Satana

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Capelli rossi, labbra carnose, occhi color ghiaccio. Una delle donne più belle che abbia mai visto, completamente nuda. Vicino a lei un uomo alto, con un completo nero estremamente elegante.

In un primo momento ha cercato di sedurlo, accarezzandogli il collo con un sorriso seducente; lui sembrava starci. L'aveva presa per i fianchi e buttata a terra, come se fosse intenzionato a consumare un atto sessuale.

Francamente io, in tutto ciò stavo iniziando a provare imbarazzo, o comunque mi sentivo di troppo. La cosa che mi sembrava più sensata fare, era quella di ignorare ciò che mi stava accadendo intorno e imbattermi sui titoli dei libri appartenenti alla piccola, ma capiente libreria che avevo davanti.

Mentre davo un'occhiata agli autori e ai titoli, mi è scattato qualcosa. E' stato come se lo avessi saputo da sempre, chi era l'uomo dietro di me che stava toccando quella donna bellissima.

Hanno iniziato a passarmi davanti agli occhi titoli di classici, da Seneca, Platone, Aristotele per concludere con Euripide. Era tutto così chiaro, per me, in quel momento. Era ovvio che Satana avesse determinati libri nella sua libreria, come non poteva non averli.

Proprio mentre afferravo Medea di Euripide, mi sento un piacevole fiato sul collo, che mi rilassa. Io, voltandomi sempre molto lentamente, mi accorgo che la donna giace a terra con volto deluso, quasi arrabbiato; mentre l'uomo con l'abito nero mi tocca la spalla e mi sorride.

"Ah, Euripide", dice.

"No, la prego. Mi dispiace aver interrotto qualcosa che non mi riguarda. Vi prego, fate finta che non ci sia", risposi io. 

Mi sentivo davvero in colpa per quello che stava accadendo, non volevo che l'attenzione si concentrasse su di me. Io stavo solo sfogliando un libro, non meritavo che quell'uomo interrompesse un atto sessuale per paura che mi sentissi la terza incomoda.

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