-Alza di più il gomito- disse Jem.
Kit seguì il consiglio.
-Chiudi un po' i piedi... Troppo! Così perdi stabilità.- A Kit piaceva che Jem, o come si voleva far chiamare, Zio Jem, lo aiutasse con l'addestramento. Anche se era difficile al primo sguardo, si poteva capire che prima Jem era un Cacciatore, dal suo portamento e dal suo orgoglio, nonché dalle rune sbiadite che portava sugli zigomi. Ma se lo si vedeva per la prima volta, un ragazzo corvino, magro come un chiodo, gentile e buono, non si pensava fosse uno di loro. Paziente, dimenticavo paziente, dote che aveva dimostrato allenando Kit ogni santo giorno. Ma lui ne sembrava felice. "i Carstairs hanno un debito con gli Herondale" diceva a volte. Ma sembrava che lo facesse soprattutto per piacere personale. Kit aveva capito di essere il discendente del Parabatai di Jem, William Herondale. Jem diceva che gli somigliava, ma Kit non si vedeva uguale a lui, tranne che per gli occhi, la stessa tonalità di azzurro, che era rimasta comune a tutti gli Herondale, Beh, a parte Jace, ma lui tendeva sempre a differenziarsi dalla massa.
-Così, perfetto!- continuò il corvino, sfoggiando un sorriso a 32 denti.
-Jem.- disse Kit. Lui sollevò lo sguardo per guardarlo negli occhi.
-Grazie, di tutto.- Jem sorrise amabilmente.
-Posso... posso farti una domanda?- gli chiese il corvino.
-Certo- disse Kit, anche se temeva di sapere quale fosse. Jem si morse il labbro inferiore.
-Perché sei venuto qui con me e Tessa, se potevi restare con i Blackthorn?- Kit se lo aspettava, ma rimase di sasso allo stesso. Posò il coltello da lancio che era rimasto sospeso a mezz'aria. Si appoggiò al tavolo, sfilandosi la cintura e passandosi la mano tra i capelli sudati.
-Se non vuoi parlare...- iniziò Jem.
-Non si tratta dei Blackthorn. Almeno, non precisamente.- disse precipitosamente, gesticolando più del solito. Jem gli rivolse un' occhiata apprensiva.
-Io so di cosa si tratta, ma la domanda è: tu sei pronto a sentirtelo dire?- Jem alzò le sopracciglia. Kit rimase stupito alla risposta del ragazzo. Abbassò gli occhi, trovando le scarpe molto interessanti. No, non doveva fare così, per quanto fossero belle, un Herondale non si fissava mai le scarpe. Alzò lo sguardo.
-Perché, importa qualcosa? Lui manca poco che non sa neanche della mia esistenza.- Jem gli mise una mano sulla spalla.
-Ty ti ama. Magari non nel modo in cui intendi tu, ma ti ama come amico. Tiberius è un ragazzo...diverso. Non sente le cose come le sentiamo noi. È difficile avvicinarsi a lui. Non ha mai dato tutto se stesso a qualcuno, a parte a Livia. Qualche frammento a Julian, a Dru, a Mark o a Tavvy, ma tu- disse scompigliandogli i capelli e sorridendo.- sei l' unico che è riuscito a guardare dentro a Ty, e a farlo uscire dalla parete che lo divideva dal mondo esterno. Ha bisogno di te. E fidati, anche tu di lui- concluse sorridendo.
-Jem? Vieni ad aiutarmi! Non so se scegliere bianco o rosa antico!- era Tessa, che nel frattempo era arrivata all' ottavo mese di gravidanza, e stava iniziando a diventare una maniaca della perfezione.
-Arrivo amore!- disse Jem facendo a Kit una smorfia quasi seccata, anche se sapeva bene che non riusciva a non far notare l' amore che provava per quella donna. Si avviò verso la sala da pranzo, facendo l'occhiolino al biondo. Kit rimase da solo per qualche minuto, poi corse anche lui verso la sala da pranzo, spalancando la porta e trovandosi davanti un Jem che ritagliava nastri colorati e una Tessa che teneva in mano vari cartoncini che comprendevano quasi tutte le sfumature d'arancione. Kit si schiarì la voce.
-Scusate se vi interrompo- disse il biondo- vorrei mandare un messaggio di fuoco all'istituto di Los Angeles.- Jem lanciò a Tessa un' occhiata, che però è sembrata valere più di mille parole. Tessa sorrise, posando i cartoncini.
-A chi la vuoi inviare, precisamente?- chiese Tessa.
-A Tiberius, il mio amico- pronunciò quest'ultima parola come se fosse stata fatta di acido.
-Vai a scrivergli una lettera, poi penso io a mandarla- si fermò qualche secondo, poi riprese. -non ti preoccupare, non la leggerò.- Kit annuì, ma si sentì come un bambino al quale la mamma prometteva di non leggere le lettere segrete che si mandava con il suo migliore amico. Andò in camera sua e prese carta e penna.
Carissimo Ty, iniziò, ma sbarrò subito la frase. Riprovo con
Amico mio, oppure:
Tiberius Blackthorn, Ma le cancellò tutte. Alla fine scrisse:Ty, ho bisogno di te. Più di quanto io abbia mai avuto bisogno di qualcuno. Mi manchi.
