Se pensate che siate delle persone sfortunate non avete mai sentito parlare della leggenda del Maledetto... Era una persona strana, con un forte senso dell' anormale. Da quando era nato, quel nome gli è stato assegnato: Mikaela. Così si chiamava;nell'antica lingua significa "Il figlio del male". Una storiella delle elementari vero? Dove fai del male e ti ritorna indietro? No.
Colpa di qualcosa o qualcuno era odiato da tutti, non aveva genitori. Tutti i suoi cari erano morti e lui veniva accusato di ciò. Sopportava tutto in silenzio, non diceva niente se lo ferivano. Aveva una missione e sapeva che solo lui doveva portarla a termine.Se soltanto avessi accettato per una santa volta di uscire con Andrea, non avrei mai incontrato quell'idiota di Luka.
Erano le 14:00, stavo ritornando a piedi a casa dopo scuola. L'ultimo giorno di terza media è il più bello di tutti, a settembre avrei iniziato a frequentare il liceo scientifico con scienze applicate, cioè senza latino. Arrivato sul portone di casa, con il mio bel panino pronto da scartare dalla carta stagnola,c'era appoggiato un ragazzo di circa 18 anni con i capelli e stupendi occhi grigi ad aspettarmi. Indossava un lungo giubbotto e un cappello blu scuro. Stranamente familiare.
<< Chi sei? >> chiesi.
<< Davvero non ti ricordi di me? >> chiese quest'ultimo con aria ironica << pensavo che ti ricordavi >>.
<< Mi dispiace, ma chi sei?
>> chiesi chiaramente infastidito.
<< Prima vieni con me >> e cominciò a camminare verso il giardino sotto casa, passando in una stradina tra la mia casa e quella di mia nonna. Rimasi abbastanza irritato dal suo modo di fare ma obbedì prima che potesse fare qualcosa.
Il giardino era molto grande, c'erano qualche albero di noce e fico. Un muretto separava il mio giardino da quello del vicino. Era piacevole stare in giardino con il lieve caldo campagnolo.
Il ragazzo misterioso si sedette in una delle due panchine, sotto un albero di noci.
<< Ma che vuoi? >> chiesi, questo tizio già lo odio. Dalla tasca prese un pacchetto di sigarette e ne prese una.
<< Io solo Luka, poi chiamarmi in presenza di altre persone Ludovico. Finalmente ti ho trovato, Michel >> e accese la sigaretta.
<< Secondo me hai sbagliato persona, io sono Alex, Alex Trovato! >> dissi irritato.
<< Lo so >> ma è scemo o cosa? Io volevo mangiare un panino in santa pace e lui inizia con ste storie?
<< All'inizio ti sembrerà strano ma tu sei il principe dei demoni, Michel Illir, figlio di Hargho e Rose >> OK, è pazzo serio.
<< Senti, Luka, Ludovico, chi sei te ma mi prendi in giro? >>.
Scosse il capo e dalla sua bocca uscì del fumo creando una ciambella.
<< Bene >> disse indifferente << benissimo, lo immaginavo. Se crepi non contare su di me >> questa frase mi era familiare, forse mio fratello me l'aveva già detta in passato.
Si alzò pigramente dalla panchina e se ne andò lasciando solo nei miei pensieri. Più si allontanava più sentivo crescere il rimpianto di ciò. Decisi di mangiare il panino in giardino.
Passarono tre mesi di nulla, la pagella piena di 9, tranne scienze e arte che ho preso 7. Voto finale degli esami 10. Tutto bello, in questo lasso di tempo non incontrai a Luka, per mia fortuna e oggi, 8 settembre, iniziai i miei giorni sul banco del liceo.
Mi guardai per l'ultimo volta alla specchio: ero un ragazzo snello con i capelli castano scuri e occhi celesti, indossavo una semplice maglia bianca, dei jeans strappate e le scarpe della nike. Sulle spalle avevo lo zaino che ho dalla prima media. Le ragazze mi andava sempre appreso e le odiavo. Non mi piace tanto la vita sociale, sono molto insicuro e testardo I tipi chiassosi non li sopporto, mi ha sempre infastidito il chiasso.
Erano le 8 ed ero già davanti casa ad aspettare la Sita.
<< Alex! >> mi salutò Andrea, il biondino che sopportavo alle medie.
<< Com'è andata la vacanza a Los Angeles? >> chiesi mostrando finto interesse.
<< È andata alla grande! >> è iniziò a raccontare del viaggio.
Era un ragazzo così innocente, era vestito simile a me, ma con cose più firmate. Veniva da una ricca famiglia, ha tanti amici ma nonostante ciò vuole stare sempre con me. Abitiamo nello stesso quartiere e lui va al linguistico. Il liceo scientifico, quello con scienze applicate e linguistico sono nello stesso istituito.
<< È arrivato il pullman, andiamo >> dissi mentre parcheggiata davanti a noi. La portiera si apri con un flas e entrammo. Mi sedetti al penultimo posto, vicino alla finestra. Andrea vicino a me con il suo sorriso da scemo.
<< Chissà come sarà il liceo >> disse Andrea pensoso.
<< Uno schifo >> dissi mezzo addormentato. Lui mi fece una linguaccia.
Primo di arrivare al liceo il pullman accostò per cinque volte per prendere altre persone. Della mia scuola c'erano solo Sara, Marlena e Vincenzo, al liceo linguistico e Daniele al mio indirizzo. Appena arrivati notai che sembrava la mia vecchia scuola: sembrava stesse cadendo a pezzi ed era in mezzo a un grande giardino, con pareti pitturate sulla pace e scritti profonde.
Andai in classe,che era la 1 B non era ancora arrivato nessun prof e mi sistemai in un banco singolo vicino alla finestra.
La campanella suonò ed entrarono i miei nuovi compagni, il moro e altissimo Daniele e la prof, dal suo sguardi severo capì che forse insegnava italiano. Era bassa e cicciona aveva ricci capelli color polvere e sottili occhi neri. Indossava un orribile vestito blu.
<< Buongiorno. Io sono Carmela Rio, sono la vostra professoressa di italiano e geo-storia >> un mormorio si levò dalla classe. Speriamo che almeno faccia il suo lavoro, no come la mia vecchia prof che ci faceva vedere documentari e fare cartelloni.
Toc toc qualcuno bussò alla porta.
<< Avanti >> disse la prof.
Entrò una ragazzo dai capelli e dai occhi grigi, era Luka.
_____________Angolo autrice
Scusate per eventuali errori, spero che vi si sia piaciuta il primo capitolo di una luuunga saga che voglio scrivere.
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sᴛᴏʀɪᴀ ᴅɪ ᴜɴ ᴀɴɢᴇʟᴏ ᴍᴀʟᴇᴅᴇᴛᴛᴏ
Short StoryRimasi lì, in quel sogno a guardare le stelle. Mia madre diceva sempre, sotto questo cielo, che gli umani fanno sempre sbagli su sbagli. Molte volte non capiscono mai la lezione ma nonostante c'è tanta oscurità, la luce appare proprio là. __________...