Capitolo 1.

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*Due giorni prima.*

Vado a sbattere la testa contro il poggiatesta del sedile davanti quando, all'improvviso, il taxista distratto inchioda ad un incrocio.

"Hei! Faccia un po' più attenzione cristo." Impreco spesso quando sono su di giri.

"S-scusi sono molto maldestro, mi dispiace. Comunque non è il caso di bestemmiare, signore." Ha una voce più acuta di quello che pensavo, strano. I taxisti a New York sono bizzarri, si sa; una razza tutta a se stante la loro.

"Ha ragione, mi scusi. Il nervosismo fa brutti scherzi." Non mi piace essere maleducato con chi non conosco, mi rende ancora più nervoso di prima. Sono incazzato con me stesso, che persona complicata.

"La capisco signore. Eccoci arrivati. Fanno 12 dollari e 50 cent signore. Grazie e buonanotte." Mi sorride cordialemente mentre gli porgo la banconota e le monete.

"Grazie a lei, arrivederci." Cordiale in fondo quell'uomo. Sono abituato a vecchi barboni, scorbutici per cui la cifra che segna il tassimentro è l'unica ragione di vita.

Mi trascino dietro la valiglia nera e ad un certo punto vedo una massa di ricci castani attaccarsi con forza alla mia gamba. La mia piccola.

"Papà!" strilla alzando il visino dalla stoffa dei pantaloni. Due grosse lacrime le rigano la guancia, facendo scintillare gli occhi grigi. "Mi sei mancanto tanto.." a quelle parole quasi mi si spezza il cuore.

"Anche tu amore mio, anche tu." le sussurro mentre la prendo in braccio e le lascio un bacio tra i capelli, profumati di shampoo per bambini all'albicocca.

"Mh qualcuno qua si è fatto la doccia?" Le chiedo con gentilezza, lei ridacchia senza staccare la faccia dal mio petto caldo.

"Si signor Styles, è stata bravissima la sua piccolina!" È la badante, Enrica, appoggiata allo stipite della porta d'ingresso della nostra casa. Ha un asciugamano sporco appoggiato al braccio e sorride vedendo Catherin giocare con un boccolo che ha sfilato da sotto il mio cappello.

"Grazie di tutto Enrica, i soldi sono nel cassetto del comò in entrata!" le urlo in risposta. Quella donna era davvero qualcosa di speciale, tratta benissimo mia figlia. Non le da mai il minimo vizio, è sempre gentile, dolce e le da l'amore di una madre, esattamente quello che a Catherin manca.

"Piccola andiamo in casa? Il papà ti ha portato un regalo dal Maracco, lo vuoi vedere?" le sussuro ancora, nel tentativo di persuaderla ad entrare in casa.

"Sii. Cos'è, cos'è, cos'è?" mi guarda sorridendo sorniona, mentre la prendo in braccio. "Eh è una sospresa e lo scoprirai solo se adesso entri in casa di corsa e vai a prendere al papà le sue pantofole preferite." mi salta letteralemente giù dalle braccia, correndo verso casa. "Subito papà, grazie che sei tonato. Mi .." non riesco a sentire altro della frase di Catherin. Ma posso intuire cosa volveva dire, mi è mancata tanto anche lei.

Non c'è nulla di meglio che tornare a casa dopo una lunga assenza e essere accolti dalla propria famiglia.

Ma c'è sempre quel vuoto nel petto, quel buco che la sua presenza colmava.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 10, 2014 ⏰

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DRIZZLE. || Larry, NiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora