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Jimin percorse a passo leggero, quasi felino, il lungo e lussuoso corridoio della sua grande abitazione, adornato da vari quadri, dipinti da importanti e famosi artisti internazionali, raffiguranti paesaggi.

Sua madre aveva sempre amato l'arte, la pittura, scultura, e qualsiasi cosa fosse collegata alla bellezza e all'estetica, e più spesso che poteva acquistava qualche opera, per imbellire la loro casa, già impeccabile, curata ed elegante anche nei minimi dettagli.

“Mi ha chiamato, madre?" si fermò davanti alla porta d'ingresso del soggiorno, vedendo i suoi genitori che stavano parlando tra di loro seduti sul divano rosso ciliegia, la mano di lei dolcemente postata sopra quella di suo papà. Appena percepirono la sua delicata e dolce voce portarono la loro attenzione a lui.

“Certamente, Jimin. Abbiamo importanti notizie da riferirti." I due adulti si scambiarono uno sguardo complice, mandando in confusione il giovane. “Credo tu abbia presente i signori Kim, giusto?" domandò il padre, ottenendo la conferma di Jimin.

“Verranno a cena qui da noi questa sera, con la loro dolce e splendida figlia, Jennie. Abbiamo deciso di organizzarvi un matrimonio, per unire le nostre due famiglie. Sii gentile e cordiale con la tua futura moglie, Jimin, mi raccomando." spiegò il padre, con un tono fermo ma fiero.

C-come un matrimonio? Ho 16 anni padre...non credo di essere pronto..." mormorò Jimin, mordicchiandosi il carnoso e roseo labbro inferiore.

Non ha importanza Jimin. Ormai abbiamo deciso. Ora coraggio, muoviti e recati nella tua stanza; Matilde ti sta aspettando." disse sbrigativa la donna alzandosi dal divano, spazzolandosi con le mani curate il grazioso abito verde pastello che indossava.

Jimin abbassò la testa, sapendo che non aveva voce in capitolo, ma alla fine funzionava così: i suoi genitori avevano sempre deciso per lui. Qualunque cosa facesse era manovrata da loro, fin dal giorno della sua nascita.

Non voleva sposarsi, era giovane, troppo giovane, e Jennie non gli piaceva nemmeno un po', non in quel senso, nonostante fosse una bella, bellissima ragazza. Non aveva mai provato una particolare attrazione verso le altre aristocratiche della sua età. Niente di niente, nemmeno una piccola cotta. Probabilmente doveva solo incontrare quella giusta, una giovane damigella che, anche solo con un insignificante sguardo, gli avrebbe fatto battere il cuore per la prima volta in vita sua.

Voleva davvero innamorarsi di qualcuno. Voleva sperimentare le cosiddette “farfalle nello stomaco", voleva capire cosa si provasse a sentire la felicità di un'altra persona come la propria, voleva donare il suo cuore senza aver paura che questo potesse essere frantumato in mille pezzi, e voleva che la sua dolce metà facesse lo stesso, donandogli tutto di lei. Jimin credeva nelle favole, nel lieto fine e nel vero amore. Era cresciuto leggendo i romanzi di Shakespeare, storie come Romeo e Giulietta, che tanto l'avevano fatto piangere e rabbrividire. Voleva amare ed essere amato. Voleva che la sua favola avesse inizio, e che si concludesse solo quando avrebbe spirato il suo ultimo, amaro ma sereno, respiro.

the most beautiful moment in life ||yoonmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora