Una musica magicamente esotica e rilassante suonava nelle sue orecchie; i suoi occhi vagavano con circospezione tutt'attorno; le sue dita, precise e letali, lavoravano sulla pompa di benzina. Aveva già fatto lo stesso lavoro all'area di servizio di Cadenazzo, consapevole che le sue prime vittime, agnelli sacrificali per la sperimentazione del metodo, non sarebbero state notate dato che la gente che frequentava quella zona non era mai raccomandabile. Mentre finiva di integrare il canale della siringa a quello della benzina sorrise al ricordo della prima volta.
La tuta, fatta di un pessimo tessuto sintetico, gli aveva procurato un insostenibile prurito al collo e alle braccia, facendolo muovere in modo spasmodico. La sua più grande preoccupazione, all'epoca, era quella di venir scoperto immediatamente come impostore quando si fosse presentato al personale dell'area di servizio quale operatore di controllo delle pompe di benzina. Incredibilmente, nessuna domanda gli era stata fatta ed ebbe libero accesso a tutte le macchine. Impiegò l'intera giornata per montare le siringhe e controllare che tutte funzionassero perfettamente. I giorni seguenti non uscì di casa, troppo in ansia all'idea che lo avessero scoperto. Avrebbe dovuto stazionare lì vicino, magari travestito al bar, così da monitorare l'esperimento. Invece, da codardo quale era, aveva serrato tutte le imposte e staccato il telefono. Sciocco coniglio che era stato, si era perso l'inizio del suo più grande progetto, la prima battaglia della guerra. Tutti, li avrebbe sterminati.
Risvegliatosi dal dolce-amaro ricordo scosse la testa, così da riportare l'attenzione su ciò che stava facendo. Era quella la fase più delicata, il posizionamento dell'ago subito dietro la leva di pressione. Originariamente, preoccupato che il perforamento della pelle potesse allarmare le vittime, aveva ipotizzato l'applicazione di un gel anestetico sull'erogatore così da intorpidire le dita. Purtroppo però, questo faceva effetto solo dopo un determinato periodo di tempo, lasciando così la zona scoperta da protezione e rivelandosi inutile. La soluzione l'aveva trovata in Asia: una piccola azienda nei dintorni di Tokyo era riuscita a creare un ago in acciaio inossidabile lungo 20mm e con un diametro massimo di 0.25mm. Pure il morso di una zanzara sarebbe stato più doloroso di una sua punturina.
Mesi, erano quelli che aveva speso nella progettazione e rifinitura della sua idea. Tutto doveva essere perfetto. Veloce, preciso, ma soprattutto indolore. Almeno al momento dell'iniezione. Pochi minuti sarebbero bastati perché la soluzione di Cloruro di Potassio entrasse in circolo e l'ipercaliemia portasse il cuore a fermarsi.
Avrebbe voluto usare la benzina stessa per eliminarli. Quale ironia sarebbe stata! Uccisi dalla stessa arma che usano per uccidere il pianeta. Purtroppo però, troppo poca sarebbe stata la quantità iniettata, abbastanza solo per mandare la mano in necrosi dopo diversi giorni. La perdita di una mano non era abbastanza, non poteva nemmeno lontanamente equivalere alla perdita del mondo in cui vivevano, della natura, di tutta quella vita e bellezza che con cieco egoismo gli uomini stavano spazzando via. Tutti i fautori di tale abominio avrebbero pagato. Lui se ne sarebbe assicurato.
L'ago era in posizione, i tubi del veleno e della benzina collegati. Non restava che attaccare il minuscolo tubo trasparente alla sacca contenente il catartico liquido nascosta abilmente dentro il serbatoio interrato, galleggiante su quel liquido nauseabondo e assassino che tanti soldi faceva girare e pochi vantaggi riusciva a portare.
Elencando mentalmente le cose da comprare per la cena sistemò gli attrezzi nella borsa. Avrebbe comprato dello champagne, doveva festeggiare. La guerra era appena cominciata, ma era soddisfatto della piega che stava prendendo ed era giusto che si premiasse per il lavoro fatto finora. Non aveva ancora chiuso il coperchio del serbatoio, quando si sentì apostrofare.
-Le mani in alto, molto lentamente. Nessun movimento brusco.-
Se ne sarebbe andato da eroe. Se ne sarebbe andato da combattente. Se ne sarebbe andato portando con sé i propri nemici. Lo zippo scattò, la fiamma nacque con lo scoppio della pistola. Il proiettile non fece il suo lavoro. Non fermò affatto la sua mano, l'aiutò anzi a schiudersi, lasciando cadere l'accendino, attirato dalla gravità, attirato dalla sua missione. Un sorriso, il senso di vittoria, il senso di serenità. E cadde.
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Champagne a Cena
Short StoryNessuno sta risolvendo il problema, quindi sarà lui a farlo. Basta poco: preparazione, sangue freddo e un'area di servizio. Il racconto presentato ha partecipato all'XI edizione Cooperazione noir per "Tutti i colori del giallo" di Massagno.