You×Jin

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Y/N's pov

Sta piovendo. Un temporale molto forte. Tu non possiedi una macchina, potrebbe dare troppo nell'occhio.

Cinque anni fa hai scoperto di essere incinta, sei scappata dalla tua vita fatta di crimini, dalle tue amiche e colleghe in crimine, dai tuoi nuovi amici criminali e dal ragazzo perfetto che ha creato due gemelli bellissimi senza nemmeno saperlo.
Eri molto brava a fingere, a creare situazioni esattamente come volevi. Eri brava a creare scene del crimine false. Hai finto il tuo omicidio. Bhe, non tutto era finto. Sul luogo dove ti hanno "uccisa", dove ora c'è un piccolo memoriale in tuo onore, ti hanno effettivamente sparato, il sangue presente in quel luogo aveva creato la tua corrispondenza nel server perché era il tuo. Ti avevano presa sul braccio destro, hai passato molti giorni a medicarti da sola perchè non avevi nessuno che ti potesse aiutare.
Eri scappata dalla tua vita, che a te piaceva moltissimo, per concederne una più normale ai tuoi figli.
Ogni weekend vai a visitare il tuo memoriale, che si trova su un promontorio dalla vista eccezionale. Chi ti voleva uccidere sapeva di poterti trovare lì. E pensava anche di averti uccisa, cosa non vera dato che hai ripagato il tuo quasi assassino uccidendolo per davvero.
A volte su quel promontorio ti nascondi, perchè c'è già qualcuno. Il padre dei tuoi bambini.
Seokjin.
Ti manca più di ogni cosa. Ma non puoi tornare da lui come se niente fosse. Non ci riusciresti.

Ti metti il cappuccio sulla testa e lasci il convenience store dove lavori part-time. I tuoi bambini sono in una casa li vicino insieme a Eunji. Lui è l'unico di cui ti fidavi abbastanza da farti aiutare in questa situazione, e lui accettò.

Giunta davanti alla casa in questione suoni al campanello. Eunji esce con i due bambini che gli tengono le mani. Sono avvolti nei loro impermeabili colorati e con gli stivali di gomma ai piedi. Non puoi fare a meno di sorridere.
Eunji vi accompagna sempre a casa per evitare malintenzionati.
Ma questa sera non avreste dovuto passare per la strada principale.

Cammini più avanti rispetto a Eunji e ai bambini perchè questo giorno è molto triste per te. È il giorno in cui per chiunque ti fosse caro sei morta. Di solito questa sera la passi a girovagare per la città o stando vicino al tuo memoriale a osservare i tuoi amici piangerti. Ma oggi vista la pioggia molto forte, che in questo momento si è affievolita, non sei riuscita ad andare.

La strada è deserta, a parte per un uomo seduto su una panchina. Di fianco a se ha un mazzo di fiori molto bello.

La sua ragazza lo avrà mollato, oppure la proposta è andata male.
Pensi.
Cominci a camminare guardando per terra canticchiando nella mente la canzone che Jin ti cantava quando non riuscivi proprio a dormire durante i temporali. Questa canzone era una cosa vostra, nessun'altro la conosceva oltre voi due. La usavi come ninna nanna per Jungsu e Hwayoung, i tuoi bambini.
Non presti molta attenzione a dove mettevi i piedi, sei troppo impegnata a canticchiare. Infatti vai a sbattere contro qualcosa. Inizialmente pensi sia un palo, ma in realtà è il ragazzo che stava sulla panchina. Il mazzo di fiori è caduto a terra così ti chini per prenderlo e riconsegnarglielo scusandoti. Ma lo fate insieme facendo incrociare poi i vostri occhi una volta rialzati in piedi.

Ti congeli letteralmente sul posto spalancando gli occhi. Il ragazzo fa lo stesso.
Senti i tuoi occhi riempirsi di lacrime, ti porti una mano alla bocca leggermente schiusa.
-N-Non è possibile...
Dice lui.
Le lacrime scendono sul tuo viso già bagnato dalla pioggia.
-T-Tu sei m-morta...
Continua.
-Seokjin...
È l'unica cosa che riesci a dire.
-N-No. I-Io me lo sto s-solo immaginando... è u-un giorno brutto per m-me. Questo non è vero. G-Giusto?
Parla continuando a guardarti sbalordito. Poi chiude gli occhi per un paio di secondi. Quando li riapre ti appoggia una mano sul viso, accarezzandoti la gota.

-N-No devi solo essere una sua sosia... scusami per averti d-disturbata.
Leva la mano in fretta prende i fiori ed indietreggia per farti un inchino di scuse. Dopodiché si gira per andarsene.

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