STARHOOD

Part 2

Rendere speciale ed unici i loro figli? Beh ci sono riusciti, con uno di loro in particolar modo.

Lizzie è la terza dei 4 figli che gli Starhood avevano.

Gli Starhood, una famiglia di Seattle con una particolarità, il gene dell'immortalità da generazioni ormai; appartenevano ad una cerchia ristretta, esclusivamente composta da chi possedeva tali doni.

Coloro che fanno parte di tale mondo devono stare molto attenti, per evitare che il genere umano venga a conoscenza di questo mondo parallelo; qualora dovesse succedere sarebbe un bel casino, ci sarebbero delle conseguenze di grandi dimensioni.

Tutti i membri degli Starhood hanno provato, riuscendoci per anni, a mantenere uno dei più grandi segreti che potessero esserci.

Per spiegare come si è arrivati a questo punto occorre però tornare indietro di qualche anno.

Luglio 2016

Una famiglia folle, con tanti problemi come possono averle tutte del resto, tre fratelli, uno più agitato dell'altro e due genitori iperprotettivi, un bel quadretto.

L'unica cosa che può rendere unica la mia famiglia è ciò che la unisce e che viene tramandato da anni, il gene dell'immortalità; fin dagli antenati di mio padre tale gene esisteva, e rende, come dire, "particolari" coloro che lo possiedono.

Io, assieme ai miei fratelli, Jared, Elthon e Cristopher ne facciamo parte; Cris essendo il più piccolo deve ancora rendersi conto di molte cose, non è a piena conoscenza di tutto, e il più delle volte vorrei poter avere la sua spensieratezza, vorrei non poter pensare a tutte le problematiche che porta tutto ciò, vorrei potermi vivere la mia adolescenza come tutti i giovani ragazzi della mia età fanno, ma il destino ha preservato per me questa sorte e devo accettarla.

Siamo sempre stati addestrati fin da piccoli con grinta, tenacia e forza, ci hanno fatto diventare coraggiosi per poter affrontare tutto quello che poteva presentarsi di fronte a noi, e da un lato sono sempre stata fiera e contenta di come sono stata cresciuta dai miei genitori; purtroppo non sono molto presenti a causa delle varie commissioni e compiti che devono svolgere in giro.

Quando eravamo piccoli questa mancanza si faceva sentire, ma anche questo ha contribuito a farci crescere come siamo cresciuti.

Passiamo le nostre giornate ad allenarci, io con il solo scopo di poter entrare a far parte del clan;

il clan è una cerchia ristretta in cui vi entrano coloro che sono pronti a servire il paese e mettono a disposizione la propria vita e le proprie abilità. Per potervi entrare occorre superare una selezione che la maggior parte delle volte tende a mettere in difficoltà colui che vuole entrarci per testare le varie doti; sono pochi coloro che conosco e che sono riusciti ad entrare in tale cerchia.

I miei genitori, per qualche strano motivo, sono sempre stati contrari a questa mia scelta, non capendo che in realtà è tutto ciò che ho sempre voluto fin da quando ho preso coscienza del mio dono e delle mie doti; nemmeno i miei fratelli ne fanno parte, beh che devo farci se la loro ambizione è molto meno rispetto alla mia.

I miei genitori sono appena rientrati da una missione che hanno dovuto svolgere fuori città, ci raggiungono nella sala dell'allenamento.

"Guarda un po' chi si sta allenando!" Esclama mio padre, mentre entra nella sala con la sua divisa.

Interrompiamo l'allenamento accorrendo verso i nostri genitori.

" Papà ho una notizia" entusiasta mi protendo verso mio padre per metterlo al corrente che a breve ci sarà la selezione e ci hanno informato stamani mattina della data in cui avverrà.

"In cosa consiste?"

"A dicembre ci sarà la selezione, ci hanno messo al corrente questa mattina del periodo in cui si terrà" la mia felicità sprizza da ogni poro, ma fulminea noto lo sguardo di mio padre cercare quello di mia madre, uno sguardo preoccupato, per niente felice.

Ciò mi rammarica perché sanno quanto ho investito e sto investendo in questa selezione; non ho mai avuto pretese specifiche, ma questa è una delle cose che pretendo di fare perché sento di potercela fare, per avere una sorta di riscatto anche su di me, per provarmi che tutto ciò che faccio non è vano ma ha un fine preciso.

"Papà cosa è successo? Perché non mi sembri contento della notizia?"

"Lizzie ma sono contento. Sono poco convinto del fatto che tu voglia fare questa cosa; Ne sei proprio sicura? Sei la mia unica bambina e non vorrei ti andassi ad imbattere in un qualcosa più grande di te"

"Ma sono stata addestrata in tutti questi anni proprio per questo!"

"No, tu sei stata addestrata per i compiti che ti ritroverai a svolgere una volta adulta, i compiti che dovrai far svolgere ai tuoi figli, quando io e tua madre saremmo ormai nel limbo"

Già il limbo, il luogo in cui vanno tutti coloro che hanno già trascorso e svolto i loro compiti nel mondo umano, il luogo in cui continueranno a stare per il resto della loro vita assieme ai loro cari.

Un posto in cui non esistono segreti, non esistono allenamenti ne armi per poter sconfiggere il nemico, non esiste un fine.

"No, sei tu che non capsici che questa selezione è l'unica cosa che mi fa desiderare di andare avanti, perché se dovessi stare come voi, anni e anni, dietro cose che non mi appartengono, mi annoierei." La faccia indignata di mio padre è molto evidente in questo momento, accompagnata da gesti di stupore di mia madre.

"Cose che non ti appartengono? Sei una Starhood. Ti appartengono e come signorina. Non voglio più sentire cose del genere altrimenti.."

"Altrimenti cosa? Attenzione che le sfide fanno per me, non so quanta voglia tu abbia di metterti contro di me!" Okay forse stavolta ho un po' esagerato, ma non ho sbagliato in quello che dovevo dire.

"Elizabeth smettila immediatamente, non permetterti di rispondere così, ne a me ne a tua madre!"

"Se non sono i miei sogni e le mie scelte quelle che appoggiate allora non posso farci niente; la mia strada è questa, che lo vogliate o meno, farò la selezione."

Detto questo getto le armi dell'allenamento a terra, uscendo come una furia dalla sala per potermi recare in camera mia.