Inizia novembre con un freddo glaciale, l'inverno nel mio paese è arrivato in anticipo. Iniziai a mettere delle sciarpe di lana e imbarazzanti cappelli fatti da mia nonna, soffrivo tanto il freddo.
In questo periodo io, Luka e Spina non ci vedevano un granché, spero che è stato tutto un sogno è che loro siano immaginari, i demoni, la chiave, tutto ciò che mi hanno detto sia un illusione ma sentì un vuoto dentro di me, come se mancasse qualcosa.
Era la sera di un sabato, guardavo fuori dalla finestra quel campo di fiori lucenti, sembra se allungarsi il braccio riuscirei a prenderne una e fare luce questi misteri una volta per tutte.
Mio fratello lavorava sempre, era triste passare l'adolescenza senza nessuno in casa.
<< Io sono Michel Illir, eh? >> dissi ridendo. Sentivo che non mi apparteneva quel nome, ero strano anche pronunciarlo.
Ogni notte sogno che ero vicino al mare con una ragazza che mi ricordava Spina, non so il perché, ma sentivo che era così.
Biip, Biip... squilla il telefono. Lo prendo e vedo che mi sta chiamando un numero sconosciuto.
Decisi di rispondere.
<< Pronto? >> chiesi.
<< Sta sera vuole una pizza? >> chiese una voce familiare che si stava trattenendo le risate.
<< Luka... >> dissi irritato << come fai ad avere il mio numero? >>.
<< Meglio che non lo sappi >> rispose lui ridendo, non chiesi come mai perché immaginavo che aveva costretto a Spina a darlo, visto che lo avevo dato a lei qualche giorno fa.
<< Stasera hai qualche impegno? >>.
<< No, ma- >> mi interruppe immediantamente dicendo che fra poco mi veniva a prendere e ha riattacccato. Ma che problemi ha? Sbuffai.
Rimasi li, vicino alla finestra, ad osservare quel cielo incantato, pensai che ero abituato a quella persona ma non riesco ancora a capirla, la mia vita è piena era di 'ma' in questo momento.Passò una mezz'oretta da quella chiamata e intanto sulla rubrica del telefono ho chiamato Luka "Ludovico N.". Lo ammetto non era una cattivo ragazzo, era simpatico e allo stesso modo lo adiavo per il fatto che è così misterioso e indifferente.
Che devo dire di Spina? Per ora mi sta piacendo, anche un po' in modo romantico, era così carina e dolce anche se è abbastanza riservata.
Noi tre, ogni tanto ci incontravano e parlavano di tutto ma quasi mai delle nostre vite passate, questo fatto mi stupida ma non dicevo quasi mai niente per timore di ferirli e aspettano che siamo loro a fare il primo passo.
Qualcuno citofonò vari volte finché non mi accorsi che dovevo aprire io, di solito al piano di sotto c'era mia nonna ma a quest'ora dormiva a casa sua.
Scesi subito le scale e quando stavo per aprire sentì una voce.
Non farlo, Alex. Ma era troppo tardi.
Una persona vestita di nero e con il passamontagna si scagliò contro di me con un coltello in mano, lo schiavi giusto in tempo. Si portò il braccio dove aveva il coltello dietro e attaccò si nuovo. Scappato in cucina ma lo sconosciuto era troppo veloce.
Mi buttò a terra e si mise a cavalcioni sulla mia schiena.
Mi puntò il coltello al collo, riuscivo a sentire il freddo della lama sulla mia pelle.
<< Che vuoi da me? >> chiesi spaventato e ansimante.
<< Vedo che sei sempre il solito stupido a credere a Luka e a Spina, non ti ricordi che ti hanno tradito? >> disse lui.
Rimasi in silenzio e finalmente si tolse da dosso insieme al coltello.
Mi alzai di scatto e mi appoggiai al tavolo tremante, lui rimasi in piedi a guardarmi. Ma perché la mia vita è così strana.
<<Che.vuoi.da.me?>> ribattei << Che vuole un assassino psicopatico da me? >>.
Si tolse il passamontagna e rimasi sorpreso dal suo aspetto, aveva lunghi capelli dorati e occhi smeraldi, aveva un aria nobile e sicura.
<< Niente, voglio solo che ti unisca a me >> disse ridendo e allungando la mano senza coltello.
Non farlo, non ti fidare di lui.
<< Smettila... >> dissi solo << lo so che Luka e Spina mi stanno nascondendo tante cose ma almeno loro non mi hanno minacciato di uccidermi anzi mi hanno anche salvato! >> esclamai, non volevo unirmi al lui, anche una strana voce me lo diceva, una voce nelle mia testa. Non mi feci tante domande su ciò, solo dovevo ascoltarla.
<< Allora non mi tocca che con la forza, mi dispiace, mi stavi pure simpatico in questa vita >> disse alzando le spalle.
Scattò verso me di nuovo, questa volta rimasi fermo dalla paura. Non riusciamo a muovermi.
Chiusi gli occhi aspettando a mia ora. All'improvviso la stanza divenne più buia e senti urlare l'assassino.
<< Merda... >> disse.
Sentì ha strana aria intorno poi tutto torno come prima, aprì gli lentamente gli occhi e mi ritrovai davanti a un muro di piume nere che avevano alle punte sottile sfumature di grigio chiaro.
Altro che muro, mi ero appena accorto che erano delle enormi ali, LE MIE.
Dove vari tentativi riuscì a muoverle. Erano grandi e troppo ingombranti, sbattersi contro delle sedie e le feci cadere a terra, decisi di rimanere fermo finché non sarebbero scompare. Mi sedetti a terra, annoiato.
Passarono minuti interminabili, non avevo neanche il telefono a portata di mano per chiamare il 112 o Spina.
Allora era questo il mio potere, diventare un angelo con le ali nere. Mi ricorda la storia di un angelo bandito dal paradiso e che girava sulla terra, macchiato dal peccato degli uomini.
Ridacchiai, come diavolo dovevo fare per le ali, se mia nonna le avesse viste gli sarebbe venuto un colpo e mio fratello avrebbe chiamato la FBI e mi avrebbe portato nell'Area 51.
Dovevo sperare che Luka sarebbe venuto veramente o cavoli amari per me.
<< Uhm, Alex perché la porta è aperta a quest'ora? Va bene se entro? >> chiede l'ultima persona che avrei avuto a che avrei avuto a che fare. Maledetto Andrea che è sempre in giro.
<< No, non poi >> esclamai un po' agitato.
<< Ti senti bene? Qualcuno ti- ah >>.
Rimase davanti alla porta della cucina con uno sguardo impassibile, cosa sarebbe successo? Sarai stato pronto a essere una cavia per esperimenti?_____________________________
Angolo autrice
Beh finisce così il quinto capitolo, con una scenetta comica. Spero che vi sia piaciuta ^^
Scusate come sempre se ci sono errori e avvisatemi che li correggeró.
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sᴛᴏʀɪᴀ ᴅɪ ᴜɴ ᴀɴɢᴇʟᴏ ᴍᴀʟᴇᴅᴇᴛᴛᴏ
Short StoryRimasi lì, in quel sogno a guardare le stelle. Mia madre diceva sempre, sotto questo cielo, che gli umani fanno sempre sbagli su sbagli. Molte volte non capiscono mai la lezione ma nonostante c'è tanta oscurità, la luce appare proprio là. __________...