecily inghiotte le patatine che aveva in bocca. "Facciamo qualcosa di piú divertente piittosto che guardare un horror per nulla spaventoso?"
"Ha ragione effettivamente. Che facciamo?" Kate si mette seduta con le gambe incrociate.
"Potremmo fare qualche gioco classico." Propone Sofia. "Obbligo o verità, storie vere o finte raccontate da noi..."
"Io voto per la prima idea." Alzo la mano.
"Io pure." Kate alza la mano assieme alla mia.
Tutte le  mani si alzano assieme alle nostre.
"Ok. Allora, chi comincia?" Chiede Alisya.
"Vado io va'." Mi lego i capelli in una crocchia disordinata mentre Marta decide chi chiamare. "Sofia!"
"Verità." Risponde lei semza aspettare la domanda di rito.
"É vero che una volta, in prima liceo, hai rifiutato un ragazzo dicendogli che sei lesbica?" Sorrido al ricordo di quell'episodio.
Lei ride. "Si, l'ho fatto. Vorrei sottolineare che quel ragazzo era di quarta ed era anche carino. Vero Carmen?" Mi rivolge un sorriso.
"Si, vero." Prendo delle caramelle e le ficco in bocca.
"Tocca a te, Sof!" Janette, con la sua voce forte  ma gentile, indica a chi tocchi questa volta.
"Kate! Obbligo o verità?"
"Obbligo!" Dice sicura la ricciola.
"Obbligo eh..." Sofia ci pensa un attimo su. "Ho trovato! Devi stare per un minuto da sola e ripetere queste parole:«Baba Yaga non fa paura.» per tre volte."
"Baba Yaga?" Chiede Kate.
"Baba Yaga." Afferma sicura Sofia.
"Ok. In che stanza devo andare?" Sospirando di alza.
"Nello sgabuzzino." Dico io senza pensarci.
"Va bene." Si avvia in corridoio, poi torna indietro. "Scusa, ma dov'è lo sgabuzzino?"
Rido. "Corridoio, in fondo a destra."
Lei va secondo le mie indicazioni.
Sento suonare il cellulare: una chiamata.
Leggo il nome sul display. Joel.
"Che aspetti? Rispondi!" Mi incita Sofia, accanto a me.
"Vieni, andiamo in camera." Le prendo la mano e la porto nella mia stanza, mi sdraio sul letto e metto il vivavoce.
"Pronto?"
"Carmen, sono Joel." Mi sembra impaziente, o cose del genere.
"Mi spieghi perché mi chiami alle undici e mezza?" Chiedo, confusa.
"Nulla." Immagino abbia fatto spallucce. "Solo per accertarmi che tu stessi bene. Non hai risposto al mio messaggio. Anzi, diciamo miei." Lo sento ridacchiare.
"Mi hai mandato dei messaggi?" Strano, non avevo sentito la notifica.
"Circa una cinquantina."
"Non me ne sono accorta. Forse ero troppo presa a parlare con le mie amiche per poter stare attenta al telefono." Sofy si sdraia accanto a me.
"Oh. Sei con qualcuno in questo momento?" Mi sembra dispiaciuto.
Guardo Sofia con ansia. Metto il telefono in muto. "Che gli dico?"
"Che sei sola." Dice lei prima di togliere la modalità muto.
"Ho amiche in casa, ma in questo momento sono in camera mia da sola." Spero che la mia bugia funzioni.
"Ok." Ci ha creduto! "Se vuoi ti lascio tornare dalle tue amiche."
Sofi scuote la testa con vigore.
"No!" Ho parlato a voce alta. "No. Fammi compagnia così. Non mi importa molto di loro adesso."
"Non è che poi si arrabbiano?"  Chiede preoccupato.
"No. Stai tranquillo. Comunque, che fai?" Mi passò una mano tra  i capelli.
"Nulla di particolare." Sento il frusciare di alcuni fogli.
Me lo immagino mentre ha scritto una canzone, una lettera o un testo e ora lo sta ritirando.
"Carmen, Sofia. Potete venire?" La voce di Aury, da dietro alla porta chiusa, mi risveglia dal mio sogno ad occhi aperti.
"Qua ci sono solo io. Sofy non so dove sia." Dico ignorando Joel.
"Ah ok. Allora la cerco."
"Sarà in bagno." Prendo il cellulare, tolgo il vivavoce e lo porto all'orecchio. "Scusami Joel. Adesso devo andare."
"Non preoccuparti. Divertitevi."
"Grazie. Ci vediamo a scuola." Sospiro.
"Ciao."
Chiude la chiamata e io faccio lo stesso.
Guardo Sofia. "Sei una pessima bugiarda." Scuote la testa.
"Si notava così tanto che mentivo?" Faccio una smorfia.
"Dalla voce non molto, ma dal viso non sai quanto." Ridacchia.
"Torniamo di la, ci aspettano." Mi alzo dal letto ed esco dalla stanza.
Sofia, dietro di me, mi segue.
"Eccovi!" Urla Crystal.
"Pensavamo vi foste perse o The Bye bye Man vi avesse rapite." Fa spallucce Cass.
Rido. "The bye Bye man?"
"Sai che quella storia è ispirata a fatti realmente accaduti?" Dice seriamente Kate. "Non c'è da scherzarci molto."
"Kate, The Bye Bye Man non esiste. In pratica la storia vera sta a significare che delle persone nella vita reale sono impazzite e vedevano questo mostro, che in realtà non esisteva. I produttori hanno sfruttato la testimonianza di alcune persone per produrre il film." Le spiego tranquillamente.
"Ah."
"Che ore sono?" Chiede Sofia.
"Mezzanotte, credo." Risponde Marta.
"Giochiamo a Mezzanotte?" Propone Sofia.
"Che gioco vuoi fare?" Chiede Kate come se non avesse capito.
Io e Sofia ci guardiamo per poi scoppiare a ridere.
Tutte ci fissano tra le stupite e le interrogative.
"Non...conoscete Mezzanotte?" Sofi mi guarda stupita mentre le altre scuotono la testa.
"Lo volete provare?" Chiedo.
"Dal nome sembra lugubre. Mi piace." Kate si alza in piedi e si mette accanto a noi.
"Piace anche a me." Dice Clarissa mettendosi accanto a noi.
"Vengo anche io!"
Piano piano tutte quante si aggiungono a noi e iniziamo a giocare.

Por una portada •Joel Pimentel•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora