32. Una piccola piromane

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Okay, avevo una cuginetta piromane di cui non conoscevo l'esistenza.

Che c'era di strano?

Almeno non era venuta da me affermando di essere mia figlia.

«Cugina.» commentai.

«Sì! Non ti hanno parlato di me? Uff! Perché nonno Chris non ti ha parlato di me?» esclamò la ragazzina contrariata agitando le due code bionde in cima alla testa.

«Nonno... Chris?» balbettai confusa.

«Sì! Hai presente? Vecchio, grigio, espressione accigliata, occhi... Come i tuoi!» disse sorridendomi.

«Sì... Ma... Come potresti...» Feci velocemente due calcoli a mente. Mia madre aveva avuto solo un fratello, Thomas. E lui era morto giovane... Quindi quando ha avuto Arianne? A tredici anni? Ma cos...

«Miss Barker, che ci fa qui? Non si dovrebbe trovare a Boston?» intervenne educatamente Aiden con una formalità scioccante.

«Non chiamarmi Miss Barker, Biondino!» esclamò come se lei non fosse bionda.

«E poi sono una Barker. Non è difficile corrompere qualcuno.» commentò sorridendo angelicamente.

«Ma questa qui è il diavolo in persona.» sentii borbottare Jo.

«Miss Arianne, lascia che ti accompagni alla Base mentre Seth applica il mini-Flash sui Popolani.» la invitò Aiden accennando ad un sorriso gentile.

La piccola Arianne sembrava totalmente indifferente al fascino del ragazzo e lo guardò con il broncio.

«Non voglio andare alla Base! Voglio stare con Sophie!» esclamò prima di abbracciarmi in vita.

Guardai Aiden confusa.

Attendemmo che Seth terminasse il suo lavoro prima che Aiden prendesse il controllo della situazione.

Il ragazzo ci condusse verso la sua auto e poi ci portò ai piedi di un palazzo condominiale anonimo. Totalmente identico alla schiera di altri palazzi in quel quartiere.

Non si trovava lontano dalla mia scuola. Era a metà strada tra essa e la Base 5.

Salimmo tutti e cinque al terzo piano con l'ascensore, ascoltando in sottofondo il ripetersi in loop "siamo arrivati?" di Arianne.

Jo sembrava sul punto di avere una crisi di nervi, mentre il suo ragazzo Seth appariva completamente indifferente alla presenza di una bimba di nove o dieci anni.

Aiden era l'unico a risponderle pazientemente, ma nonostante ciò, non sembrava ancora starle simpatico.

Da parte mia c'era soltanto uno stato di shock piuttosto duraturo. Ma svanì quando realizzai di essere entrata nell'appartamento di Aiden.

Era suo. Lui abitava lì. Dormiva lì. Oddio! C'era il suo letto!

L'appartamento di Aiden odorava di lui, un misto tra caffè, menta e mare aperto.

L'arredamento era semplice, muri bianchi con pochi mobili in mogano, un divano e una poltrona verde foresta in soggiorno...

Per il resto era piuttosto spoglio, niente quadri, niente foto, niente effetti personali in generale, probabilmente non ci passava molto tempo.

«Dunque, Miss Arianne...» iniziò Aiden lasciando le chiavi sul comodino e invitandoci a sedere sui divani del salottino.

«Senza Miss» lo corresse la bambina.

«Arianne. Cosa è successo? Com'è che ti sei trovata a Yerba Buena Gardens a dare fuoco a tutto?» chiese gentilmente Aiden offrendole una tazza di cioccolata calda.

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