Alba

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Il silenzio avvolgeva il giovane Twili, solo il leggero lambir delle onde del piccolo stagno si sentiva, nella quiete dell'alba.

Stava seduto su una roccia e guardava pensoso il riflesso del suo volto, distorto dalle piccola gocce di rugiada che scivolavano, dalle foglie del salice sovrastante, nell'acqua, increspandone la superficie.

L'alba.

Alzò lo sguardo e lo volse verso il sole nascente.

Cosa rendeva quegli istanti diversi da quelli del tramonto?

Si alzò lentamente spolverandosi la tunica e girò lentamente la testa verso l'orizzonte.

Dalla sottile linea scatruivano I raggi del sole, rosa e arancioni come petali di gigli che uno dopo l'altro sbocciavano nel nuovo giorno.

Scosse la testa e si voltò facendo per andarsene dallo stagno. Allora udì gli affrettati ed eleganti passi di qualcuno.

“hey! Hhhhuf! Te ne vai di già? Avevo intenzione di parlarti, ma a quanto pare non hai intenzione di restare”

Era un ragazzo, un ragazzo che lui conosceva molto bene, forse un amico, no, lui non amava considerare gli altri come suoi amici. Potremmo definirlo un suo stretto alleato.

Sembrava avesse corso parecchio dal suo fiato grosso e dalle goccioline di sudore che imperlavano la sua fronte grigiastra.

“da quanto sei qui?”

Chiese il giovane Twili scrutando il mantello rosso che cingeva il collo del suo alleato, altri non avrebbero notato nulla eppure quella mattina il mantello era leggermente sgualcito e girato dal lato sbagliato, come fosse stato indossato in fretta e furia.

“in realtà poco, mi sono svegliato e ho visto che eri sceso allo stagno, ho deciso di raggiungerti”

Rispose lui passandosi nervoso una mano tra I candidi capelli.

“oh.”

Disse il Twili e concluse così il discorso mentre un silenzio scendeva pesante sulla scena.

Dopo un rapido scambio di sguardi il giovane sospirò e ripercorse I pochi mentri che lo separavano dallo stagno tornando a sedersi sulla stessa roccia dalla quale pochi minuti prima si era alzato.

L'altro lo seguì e si sedette anche lui lì vicino lasciando pendere le gambe oltre le rocce ricoperte di alghe e sfiorando lo specchio dell'acqua con la punta dei piedi.

“hai detto di volermi dire qualcosa.”

Ricordò il Twili al suo alleato.

“beh… si… ma no…”

Il demone dalla pelle grigiastra si strinse nelle spalle e si voltò a fissare intensamente lo stagno.

“non capisco.”

“beh… ecco… volevo parlarti… ma non so bene di cosa… cioè, volevo parlarti e basta, non volevo dirti nulla di particolare… ecco…”

Spiegò.

“mh.”

“che ne pensi di questa alba?”

Il silenziò calò nuovamente, più pesante di prima.

Il giovane Twili dai capelli rossi non era mai stato un grande conversatore, lui preferiva esprimersi con le azioni più che con le parole e dopo tutto ciò che era successo non gli piaceva per nulla parlare di sè o delle sue opinioni.

Voltò gli intensi occhi arancioni verso il suo alleato che, girato verso lo stagno, attendeva una qualche sorta di risposta da lui.

“non è un tramonto.”

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