Non ero mai stata troppo mattiniera, ma negli ultimi anni era diventato pressochè indispensabile.
Alzarsi presto quando erano i mesi scolastici, preparare la colazione e poi iniziare a mettere in ordine i lavori che dovevamo fare in officina. Per Dean la stessa cosa, alzarsi presto, tirare giù dal letto quella dormigliona di nostra figlia e aiutarla a prepararsi per la scuola. Insomma non eravamo una famiglia che amava il sorgere del sole, preferivamo la sera da passare insieme in salotto.
Capitava a volte che uno dei due, o entrambi, fossimo a caccia. Potevamo star via per qualche giorno, ma non di più. Avevamo la nostra famiglia, non potevamo nè volevamo allontanarci troppo, ma l'amore per il nostro vero lavoro, voler proteggere le persone, non ci ha mai fatto desistere del tutto dal buttarci in qualche caso savrannaturale.
Sapevamo che era rischioso, prendevamo tutte le precauzioni possibili, compresi molti incantesimi di occultamento e protezione attorno alla casa, ma l'inaspettato era dietro l'angolo.
Il nostro lavoro non era sicuro. Non era sicuro per noi e non lo era per Mary. Sentivamo però un dovere verso coloro che erano all'oscuro del male che si aggirava là fuori. Sentivamo che dovevamo proteggerli da tutto ciò che non conoscevano e che non avrebbero mai voluto conoscere. E lo sapevamo perchè anche noi eravamo stati così, anche se per poco tempo.
Quel giorno non era diverso da altri. Eravamo partiti la mattina, dopo aver salutato Mary e averle assicurato che saremmo tornati presto. Sam ci aveva chiesto una mano per una caccia che non richiedeva più di un giorno. Aveva bisogno di una mano per riuscire a catturare ed eliminare quelli che sembravano essere almeno due vampiri che lavoravano insieme. Ci eravamo attrezzati per la missione, avevamo chiamato Jody perchè prendesse nostra figlia alla fine della scuola e stesse a casa con lei fino al nostro rientro ed eravamo partiti tutti e tre sull'Impala.
- Sicura Jody che non sia un disturbo? Se no chiamo la nostra babysitter e ci pensa lei, entro stanotte dovremmo rientrare.- Dissi parlando al cellulare.
Affianco a me Dean guidava con il finestrino abbassato e i Survivor in sottofondo. Sam invece sui sedili posteriori aveva sparso documenti in giro, sfogliando e consultando articoli e fogli riguardanti il caso.
- Non preoccuparti lo sai che lo faccio volentieri quando posso. Cercate solo di stare attenti e di tornare senza un graffio.- Rispose lei dall'altro capo del telefono.
- Certo, stai tranquilla. - Presi in mano un foglio che mi allungava Sam. - Allora a stasera e grazie ancora. Ciao Jody.- Riagganciai il telefono e mi concentrai sul foglio.
Dean voltò leggermente lo sguardo verso di me, senza distrarsi dalla strada. - Tutto a posto allora?- Chiese.
Annuii. - Sì, ci pensa lei.- Presi il secondo foglio che Sam mi passava mentre ancora cercavo di leggere il primo. - Odio lasciare Mary così.-
- Sì, anche io.- Aggiunse lui piano. Sentii Sam stringere leggermente la mano sulla mia spalla, come a darmi sostegno e io gli sorrisi.
Tornai a concentrarmi su quello che avevo in mano, i due fogli erano fotocopie di articoli di giornale usciti negli ultimi giorni. I due fatti riportati si erano svolti in una cittadina vicino a Lawrance, Savannah. Le vittime erano più di una, tutte persone che si trovavano per motivi diversi in giro a notte fonda vicino alla vecchia zona industriale del posto, abbandonata anni prima in favore di nuove costruzioni all'altro lato della cittadina. I corpi erano stati trovati senza più una goccia di sangue e in bella vista dalla gente di passaggio durante il giorno.
Sembrava avessimo a che fare con vampiri giovani, inesperti, solo aditi a placare la loro sete. Non dovevano fare parte di nessun nido o avrebbero fatto più attenzione alle loro mosse.
Era anche riuscita a sfuggir loro una vittima. Un prostituta di trent'anni che stava andando verso la sua zona di sosta e che era stata attaccata. Da quello che avevamo reperito non aveva subito gravi danni, solo qualche graffio. Avremmo fatto sosta da lei per vedere cosa ci poteva dire su quanto le era successo, per poi valutare come procedere.
Accostammo lungo la strada, di fronte al palazzo in cui la donna abitava. Ci eravamo cambiati tutti e tre lungo il viaggio, in una stazione di servizio, per poter interrogare la donna fingendoci agenti investigativi e farlo non risultò per niente difficile.
La donna ci aprì la porta e vedendo i distintivi ci fece subito entrare. Ci raccontò ogni cosa. La polizia, dopo aver sentito i fatti più strani e impossibili riguardo alla vicenda, non le aveva creduto. Come avrebbero potuto farlo? Anche lei, sicura di ciò che i suoi occhi avevano visto, lo riteneva impossibile. Eppure aveva visto due persone piombarle addosso, con una forza fuori dall'ordinario e soprattutto con denti affilatissimi. L'avevano aggredita e morsa, ma grazie a un rumore che li aveva distratti era riuscita a sfuggirgli quanto bastava per trovare aiuto.
Fu facile a questo punto mettere insieme i pezzi e tutto si svolse abbastanza velocemente come ci aspettavamo. Grazie a questa testimonianza sapevamo quel'era l'edificio dove si nascondevano le creature e dato che era ancora giorno potevamo dirigerci direttamente sul posto e sperare in una risoluzione facile anche per quanto riguardava l'eliminazione di quegli esseri.
Nonostante il sole ancora alto in cielo, ci muovemmo con cautela. Aggirando l'edificio affianco a cui erano avvenute la maggior parte delle aggressioni, trovammo l'entrata che dai segni sembrava quella che utilizzavano, ma proseguendo indentificai una seconda possibile entrata. Aiutandoci a vicenda riuscimmo ad oltrepassare le vetrate rotte e ci inoltrammo nell'edificio fino alla zona più buia e isolata. I vampiri erano lì addormentati.
Oltre che ad essere creature inesperte quelli che mi trovai davanti erano solo dei ragazzini. Tre adolescenti, non due, che avevano purtroppo incontrato la creatura sbagliata lungo la strada. Non dovevano aver avuto più di quindici anni ed erano stati trasformati in ciò che non sospettavano neppure che esistesse davvero. Tre vite strappate a quello che avrebbero potuto essere.
Questo era il lato peggiore di ciò che facevano.
Quando la realtà brutale ci veniva sbattuta in faccia, quando capivi di non poter salvare tre ragazzi.
Dovevamo fare quello che andava fatto.
E la cosa non mi piaceva per niente.
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Wish you were here
FanfictionDean e Elena si trovano ad affrontare una delle sfide più difficili della loro vita. Sapranno salvare la propria famiglia ancora una volta? One-shot che segue le mie precedenti pubblicazioni (per capire la storia di questa è meglio leggere le altre...