Capitolo 3

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Suona la sveglia, mi stropiccio gli occhi e provo ad alzarmi dal letto. Scendo le scale e mi dirigo in cucina.
"Ti ho preparato la colazione prima di andare a lavoro. Baci, mamma." leggo e sbuffo qualcosa di incomprensibile e butto il biglietto nel cestino.
Divoro completamente la colazione, avevo molta fame a quanto pare.
Vado in bagno e appena mi guardo allo specchio mi accorgo di avere gli occhi ancora gonfi dalla sera prima. Cerco di truccarmi ma fallisco miseramente. Quindi decido di stare senza.
Continuando a sbadigliare e a cercare di rimanere sveglia mi accorgo di star facendo tardi per scuola. Metto le mie solite Globe, lo zaino in spalla e vado alla fermata del bus. Sono vestita di nero, molto semplice, come sempre.
Il solito, tutti si rifugiano nel proprio telefono, cercando qualcosa da ascoltare di prima mattina per non addormentarsi o per non dover parlare con qualcuno.
"Cazzo!" sento urlare. Tolgo subito le cuffie e cerco di trovare chi ha urlato. Un ragazzo ha un'enorme macchia di caffè sulla maglietta, devono sicuramente averglielo versato addosso per sbaglio. E' un ragazzo carino, ma niente di che.
Sembra non essersene nemmeno accorto, forse troppo addormentato per capire ciò che è appena successo. Se n'è rimasto lì, come un palo, immobile, in mezzo agli altri.
"E' divertente vero?" mi chiede un altro ragazzo ridendo.
"Non proprio, io non riderei così tanto. Gli hai rovinato la maglietta." dico. Mi rendo conto subito dopo che sto avendo una conversazione, e con un ragazzo. Distolgo subito lo sguardo e mi giro dall'altra parte.
Lui è proprio bello. Ha i capelli corti e neri, quasi rasati, ma non completamente, gli occhi di un marrone chiaro e un piercing al sopracciglio. Non è altissimo, forse qualche centimetro in più di me, ma qualcosa dentro di me dice che sto già perdendo la testa. "Ci vuole così poco?" mi domando. Evidentemente si.
"Come siamo schizzinosi di prima mattina." sbuffa.
Ma io comincio a ridere "Opss" dico. Mi guarda storto, non so cosa pensare. La conversazione l'ha iniziata lui quindi forse un motivo c'è. Oppure no.
Noto che non ha la cartella, ma va a scuola?
"Ma tu a scuola ci vai senza cartella?" chiedo scortesemente.
"Cazzo, ecco cos'ho dimenticato." Posa le mani sulla testa ma poi continua "Oggi si andrò senza cartella a scuola." Scoppio a ridere ma poi smetto subito perché mi sento a disagio.
"Perché hai smesso?" domanda.
"Con che cosa?" sono perplessa per un attimo.
"Di ridere, sei così carina." dice.
Oh, ottimo. Ci sta provando con me? Non so proprio. Si vede che non ho mai avuto un ragazzo. E ora che faccio? Rimango in silenzio e menomale, arriva l'autobus.
Appena entro mi siedo in fondo. Lui senza chiedere si siede vicino a me.
"Scusa ma non hai chiesto se è occupato o meno." dico un po' infastidita.
"E' occupato?" chiede ridendo. La finirà di ridere primo o poi? Qua il carino finché ride è proprio lui, anche se non voglio ammetterlo a me stessa. Non lo conosco, non potrei mai definirlo già carino e magari, per fino simpatico nei miei confronti.
"No..." sbuffo.
"Comunque piacere, sono Jacob, tu?" e sorride. Ha un sorriso molto marcato, i denti sono bianchissimi e mi accorgo di una piccola pallina che si fa strada nella sua bocca: un piercing, alla lingua.
"Io Effy." e cerco di sorridere, ma sono completamente piena di imbarazzo dalla testa ai piedi.
"Quindi tu in che scuola vai?" chiede gentilmente.
"Liceo artistico al Boccioni. Tu invece?"
"Io vado alla San Gaetano."
Silenzio. C'è silenzio. Non so più cosa dire, e penso che anche lui non sappia cosa dire.
Dopo qualche secondo spezza la tensione che si era creata con questo silenzio imbarazzante e comincia parlarmi di che lingue studia, di come sono i suoi professori, e di quando un suo compagno di classe arrivo a scuola ubriaco e addirittura nudo.
E' molto divertente, e anche molto carino.
Mi interrompe dopo poco "Fra un po' devo scendere" mi dice sorridendomi.
Prende lo zaino e poi si alza dal posto e mi saluta; mi dice di tenergli il posto anche domani mattina, e poi scende dall'autobus.
Chissà come andrà la giornata di domani, e che mi racconterà di nuovo.
Altri trenta minuti e poi dovrò scendere anche io.

Appena arrivata a scuola accendo la mia solita sigaretta e mi metto le cuffie.
Giusta in tempo arriva Kristall. Avevo messo le cuffie proprio perchè non venisse a parlarmi e non mi disturbasse ma invece eccola qua!
"Ehi Effy!" mi dice sorridendo, tutta esaltata.
Cerco di ignorarla, come se non mi fosse accorta che è arrivata, ma appena capisce che non le risponderò, mi prende la sigaretta fra le dita e la spezza in due.
Ora si che ti parlerò, solo perché mi hai fatta incazzare.
"Ma che cazzo ti passa per la mente?" gli urlo.
"Non mi rispondevi." dice in modo scherzoso.
"Se non ti rispondo è perché magari non voglio parlarti." sbuffo.
Mi guarda come se fosse rimasta delusa da ciò che ho detto. Alza i tacchi e se ne va, con i capelli lunghi e neri che ondeggiano nel poco vento che c'è. Odio quando dopo che le ho risposto male, mi guarda con quei suoi occhioni marroni tutti impauriti.
Decido di riaccendermi un'altra sigaretta ma devo fumarla di fretta, sta per suonare la campanella.
Entro in classe, mi siedo al mio posto e aspetto che la professoressa di storia dell'arte arrivi.
Intanto tiro fuori dallo zaino uno dei miei libri preferiti: Fuoco e anima. Comincio a sfogliarlo e a cercare qualcos'altro da sottolineare per poi esprimere qualche dubbio o parere con me stessa, ovviamente. Però ormai, il libro è praticamente tutto sottolineato, quindi non mi rimane nulla.
Guardo fuori dalla finestra, è autunno. Più precisamente è il 4 novembre. Le foglie cadono, disperdendosi nel terreno. Alcune sono gialle, altre sono arancioni. Mi dà spensieratezza e tranquillità l'autunno. In questo momento rimarrei per ore a guardare fuori dalla finestra questo autunno così privo di bellezza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 05, 2019 ⏰

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