Kit.Non si sentiva del tutto soddisfatto del risultato, arrotolò il messaggio e lo portò a Tessa. Lei gli fece prendere fuoco. Kit sospirò, ringraziò Tessa e si diresse in camera sua. Chiuse gli occhi e si addormentò, con i vestiti ancora addosso.
-Sveglia, Watson- disse una voce, e Kit si trovò, al mattino, la faccia del suo amico ad un palmo dal suo naso. Kit sorrise, immergendosi in quegli occhi grigi, che al mattino erano ancora più luminosi. Spostò gli occhi sulle mani e notò con piacere che aveva perso l'abitudine di scorticarsi le nocche. Non mancavano però le solite cuffie e i capelli arruffati. Ripensò alla prima volta che aveva visto quel ragazzo, e di come aveva pensato fosse bellissimo, anche se gli stava puntando un coltello alla gola.
-Ci incontriamo di nuovo, Holmes.- disse Kit. Ty accennò un sorriso timido. Kit si tirò su, mettendosi a sedere vicino a Ty.
-Mi ha fatto piacere ricevere la tua lettera- disse Ty- pensavo che mi avessi dimenticato.-
-Come potrei?- disse Kit. -Come vanno le cose, a Los Angeles?- Ty prese ad armeggiare con il filo delle cuffie, le lunghe ciglia che gli solleticano gli zigomi alti.
-Relativamente bene- disse.- Sai, senza Julian... è andato a fare l'anno di studi all'estero insieme ad Emma, sono con Cristina. Helen si prende cura di me e Dru, ma l'istituto non è mai stato così vuoto. Perché non te ne torni con me a casa? La tua presenza mi farebbe piacere...- tentò Ty, con le guance leggermente rosse. Kit ebbe un attimo di panico, non sapeva cosa rispondere. Pensava che rivedendo Ty si sarebbe accorto che non vedendolo i sentimenti che provava si fossero affievoliti, ma notò con dispiacere che si erano intensificati.
-Ty, io...- iniziò, non sapendo cosa dire. Furono interrotti da uno bussare alla porta. La testa di zio Jem ne uscì fuori. Kit lo ringraziò mentalmente per la sua entrata al momento giusto. -Tessa e io abbiamo preparato dei biscotti, li volete?- chiese l'ex fratello silente. Kit notò il solito bagliore che nasceva negli occhi dell'amico, ogni volta che sentiva parlare della pietanza.
-Ci piacerebbe- disse Kit, sorridendo.
-Ve li portò subito.- Jem uscì, facendo l'occhiolino a Kit. Poco dopo torno su, lasciò al centro del letto di Kit un piatto di biscotti fumanti e poi tornò da Tessa.
-Hanno davvero un buonissimo odore!- esclamò Ty, allungando la mano per prenderne uno. Kit fece la stessa cosa nello stesso momento, e le loro mani si incontrarono per qualche secondo. Il viso di Kit si tinse ancora più di rosso. Distolsero contemporaneamente lo sguardo. Ty iniziò ad annodare i lacci sfilacciati della felpa. Kit prese un biscotto, con finta noncuranza. Lo addentò, sentendo il sapore del cioccolato in bocca.
-È davvero buono- borbottò.
-Già- concluse Ty, ancora prima di assaggiarne uno. Restarono in silenzio per alcuni minuti, sgranocchiando biscotti. Entrambi sapevano che qualcuno, prima o poi, avrebbe dovuto parlare, ma speravano che lo facesse l'altro.
-Kit, io...
-Ty, io...
dissero all'unisono, guardandosi negli occhi improvvisamente. Sul viso di Kit si fece largo un sorriso, su quello di Ty, invece, non si capiva che espressione ci fosse. Kit lo prese per mano.
- Vieni- disse alzandosi e issando su dal letto ormai coperto di briciole anche il corvino -dalla torre del castello c'è un panorama fantastico.- Ty lo lasciò fare, trascinandosi dietro di lui in mezzo agli stretti passaggi della dimora. Sentiva bruciare la mano che stringeva Kit, ed era come se irradiare calore in tutto il corpo, come caricando di scosse. Quando arrivarono in cima alla torre più alta, i ragazzi si trovarono davanti ad una vista fantastica, a cui il biondo era abituato, ma a cui il giovane Blackthorn aprì leggermente la bocca. -Vedi- iniziò Kit, -Quando sarò grande, e troverò la persona giusta- continuò -andrò a vivere proprio lì- concluse, indicando un monte davanti a loro, a pochi metri dal mare e con una cascata mozzafiato accanto. Ty iniziò a giocherellare con il medaglione di Livvy, che ancora non si era mai tolto. -E sai già chi potrebbe essere questa persona?- chiese. Kit non rispose, ma sorrise a Ty, poi voltandosi di nuovo ad osservare il panorama. Ty restituì un timido sorriso, che non sapeva neanche di aver fatto. Nessuno dei due si accorse che avevano le dita ancora intrecciate.Questa è una piccola One shot su una delle mie ship preferite di TDA.
Spero vi sia piaciuta.
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𝙷𝚘𝚠 𝚋𝚎𝚊𝚞𝚝𝚒𝚏𝚞𝚕- 𝙺𝚒𝚝𝚝𝚢
Fanfiction-SPOILER QUEEN OF THE AIR AND DARKNESS- E se Kit avesse voglia di rivedere Ty? "nessuno dei due si accorse che avevano le dita ancora intrecciate"