• RIVALS • Kth x Jjk

Prologo

Avete presente quelle giornate in cui tutto sembra andare per il verso giusto? Quelle che ti mettono gioia e serenità, ti fanno sorridere e sentire in pace con il mondo?
Ecco, scordatevele, perché nella storia che sto per raccontarvi ci sarà di tutto, eccetto questo...

«Oh andiamo cazzo, ma fate sul serio? Ma davvero? Chi diavolo ve l'ha data la patente, eh?» Taehyung abbassò il finestrino della sua auto imprecando, e sporgendo il capo ricominciò a gridare «QUALCUNO POTREBBE GENTILMENTE SCHIACCIARE IL FOTTUTO ACCELLERATORE E SPOSTARE IL PROPRIO CULO DA QUI?»
Suonò un paio di volte il clacson borbottando frasi sconnesse riferite al suo palese ritardo e fece qualche manovra per tentare di guadagnare un po' di tempo.

Signori, avete appena assistito ad un esemplare di Kim Taehyung selvatico imbottigliato nel traffico mattutino di una dispersiva e caotica Seoul.
In ritardo già il primo giorno del suo secondo anno di università... fantastico, no?
Il semestre non era nemmeno iniziato e il biondo avrebbe solo voluto schiantarsi da qualche parte e morire; beh, se il buongiorno si vede dal mattino...

Proveniente dall'altro capo della città, invece, Jungkook si stava prendendo tutto il tempo necessario per fare le cose con calma.
«Yoooo, I'll tell you what I want, what I really really want
So tell me what you want, what you really real-ma che diavolo?» Jungkook si interruppe bruscamente inchiodando, cominciando a fissare esterrefatto la vettura in movimento che gli aveva appena tranciato lo specchietto. 
"Okay no, aspettate un attimo, non è  successo davvero" pensò il moro scoppiando in una risatina isterica; rimase immobile per qualche secondo a ripensare sconvolto alla scena appena accaduta, e, una volta realizzato pienamente, tirò un pugno al volante cominciando ad inveire e lanciare maledizioni contro il disgraziato al volante di una orribile macchina nera con degli osceni specchietti verde acido.
Nel mentre, gli cascó l'occhio sull'orario e, ricordandosi di non avere ancora molto tempo a disposizione prima dell'inizio delle varie cerimonie di inizio anno, constatò che fosse meglio rimandare qualsiasi forma di accanimento verso il misterioso "pirata stradale" ad un momento successivo.

Taehyung aveva appena varcato i cancelli dell'istituto e la prima cosa che notò fu la assoluta mancanza di un posto per l'auto; 20 minuti, 17 giri in tondo per il parcheggio e 4 posti soffiati dopo, la situazione era diventata critica.

Il ragazzo esalò un sospiro di disperazione e si rassegnò all'idea di dover lasciare la macchina altrove e farsi la strada a piedi, quando ad un tratto, luce fu.

Non troppo distante da lui un ragazzo stava salendo su una vettura e stava lasciando un posto libero.
Un posto libero per Taehyung.

Il biondo rivolse lo sguardo verso il cielo e, lentamente, unendo le mani a mó di preghiera, iniziò «Grazie, davvero, grazie. Io l'ho sempre saputo che c'era qualc-» si arrestò di colpo venendo attirato da qualcosa di sospetto dalla parte opposta rispetto a lui.
Una macchina.
Una macchina che puntava il suo parcheggio.
Una macchina che puntava il suo parcheggio che aveva sudato per ottenere.
«Eh no bello, mi spiace, ma non è il tuo momento.» e così dicendo si affrettò a dirigersi verso il posto libero per far notare all'altro la sua presenza ed ostentare la sua precedenza.

D'altro canto però, Jungkook era più o meno nella stessa situazione, e si rifiutava categoricamente di allontanarsi anche solo di mezzo metro dalla struttura: le sue scarpe erano costate troppo e i suoi capelli avevano richiesto troppa attenzione quella mattina per rischiare di essere rovinati da una stupida ed inutile "passeggiata mattutina" causata da un altrettanto stupido ragazzo biondo palesemente tinto.

Proprio per questa serie di motivi, il moro rimase impassibile quando vide dall'altro capo della strada uno strambo ragazzo abbassare il finestrino, sporgere il braccio e fare dei gesti abbastanza confusi, indicando il parcheggio ormai libero.