2. Art Nouveau

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«Ferluga?»

Gio alzò gli occhi dal giornale che stava sfogliando. La segretaria la stava guardando con il ricevitore di un telefono all'orecchio. Le sorrise amabilmente: «Può entrare».

Gio scambiò un'occhiata con Elisa, che l'aveva gentilmente accompagnata alla visita, e poi si alzò per raggiungere l'ambulatorio.

Sì, alla fine ci era andata sul serio, dal dottor Yogurt.

Lei ed Elisa avevano pensato che, dato che avrebbero dovuto passare la settimana a scrivere resoconti e relazioni, tanto valeva che si distraessero con qualcosa di semi-divertente. Il fidanzato di Elisa era fuori città per lavoro, l'ottobre friulano non abbastanza clemente da permettere il birdwatching al lago e a casa di Gio c'erano sempre i suoi genitori a rompere le scatole. Così, erano andate da Müller, tanto per vedere che formula magica avrebbe propinato all'anorgasmica Gio; ormai era diventato quasi un hobby per lei, tipo il collezionismo di inutili perdite di tempo.

Tuttavia, la voce su di lui e le sue prodezze aveva iniziato a girare anche all'interno dell'Attilio Degrassi, così, assieme a Gio ed Elisa erano venute in avanscoperta anche le maestre Antonella e Luigina, che, chiaramente, erano al corrente della situazione. Gio aveva stressato chiunque con quella storia, perciò quando in astanteria rimasero tre comari ad aspettare la paziente, la segretaria le guardò in modo perplesso.

Era un po' insolito vedere un gruppo di amiche del genere, dato che le maestre Antonella e Luigina avevano già superato di un bel po' i cinquant'anni. Ed era ancora più insolito che stessero tutte accompagnando Gio, nemmeno fosse una ragazzina alla sua prima visita.

Ma oltre alla curiosità per il nuovo dottore, ad accomunare quelle donne c'era davvero un legame serio: gli amici di Gio erano anche i suoi colleghi e, infatti, spesso la si sarebbe vista girare per Tramonti con una combriccola che spaziava dai venticinque ai settant'anni, tenendo conto della maestra più vecchia con cui aveva fatto amicizia.

Giovanna si sistemò i capelli e lanciò un'ultima occhiata alle sue groupie. Le donne la incoraggiarono con vari tipi di gesti da cheerleader esaltate, e lei entrò.

Dev'essere proprio talentuoso, questo Yogurt... pensò Gio. Fra qualche mese gli toccherà far tirare il numero; c'è mezza Tramonti qui dentro, nonché un'orda di arrapate pronte a mostrarla immotivatamente al nuovo arrivato. 

...beh, io sono qui per un motivo. Un valido motivo, ovviamente.

La stanzina, spacciata per studio medico, non era tanto più piccola di altre in cui era già stata, ed era se non altro ben arredata. Si trovava al terzo piano di un vecchio palazzo, al cui piano terra vi era un barettino da sempre abbastanza frequentato. Forse era per quel motivo che Gio non si era ancora accorta della targa con scritto Studio medico - Dott. Degrassi Müller sul portone adiacente al bar. Dai gossip paesani e dall'odore di nuovo, non doveva avere più di due mesi di vita, e prima era semplicemente lo studio di un avvocato decrepito.

Le pareti erano rigorosamente bianche, lo spazio diviso a metà da una lunghissima tenda del medesimo colore. Alla sinistra di quest'ultima, c'erano una scrivania dotata di computer e un paio di sedie comode. Alla sua destra, Giovanna riusciva a sbirciare la classica sedia da ginecologo con i monitor e gli strumenti del mestiere ben disposti e ordinati.

Non vide nessuno alla scrivania, dunque fece qualche timido passo in avanti: «È permesso?»

«Prego, si accomodi pure. Arrivo subito.»

La voce che aveva parlato era come Giovanna se l'aspettava: profonda, autoritaria, ma per niente contaminata dall'accento crucco. Quel dottore era pizza, mafia e mandolino esattamente come lei, ci avrebbe scommesso.

Norgasmo - quando l'amore NON vieneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora