▷Late at night

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L'amore è strano. Ci si innamora al primo sguardo o dopo svariati anni di conoscenza. Nelle favole il principe e la principessa vivono felici e contenti. Nella vita reale è più complicato di così. La principessa ama follemente il suo principe e questo perché è ricambiata da altrettanto amore, sincero e vero. Insomma, non si può amare qualcuno che non ti ama a sua volta, giusto? Come è possibile che si dia tanto amore e, a lungo andare, se quell'amore non è corrisposto, tenere vivo quel sentimento? Esso si spegne, se la luce non viene tenuta accesa.

Kirishima Eijirou aveva sempre donato così tanto amore a chiunque, col sorriso dai denti aguzzi stampato in faccia. Anche se la sua gentilezza non veniva ricambiata, lui manteneva quella solidarietà e quella fiamma chiamata "amore" accesa dentro di sé. O almeno così aveva sempre creduto.

***

«Due birre e questi snack!» disse un ragazzo biondo davanti alla cassa.
Kirishima, in divisa da supermercato, gli sorrise caldamente e passò le birre e gli snack sul bancone, per leggerne poi il prezzo sullo schermo verde del dispositivo dinanzi a sé.
«Fanno otto e cinquanta.» disse al biondo, senza smettere di sorridere.

Il cliente sfilò in malo modo una banconota da dieci dalla tasca, stropicciata e sporca. Kirishima gliela sfilò delicatamente dalle mani, la infilò tra le altre nella cassa e porse il resto in spicci al biondino piuttosto nervoso.

«Giornataccia?» chiese Kirishima al cliente, intento a gettare gli spiccioli nella tasca e ad afferrare le birre e gli snack.
«Tsk.»
Kirishima, dal canto suo, se la rise. «Non preoccuparti. Capita a tutti. Basta essere più positivi nelle cose.»
«Risparmiami le frasi fatte, capelli da porcospino.» replicò il biondo dagli occhi rossi.
Dopodiché, quest'ultimo si fiondò all'uscita e la porta automatica di spalancò, rivelando l'oscurità della notte. Kirishima rimase a fissarlo, quando ad un tratto il biondo fece cadere gli snack per terra, cosa che lo fece imprecare. Dopo essersi piegato per raccoglierle, gli spicci finirono con lo scivolargli dalla tasca dei cargo verde militare. Il biondo imprecò nuovamente, finché Kirishima non si fiondò da lui per aiutarlo.

«Dovresti prenderti un portafogli, amico.» scherzò il rosso.
La risposta che ottenne però fu un semplice grugnito nervoso. Nonostante ciò, Kirishima non si scompose. Raccolse ogni centesimo finito a terra e glielo restituì. «Se vuoi, posso regalartene uno. Ne abbiamo moltissimi.»
«Non mi serve il tuo aiuto.» borbottò il biondo, rimettendo le monete in tasca.

Kirishima lo aiutò ad alzarsi e il biondo rimase perplesso. «Coraggio, amico. È solo una brutta giornata, non una brutta vita.»
L'altro ragazzo non smise di guardarlo negli occhi. C'era una strana aura attorno a quegli occhi rossi e Kirishima se ne accorse subito. Si prefissò l'obiettivo di farlo sorridere, perché sapeva che in fondo era ciò che l'altro ragazzo desiderava davvero.

«Sono Kirishima Eijirou.» si presentò, porgendo la mano.
L'altro esitò, ma poi gliela strinse. «Katsuki Bakugou.»
Kirishima ridacchiò. «Ooh, capisco il perché del tuo temperamento "esplosivo", allora*!» 
Bakugou fece una smorfia disgustata. «Ho perso il conto di quante persone m'hanno fatto questa battuta.»
Kirishima gli diede un colpetto sulla spalla. «Già, dovevo immaginarlo. Scusami.»

Il rosso rimase a fissarlo per un po', come se cercasse disperatamente un contatto visivo con gli occhi cremisi di Bakugou. Avvertì perfino l'impulso di abbracciarlo e dirgli che andrà tutto bene, ma non lo fece. Doveva mantenere la sua diligenza e professionalità. Non poteva fare di testa propria coi suoi clienti.

Bakugou si sentì terribilmente imbarazzato. Non era abituato a quel tipo di gentilezze. Ogni tipo di cortesia gli pareva un ricatto o qualcosa per cui lui stesso avrebbe dovuto pagare.
«Beh, ciao... ehm, Kirishima.» disse infine Katsuki, facendo dietrofront.
«Alla prossima, Bakugou!» Kirishima fece un cenno di saluto con la mano che l'altro non poté notare, ma si sentì comunque appagato per il suo gesto.

Non appena tornò dietro alla cassa vuota, il cassiere accanto, un ragazzo dagli occhiali e i capelli blu, lo guardò piuttosto contrariato. «Non puoi aiutare tutti i tossici e fattoni senzatetto che ti si parano davanti, lo sai?»
Kirishima si sedette sullo sgabello che emise un sonoro crack. «Non era un tossico, né un fattone senzatetto.»
«Come fai a dirlo?» domandò scettico il quattrocchi.

Kirishima sorrise a trentadue denti e disse: «Non aveva un atteggiamento da tossico. Il fatto che fosse vestito in maniera sciatta non significa che fosse un senzatetto. You can't change my mind, Iida!»

Iida sbuffò, tornando a servire una cliente, porgendole una busta della spesa. «Sarà come dici tu, ma ricorda che non puoi sempre salvare tutti con l'ottimismo e porgendo l'altra guancia. Gente come quello va evitata e presa con le pinze. Sono i primi a farti passare guai, non appena volti loro le spalle. Poi, a quest'ora di notte, c'è il viavai di gente pericolosa.»

Il ragazzo dai capelli rossi assimilò quanto sentito, ma si rifiutò di credere che qualcuno come Bakugou fosse pericoloso. Si rese conto solo dopo che quel ragazzo lo aveva piuttosto colpito e che non sarebbe riuscito a dimenticarlo facilmente.

***

*"Bakugou Katsuki" in giapponese significa "Maestro delle esplosioni".

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 25, 2019 ⏰

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