Tutti i ragazzi sembravano già conoscere i professori, sembravano quasi contenti di essere tornati a scuola, per riprendere le lezioni, ma era un'evidente bugia.
Ormai si sapeva che i ragazzi tornavano a scuola solo per rivedere i proprio amici, scherzare, fare finta di essere attenti durante le lezioni, mentre facevano gli stupidi, "cazzeggiano" con il proprio compagno di banco.
Ma per me non fu così. Io ero il classico bravo ragazzo, il secchione, lo studioso, il modello da seguire, ma che tutti evitavano e consideravano uno sfigato, una nullità, l'asociale.
Beh, spesso le apparenze ingannano, perché nonostante il più delle volte sia sempre stato attento alla lezione, raramente mi rinchiudevo nel mio mondo invisibile, il mio mondo unico, di cui sanno l'esistenza solo i miei genitori, i parenti e i miei avi.
Il mondo dove i poteri sono sempre utilizzabili, una sorta di mondo parallelo dove non c'era pericolo che gli umani, mortali (che non hanno accesso a questa Terra) potessero scoprire tutto, le creature fantastiche che li circondavano e che si racchiudevano in altri corpi per sembrare normali.
Quando non studiavo, però, sapevo anche divertirmi, sapevo scherzare con quei pochi amici che ho, sapevo fare lo stupido, il cretino della situazione, ma sapevo anche tornare la persona più seria del mondo, quando ce n'era bisogno.
Nonostante questi pensieri ecco che entrai in classe, il 2D, dove aspettavano impazienti i miei amici, l'inizio della lezione che sarebbe cominciata poco dopo, una decina di minuti.
Le urla, le risate, le chiacchiere di ciò che era successo l'estate, gli amori passati, i saluti, e poi c'ero io, che come al solito stavo all'ultimo banco, con le cuffiette nelle orecchie intento ad ascoltare musica a palla finché non entrasse il professore. Ovviamente non mancava il cappuccio azzurro del giubotto sulla mia testa, per coprirmi o forse solo per farmi diventare trasparente, per isolarmi dal mondo e tornare nuovamente ai miei pensiere profondi.
Uno sbattito di ciglia, le urla di terrore ed ecco i passi del primo professore della giornata. Sgranai gli occhi e senza il minimo tocco, le cuffie scomparvero grazie al mio desiderio appena espresso.
Sapevo che le magie non si potevano usare ma era così difficile, complicato, mantenere un segreto, sforzarsi di essere normale per un ragazzo adolescente, di 15 anni.