1. Biglietto da visita

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«Ho trovato la soluzione ai tuoi problemi

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«Ho trovato la soluzione ai tuoi problemi.»

Davanti agli occhi di Gio comparve un biglietto da visita. Un biglietto che si era appena sostituito alla calligrafia gallinacea di Luciano Giletti di 4^B.

Gio ci mise un po' per recuperare l'adulto che era in lei e abbandonare la codifica del corsivo da elementari, ma non appena lesse Studio Ginecologico Privato bello in grande, grassettato e sottolineato, si gettò a volo di gabbiano sulla cattedra per coprire tutto. E va bene, il bigliettino rappresentava un decimo dell'area che stava oscurando, ma le era sembrato saggio prevenire sguardi indiscreti.

«Sei fuori di testa?!» ruggì verso l'amica.

«Perché? Lo sanno tutti del tuo problema, qui dentro.»

Ovvio che lo sapevano tutti. Gio era il contrario di una ragazza riservata e i suoi colleghi erano praticamente suoi confidenti. Ma quel giorno c'era la preside in giro, e la preside no... la preside non sapeva che lei non riusciva a venire durante i rapporti sessuali. Sinceramente, non ci teneva a condividere quel segretuccio con lei.

«Ti sei dimenticata che oggi la Bassano torna dalla missione in Papua Nuova Guinea?» Gio controllò l'orologio da polso. «Nella mail diceva che sarebbe passata in sala insegnanti verso la ricreazione per gli aggiornamenti. Immagina che cosa sarebbe successo se lei fosse arrivata qui e si fosse accorta che io e te, anziché avere già le verifiche corrette e stare in atrio a controllare i bambini, ci siamo chiuse qui a parlare di...» lanciò un'occhiata al bigliettino sotto di lei per essere sicura. «Ginecologi!»

Elisa la fissò allargando gli occhi.

Ovvio che se l'è dimenticato. Quella ha in mente solo gli uccelli... e non solo perché ama fare birdwatching. Se non messaggia con Lollo ogni due secondi, non vive.

«Non guardarmi come se ti stessi tradendo» la ragguagliò Gio, ancora spalmata sulla cattedra, con il seno che lottava contro i bottoncini della camicia e la gonna che saliva pericolosamente sulle cosce. «Nemmeno io ho voglia di fare la maestrina diligente, ma sai com'è la Bassano quando torna dalle sue missioni di pace. Ferluga, in Africa sono più civilizzati di lei! Moretti, la sua classe parla italiano peggio dei bambini burundiani!» Gio imitò perfettamente la sua datrice di lavoro. «Già avrà le sue paturnie, figurati se mi becca pure a parlare dei miei problemi vaginali durante la ricreazione. Ops, mi scusi, preside, il fatto è che non ho un amplesso dalla nascita e ogni giorno cerco di provare una nuova cura senza successo. Lo so, dovrei andarmi a fare un bel percorso spirituale in Africa, come ha fatto lei due anni fa, per sfuggire dalla chiusura mentale europea e conoscere quello che attualmente è il suo maritino scolpito nell'ossidiana. Dovrei ascoltare lei e non la mia collega qui, che in orario di lavoro anziché fare qualcosa di utile alla società, perde tempo a proporre l'ennesimo luminare di 'sto cavolo.»

«Gio...»

«Che c'è? Ho detto cavolo, mica cazzo» si giustificò non compatendo l' improvvisato attaccamento alle regole della sua amica, che di solito faceva la donna di Neanderthal anche sul posto di lavoro. «La ricreazione finisce tra cinque minuti e io ho ancora due verifiche da correggere prima che la Bassano mi dia della creatrice di illetterati. In Africa gente come me non verrebbe nemmeno assunta, me l'ha già fatto presente, quindi al mio problema ci pensiamo più tardi, ché tanto minuto più minuto meno senza godere, non è che mi cambia la vita.»

Norgasmo - quando l'amore NON vieneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora