Spiaggia nel sole morente

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Era una sera tiepida, il sole splendeva d'oro lungo l’orizzonte riflettendosi in scaglie lungo le acque del pacifico mare.

La spiaggia stava avvolta nel silenzio di quelli istanti e brillava anch’essa della luce dorata di quel magnifico tramonto.

Un piccolo granchio camminava in diagonale lungo il bagnasciuga, passando accanto alle conchiglie che la mareggiata aveva portato sulla sabbia, si faceva strada tra le alghe e i doni del mare.

Sopra al piccolo crostaceo si stagliava il cielo, il viola della notte che incrociava le sue dolci dita con gli ultimi attimi del giorno morente e i gabbiani, che liberi spiegavano le loro bianche ali nella brezza delle onde.
Gli ombrelloni stavano chiusi, stanchi della giornata passata a parare i passanti dai raggi del Sole, tutti tranne uno.

Solitario stava, un parasole a strisce blu e bianche, ancora fedele al suo scopo, nonostante oramai i raggi del sole stessero sparendo.

Sotto al parasole sedeva una ragazza, I capelli biondi sciolti lungo le sue spalle, quasi dorati nella luce di quel tramonto; gli occhi socchiusi che si perdevano tra le creste bianche delle onde; persa nel ritmico canto del mare.

Era da tanto che non si recava al mare, davvero tanto.

Ricordava la sua prima volta, quando I suoi genitori l'avevano portata sulla spiaggia con sua sorella. Era stato uno dei giorni migliori della sua vita; avevano giocato, esplorato e scoperto un mondo magnifico per la prima volta.

Un sorriso le affiorò sulle labbra mentre I dolci ricordi della sua infanzia riaffioravano nella sua mente come pesci che, guidati dalle calde correnti, si slanciano oltre la superficie del mare e per qualche istante, brillano come gocce di rugiada.

Chiuse gli occhi e si concentrò sul suono delle onde, appoggiando la testa all'ombrellone e lasciandosi cullare dal vortice dei suoi ricordi più belli e delle sue emozioni più pure.

“Magnifico, vero?”

Il caldo tono di una voce familiare la fece tornare alla realtà, come svegliandola da un sogno. Alzando la testa voltò I suoi occhi azzurri verso il mittente; un ragazzo, tranquillamente appoggiato al parasole, con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo perso nei raggi del tramonto.

“Che ci fai qui?”

Chiese lei alzandosi e affondando I piedi scalzi nella tiepida sabbia dorata.

Ignorando la domanda il ragazzo si allontanò dall'ombrellone avanzando di qualche passo sulla spiaggia mentre I leggeri lembi della sua camicia seguivano le carezze del vento.

“Era da tanto che non vedevo un tramonto così…”

Lei inarcò un sopracciglio, leggermente disturbata da quell'improvvisa invasione del suo momento di pensieri e dalla mancata risposta alla sua domanda, e rimase in silenzio ad osservare il ragazzo.

“Dimmi, Synnøve, da quant'era che non ti recavi qui?”

Chiese lui girando leggermente la testa verso la ragazza e scrutandola con I suoi profondi occhi verde smeraldo.

La ragazza, il nome della quale era infatti ‘Synnøve', uscì dalla morbida ombra del parasole e avanzò nella sabbia sedendosi ai piedi del ragazzo, stringendosi nelle sue spalle e iniziando a giocare nervosamente con una conchiglia.

Rimase in silenzio.

La brezza fischiava dolcemente e avvolgeva tra le sue braccia I due ragazzi, facendo volare I drappi del pareo di lei e creando giochi di luce nei capelli argentei di lui; passarono pochi istanti, ma nella luce eterea di quella sera, parvero giorni.

“…tanto, trop… - la giovane sospese la sua risposta - ehy! Dovresti rispondere prima tu alla mia domanda!”

Ridacchiando, lui si abbassó all'altezza della ragazza e poi si lasció cadere nella sabbia incrociando le braccia dietro la nuca:

“Che importanza ha il perchè io mi trovi qui? Cose come queste sono insignificanti quando ciò che conta è ammirare ciò che è…”

Sospirando, Synnøve, si arrese al non ricevere la risposta che avrebbe voluto sentire e decise di lasciar stare.

“… perchè non finisci di rispondere alla mia domanda invece?”

Che importanza ha sapere da quanto tempo io non mi recassi qui? "

Ironizzò imitando alla bene e meglio la voce dell’altro e concludendo la frase con una risatina involontaria.
Il ragazzo rise e si voltò nuovamente a guardala.

“Hai ragione…meh~”

Sorrise.

Una nave, silenziosa, passava lungo la linea dell'orizzonte, riflettendo gli ormai ultimi raggi del sole morente mentre lente, le nuvole rosse, solcavano il cielo ormai viola e le prime stelle si risvegliavano brillando fievolmente nelle prime ore del vello della notte.

“Si sta facendo tardi…”

Sospirò Synnøve, abbandonandosi anche lei nel dolce abbraccio della sabbia calda, con la conchiglia precedentemente raccolta stretta tra le fragili dita.

“Che importa, Hojo dovrà abituarsi ai miei ritardi e anche I tuoi genitori dovrebbero fare lo stesso, siamo giovani e liberi, a chi importa degli orari…”

Disse lui, quasi sussurrando, mentre la morente luce della loro stella si insinuava gentilmente tra le sue candide ciglia.

Lei scosse la testa e fece per alzarsi in piedi:

“I tuoi discorsi non cambieranno l'inesorabile stato di punizione in cui finirò se torno a casa dopo l'orario prestabilit-"

La gentile ma pur sempre salda presa delle braccia di lui la riportò, nel giro di pochi secondi, a terra.

“Dai!~”

Intimò il giovane, stringendo a sè la ragazza nel tentativo di convincerla a rimanere lì a guardare gli ultimi istanti di quel magico tramonto.

“Ughh!” Syn si girò tra le sue braccia fulminandolo con lo sguardo, nonostante un leggero sorriso fosse sull'orlo di sbocciarle sul volto.

“Assumiti le tue reponsabilità allora, se I miei genitori dovessero arrabbiarsi ci andrai a parlare tu.”

Concluse, intanto che la sua maschera di disprezzo si fratturava con un sorriso.

“Perdonami, ma non sono io il principe qui, non devo assumermi alcuna responsabilità…!”

Ghignò gentilmente lui, alzando la sua mano dal fianco della ragazza per scompigliarle I capelli.

Synnøve scoppiò a ridere non riuscendo più a tenersi dentro la gioia che quel tramonto le aveva infuso e alla sua risata squillante si sovrappose quella calda di lui.

E mentre il sole era oramai sparito dietro le quinte dell'orizzonte, gli ultimi gabbiani tornavano ai loro nidi nel crescente blu stellato della notte, due ragazzi giacevano abbracciati sulla spiaggia e un piccolo granchio trovava finalmente la sua via in quel magnifico labirinto di tesori del mare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 12, 2019 ⏰

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