Ciao ragazzi mi piacerebbe condividere con voi una storia che accadde 25 anni fa e che fu particolarmente decisiva per il motorsport americano. Spero abbiate pazienza di leggervelo (data la lunghezza) e soprattutto che la apprezziate.
1994 PENSKE PC-23B/MERCEDES-BENZ 500I
Settembre 1993. Roger Penske, lontano da occhi indiscreti, sussurra entusiasta all'orecchio dell’appena ingaggiato Al Unser Jr. questa frase “Abbiamo un nuovo motore per Indianapolis. È un missile!”
Maggio 1994. Al Unser Jr. vince la 500 Miglia di Indianapolis, sua seconda vittoria personale dopo quella del 1992, proprio con il team Penske.
Metà 1995. Tony George, presidente della USAC e organizzatore della 500 Miglia di Indianapolis, in polemica con la CART annuncia la creazione di un nuovo campionato di monoposto denominato Indy Racing League (IRL). È lo storico "Split", la scissione.
Che correlazione c'è fra questi tre eventi? Cosa c'entra il progetto di un motore con una incredibile quanto traumatica rivoluzione nel motorsport americano? Andiamo un pò indietro negli anni.
Nel 1978, Dan Gurney fondò la Championship Auto Racing Teams (CART) per dare una dimensione più internazionale alla serie single seater americana, date le resistenze della USAC (United States Auto Club) che voleva una serie prettamente nazionale. Progressivamente la CART, poi denominata PPG Indycar World Series, tra gare extracontinentali e piloti di scuola europea acquistò popolarità internazionale, con un picco tra fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, e finì per avere il monopolio nelle competizioni delle monoposto statunitensi. Tuttavia la USAC riuscì a conservare l'organizzazione della 500 Miglia di Indianapolis, che rimase l’unica gara sotto la doppia egida CART/USAC.
In occasione della “sua” Indianapolis 500 la USAC, per aumentare il numero di concorrenti incoraggiando i team medio-piccoli, utilizzava delle norme meno stringenti di quelle CART: una di essere permetteva l'utilizzo dei cosiddetti "stock blocks", motori con distribuzione aste e bilancieri a 2 valvole per cilindro che dovevano conservare il basamento ed alcune parti del motore di serie da cui derivavano, ai quali erano concesse una maggiore cilindrata (3430 cc invece di 2650) e una maggiore pressione di sovralimentazione (1,86 bar invece di 1,52) per equilibrare le prestazioni. La cosa non ebbe un gran successo, dato che l'unico motore stock block schierato nel corso degli anni Ottanta fu il V6 Buick-Menard, che ottenne agli inizi un discreto successo per poi “afflosciarsi” per carenza di sviluppo nel corso degli anni.
Però nel 1991 avvenne un cambiamento radicale, su cui praticamente si basa tutta la storia: la norma sul basamento di serie venne abolita, permettendo quindi l'impiego di motori costruiti da zero appositamente per la 500 Miglia. In pratica, i nuovi stock block non avrebbero avuto assolutamente nulla di stock, bensì sarebbero stati motori racing esattamente come gli altri, con un vetusto sistema di distribuzione, ok, ma cilindrata e sovralimentazione di parecchio superiori. Un potenziale elevatissimo. Ma chi sarebbe stato capace di investire una barca di soldi per progettare, costruire e sviluppare un motore da usare in una sola gara in tutta una stagione?La inglese Ilmor Engineering, di Mario Ilien.
Nel 1993 Ilmor aveva appena interrotto una lunga e proficua collaborazione con Chevrolet per cui realizzava eccellenti motori per la CART, poiché gli statunitensi non erano interessati alla F1 come era invece Ilmor. Il motorista inglese quindi avviò una trattativa col Team Penske (a cui da svariati anni forniva i propri propulsori col marchio Chevrolet e verso cui voleva mantenere il rapporto di fornitura), e grazie ad esso riuscì a legarsi ad un'altra grande Casa automobilistica, anch'essa in procinto di entrare in F1 come motorista del team Sauber: Mercedes-Benz.
E come inaugurare al meglio questa nuova collaborazione? Ovviamente tentare il colpo grosso a Indianapolis, sfruttando quella scappatoia generatasi dalla modifica al regolamento dei motori stock block.
Fu così che nacque ciò che gli americani chiamano ancora oggi “La Bestia”: il Mercedes-Benz 500I, altresì denominato Ilmor 265E.
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"La bestia"
AcciónStoria del motore Ilmor 265E dominante alla 500 miglia di Indianapolis del 1994