Capitolo 12

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Alessandra pov's.

Saran passate si e no 3 ore e la mia testa è un po' pesante. No, non ho bevuto tantissimo, ma a quanto pare anche due bicchieri di vino sono troppi per me.

Non mi è mai piaciuto molto bere, ma questo rosso era sublime.

Mi sento un po'...allegretta! Sì, lo ammetto. E giusto un altro goccio lo manderei giù..magari mi fa dormire anche meglio, dato che i miei non ci sono nemmeno a casa e stare da sola mi mette un po' d'angoscia. Sono andati a trovare mia sorella Gabriellina, lì a Milano. Torneranno settimana prossima.

Ma si, che sarà mai?

Lino pov's.

"Allora ragazzi..sciogliamo la seduta..che domani ci aspetta un'altra giornata di lavoro."-mi alzo dal divanetto che era diventato il mio miglior amico e mi dirigo verso la porta. Non prima però, di aver salutato tutti.

"A domani ragazzi."-saluto Pierpaolo ed Emmanuele e dò un'occhiata verso la toilette.

Intravedo Solby con Alessandra sotto braccio, che cammina a fatica.

"Ce la faccio, ce la faccio.."-Alessandra insiste nel voler lasciare il braccio di Solby, sostenendo che è in grado di camminare da sola.

A giudicare dalle sue gambe, non sembra proprio.

"Sisì come no.."-impreca la Solberg, dopo aver sbuffato.
Continua:
"E come la riporto adesso da sola a casa?"-si dispera, guardandosi intorno e tenendola ancora stretta a sé.

"Ma ce la faccio Solby, tranquilla..sto bene..."

"Sese.. è vero che sei solo un po' brilla, ma le gambe ti son fatte pesanti, non lo vedi? Mannaggia a te.."

"Noo, vado da sola, ce la faccio. Lasciami..ho solo un po' di mal di testa."-termina la frase e non appena Solby la lascia, non ci mette nulla a cascare quasi giù. Fortuna che siamo riusciti a prenderla e a non farla cadere.

Mi sa che mi tocca aiutarle..

"Dai, andiamo che ti aiuto io."-propongo a Solby, vedendola in difficoltà con Alessandra.

"Sì bravo, grazie Lino."

"Vi seguo con la macchina, poi l'aiuto a scendere per salire sù in casa."

Mi avvicino alla macchina di Solby facendo salire Alessandra e dirigendomi poi verso la mia auto. Allaccio la cintura di sicurezza e parto alla volta di casa Mastronardi.

Appena arrivati.

"Dai, vieni."- sporgo la mano verso di lei dopo aver aperto lo sportello, e la invito a scendere aggrappandosi a me.

"Andate piano, ci sono le scale."-Solby mi avvisa sugli ostacoli da affrontare mentre afferro il braccio di lei, portandomelo dietro la schiena.

"Non ti preoccupare, io ce la faccio.."

"Sta zitta."-le dico mentre abbiamo già iniziato a salire i primi gradini.

"Che piano stai?"

"Terzo."

"Ah, almeno questo lo ricordi."

"Sono lucidissima Lino, sono soltanto un po'..un po'.."

"Sei soltanto un po' più scema del solito, questo è."

"Potresti almeno evitare di prendermi in giro in queste situazioni, sei alquanto ignobile"-pronuncia l'ultima parola in preda al fiatone, mentre ci apprestiamo a superare l'ultima rampa.

"Ma quanto manca?"-chiede lamentandosi.

"Ah, se non lo sai tu..stiamo andando a casa tua.."-constato.

Lino e Alessandra: Porti i miei occhi con te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora