La nascita di un mago.

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Non penso di ricordare bene la  voce di mia madre... ma il battito del suo cuore, quando poggiavo la mia piccola testa sul suo petto, era perfettamente sincronizzato al mio...

La nostra storia si svolge a Sauliron,  terra governata da un re giusto e regnata da umani, elfi, nani, troll e altre creature di vario, quanto piu' o meno pericoloso genere.... non lontano dal castello reale, appena ai piedi del monte atomir, sorgeva una piccola abitazione fatta di legno di scarsa qualità e pietre grezze in parte ricoperte di muschio. La casetta era circondata da un giardinetto, che non ostante la scarsa estetica, straripava di ortaggi e frutti di ogni tipo, piantagioni ben curate e gradevoli alla vista... piu' ci si avvicinava alla casa, piu si veniva inebriati dall' odore di frutta fresca... ad un tratto la porta di legno dell' abitazione, in parte rovinata dalle pioggie che erano giunte nei giorni precedenti, si apri', ed uscì una donna con un pentolone di ferro in mano, all' interno si poteva notare una grande quantita' di acqua impregnata da macchie rossastre e sporca di terra... la donna dava l' impressione di essere affaticata e a passi goffi e lunghi si stava dirigendo verso il torrente che distava a pochi minuti dalla valle. Dopo un estenuante corsa raggiunse il posto, dove con un balzo quasi arrangiato, si anccovaccio' e cambio' l' acqua sporca del recipiente con dell' acqua pura di torrente.... dal suo viso colmo di rughe causate da un eta' ormai avanzata, cadevano piccole gocce di sudore che si andavano a depositare dentro al pentolone ormai stracolmo di acqua pulita.... ma la donna non dava importanza a cio', era troppo impegnata a tornare di corsa su i suoi lassi.

A giudicare da come si affrettava  a fare cio' e dalla sua espressione preoccupata.... quasi frustrata, qualcosa la stava aspettando all' interno della modesta abitazione, o forse qualcuno? Qualcuno che aveva urgente bisogno di cure....

La donna spinse la porta mal ridotta, con il bordo del calderone che teneva con entrambe le mani quasi non curandosi del fatto che l' aveva lasciata aperta... la prima stanza da cui si passava dopo essere entrati, era la cucina... all' interno vi erano pochi mobili fatti a mano e qualche mensola di legno grezzo,  sul tavolo fatto di legname ricurvo vi erano delle ciotole di pietra ancora sporche di pappa d' avena .... probabilmente era la colazione di quella mattina.. due di queste erano rovesciate.... un gesto brusco a giudicare dalla posizione in cui erano messe, le doveva aver spinte per terra... scansando le sedie che erano messe in modo disordinato, la donna si precipito' nella terza stanza della casa, subito dopo il bagno, ... era la stanza da letto, sdraiata nel letto, Gleal stringeva la mano a Murder, il marito che le sedeva accanto su uno sgabello...

Murder: coraggio tesoro, sono gli ultimi momenti... presto stringeremo il nostro bambino e ci lasceremo alle spalle questa agonia..... darei qualsiasi cosa purché tu no provassi questo atroce dolore.

Gleal era tormentata dal dolore del parto che la stava martoriato, non facendole udire nemmeno le parole del suo angosciato marito.

Ricordi - (Murder e Gleal)

Murder e gleal si erano conosciuti al mercato della citta' reale, Murder era un giovane taglia legna agli albori della propria carriera, stava finendo di scolpire degli adornamenti su di un mobiletto, quando un profumo particolare attiro' la sua attenzione... era un profumo fresco e delicato... forse lavanda e fiori di pesco... tra le tante donne che passeggiavano per il mercato ogni giorno, ne aveva sentiti di intrugli maleodoranti smerciati come profumi... ma questo... questo era diverso.

La curiosita' quasi lo costrinse ad alzare lo sguardo, per vedere da dove provenisse tale fragranza, non appena rivolse lo sguardo tra la folla, che sembrava un fiume di stracci grigi e bianchi, non credette ai suoi occhi, mai aveva visto tanta grazia e bellezza concentrati in un unico essere, il viso pallido e delicato, labbra sottili e un taglio di occhi che quasi ricordava quello di un leopardo... quasi sparivano intorno a quei due diamanti verdi contornati da lunghe ciglia sporgenti... il tutto avvolto dentro una lunga chioma di boccoli arancioni che alla luce del sole davano dei riflessi biondo platino... Murder per un attimo ebbe dei seri dubbi sul fatto di essere realmente sveglio... ma in realta' lo era e come... era Gleal, damigiana del castello reale, che era scesa nei borghi del paese per comprare le provviste per le cantine, basto' uno sguardo per far si che si appartenessero a vicenda.

La donna con l' enorme recipiente si accosto' accanto al letto, scostando l' uomo bruscamente, sembrava quasi volesse dirgli di spostarsi... di conseguenza Murder sembro' quasi capirlo, si alzo' e fece un passo in dietro, in maniera stentia,  non gli andava di allontanarsi dalla moglie nemmeno di mezzo centimetro, Tamata,  la donna che aveva portato l' acqua.. prese una pezza, che ormai aveva le macchie di sangue e terra, molto piu' schiarite, ovviamente dall' acqua pulita... e la poggio' con delicatezza e precisione sulla fronte di Gleal, spostando con le dita una ciocca di rossi capelli, bagnati dal sudore della ragazza, appena le fece scorrere le dita sulla fronte, senti quanto fredda era diventata la pelle di Gleal,  ormai quasi allo stremo delle forze, dopo averle dato un ultima breve occhiata, ed averle fatto un sorriso incoraggiante, le fece un cenno di affermazione con la testa, delicato e deciso, Gleal la guardo con uno sguardo ormai distorto dai laceranti dolori e ricambio' il cenno... con questo scbio di gesti, le due donne si diedero conferma che era ora... era ora di far nascere il tanto atteso, quanto travagliato bambino.

CAPITOLO 2

IL CAMMINO DI UN ASTRO NASA ESTE

Jayd ... qualunque cosa accada ... sappi che mamma ti ama, e ti amera' sempre.

Murder: jayd ... Hey Jayd

Jayd: mh... ti prego padre .. altri 5 minuti...

Erano trascorsi sedici anni da quella lunga, lunghissima giornata di inverno, Murder sapeva benissimo che nessuno gli avrebbe mai potuto restituire quegli splendidi occhi, cosi' come era sicuro che si sarebbe preso cura con tutto se stesso, dell' unica cosa bella che Gleal gli aveva regalato prima di morire, Jayd.

Murder: avanti pigrone, dobbiamo raccogliere il coltivato, e non ti dimenticare che oggi dobbiamo anche preparare il formaggio quindi alzati, la colazione e' gia' in tavola.

Jayd si era appena svegliato, fuori il sole scioglieva i piccoli cristalli di ghiaccio che si erano formati tra i rami dei pini, filtrando attraverso la finestra socchiusa, si sentivano chiaramente i vari canti degli uccelli, che annunciavano un altra imminente giornata di primavera.

Jayd ormai era quasi del tutto sveglio, non ostante facesse finta di dormire con la speranza che il padre gli abbonasse l' ultima mezz' ora di riposo, ma il lavoro da svolgere quel giorno era troppo, e Murder anche se a malincuore,  aveva bisogno del figlio per svolgerlo prima che classe il sole.

Murder: su figliolo, (sollecito', con voce tenue e a tono basso) .... facciamo un patto ( disse avvicinandosi al ragazzo e poggiandogli il palmo della mano sul capo) non appena finito di cogliere gli ortaggi, ti portero' sulla cima della collina a vedere il verde astro serale.

Jayd tiro' via le coperte di scatto e si mise a sedere sul bordo del letto, affermando la mano del padre con gli occhi pieni di entusiasmo, lo guardo' dritto negli occhi..

Jayd: dite sul serio padre? Lo promettente?

Murder fece una tenue risata sotto quei suoi baffi folti e lo guardo' con tenerezza.

Murder: certo jayd, ho mai infranto una promessa? (Disse abbassandosi sulle ginocchia e ponendo nuovamente il palmo della mano sui capelli del giovane)

Jayd sorrise soddisfatto del patto che era appena riuscito a stipulare, e con un sorriso solare come le luci del primo mattino esclamo'

Jayd: no padre non lo avete mai fatto, e confido che manterrete anche questa volta la vostra promessa.

Dopo di che, i due si avviarono verso la cucina, dove, come preannunciato da Murder, li attendeva una piu' che abbondante colazione, Murder e suo figlio jayd non vivevano nelle ricchezze, ma se c' era una cosa di cui non si potevano lamentare, queste erano le provviste, visto il lavoro di coltivazione e allevamento del bestiame che svolgevano ogni dì... si potevano permettere pasti caldi e buoni, oltre che genuini.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 04, 2014 ⏰

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