Quella notte non dormii, passai tutto il tempo a camminare avanti ed indietro nella mia stanza ma la cosa non servì a chiarirmi le idee. Mia zia tornò a casa verso le due del mattino, mentre io ero ancora intenta nella mia marcia silenziosa e, l'interrogatorio che mi aspettai di ricevere non arrivò. Evidentemente era troppo stanca, perfino per venirmi a controllare.
In qualche modo arrivò mattina e io mi ritrovai nuovamente all'entrata di scuola. Intorno a me tutto e tutti si comportavano come sempre, le solite occhiate, i soliti commenti ed espressioni, solo io mi accorsi di essere cambiata.
Mi guardai intorno un paio di volte, giusto per essere sicura che nessuno del branco mi stesse osservando o pedinando ed entrai velocemente, con l'intento di ritardare il più possibile l'incontro con qualcuno di loro.
Tuttavia, non appena misi piede nel corridoio, la situazione che mi trovai davanti mi fece rimpiangere di non trovarmi nel parcheggio a scambiare allegre conversazioni con El o Ryan: lungo tutto il corridoio, sugli armadietti, contro le porte del bagno e delle aule, erano appese file e file di volantini che ritraevano la foto di una ragazza bionda con il viso sorridente sotto a cui spiccava, in rosso, la scritta a caratteri cubitali "Scomparsa".
Mi avvicinai rapidamente, tenendo lo sguardo fisso sulla foto della ragazza, e mi appoggiai all'armadietto mentre una lieve sensazione di nausea si faceva strada dentro al mio stomaco.
Le mie zampe correvano rapide sul terriccio umido della notte. Mi fermai, sentendo un rumore di passi accompagnato da una risata e ringhiai abbassando le orecchie sul cranio. Mi nascosi tra i cespugli cercando di sfuggire al suo sguardo ma non fui abbastanza rapida.. lei mi vide ed iniziò ad urlare proprio mentre io le stavo saltando addosso.
Chiusi gli occhi un momento e il corpo venne attraversato da un brivido, appena quello stesso viso comparve nei miei ricordi, in una versione molto più insanguinata e sofferente.
Mi passai la lingua sul muso scrollandomi subito dopo, voltandomi ai rumori che sentii alle mie spalle ed iniziai a correre, allontanandomi mentre alle mie spalle sento la ragazza lamentarsi ancora.
Buttai fuori tutta l'aria dai polmoni in un colpo solo, alzando lo sguardo senza però vedere effettivamente niente. Spalancai la bocca in un'espressione sinistramente stupita mentre il respiro accelerò e gli occhi iniziarono a pizzicare.
Gli studenti passavano numerosi accanto a me, qualcuno si voltò a guardarmi ed altri invece mi toccarono semplicemente dentro, costringendomi ad appiattirmi il più possibile contro il muro ad occhi serrati.
Non ora, non ora
Pensai nervosamente mentre sentii la vista cambiare, strizzai gli occhi di colpo mollando il foglio per terra; respirai affannosamente e feci per voltarmi con l'intento di scappare a casa ma mi ritrovai contro ad un petto marmoreo, due braccia mi afferrarono e cercai di divincolarmi avendo riconosciuto la scia.
-Io lo avevo detto che sarebbe stata una pessima idea- sentii la voce di Annie, da qualche parte vicino me. -No ma tranquilla che non dai nell'occhio- commentò ancora in tono ironico, accompagnando la frase con un ringhio mentre si faceva strada tra i ragazzi spingendoli in parte.
Alcuni studenti ci guardarono confusi mentre mi tiravano in mezzo al corridoio ed io tentai di nascondere il più possibile i segni dell'imminente trasformazione coprendomi gli occhi con i capelli; alzai il viso non appena svoltammo in un corridoio deserto e cercai di oppormi alla montagna che mi trascinava verso l'aula di ascolto.
Mai come in quel momento le parole "autocontrollo" e "calma", che fino al giorno prima avevo brillantemente rifilato all'Alpha, mi sembrarono ridicole. Ero viva solo perchè il capobranco era convinto che avessi almeno un minimo di controllo sulla lupa e, dopo questa mezza trasformazione, mi avrebbe sicuramente uccisa.
STAI LEGGENDO
Wild Heart
WerewolfCorrevo. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era a scappare, correre per salvarmi la vita. Il buio non mi permetteva di vedere, come se correre nel mezzo del bosco a mezzanotte non fosse già abbastanza difficile. [...]Quando alle mie spalle...