Capitolo 1

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Accendo la mia solita sigaretta; fuori l'aria è fredda, mi fa venire i brividi. Il cielo è chiaro, sta sorgendo il sole. Sono le sei di lunedì mattina, e i pensieri dominano la mia mente.

'Che cosa più di tutto ci rende felici, felici da far si che ci manchi il fiato?' continuo a chiedere a me stessa, ma non so mai darmi una risposta. Forse perché devo ancora scoprirlo, perché ho quindici anni e ho una vita davanti da vivere pienamente. Però vorrei sapermela dare quella risposta che cerco da tanto tempo, che non solo io sto cercando ma anche tanti altri.

E' ora di andare a scuola; rientro in camera mia e prendo lo zaino, mi metto le cuffie e lascio che i miei pensieri vengano oscurati da una felicità temporanea: la musica. Cammino lungo il bordo della strada, guardo il cielo e il sole poco a poco sta sorgendo completamente. E' così limpido, che vorrei accarezzarlo. Come le nuvole, che sembrano zucchero filato di un bianco panna.

Entro in classe, saluto la maggior parte delle ragazze a parte alcune (che vorrei troppo sparissero dalla mia vista) e tutti gli altri.

Continuo a chiedermi come faccio a trovare la voglia ogni mattina di venire a scuola, non è cosi male per cos'ho scelto, amo disegnare e tutto quello che riguarda l'argomento, ma delle volte vorrei proprio starmene a casa a non fare niente, magari a dormire.

"Come hai passato il weekend?" domanda entusiasta la mia compagna di banco Kristall.

"Bene" mento. Sinceramente mi ricordo gran troppo del sabato sera che ho passato, ero troppo ubriaca per ricordare com'è andata e domenica beh, ho dormito tutto il tempo. Quindi non sono state granché. Forse se né accorta che ho mentito, ma fa finta di niente e cambia argomento. Comincia a raccontarmi che sabato pomeriggio è uscita con la sua fidanzata e l'ha portata a cena fuori, e poi che hanno dormito insieme e hanno passato la giornata seguente a leggere romanzi e a guardare serie tv su Netflix.

Sorrido, facendo finta di che non capisca che sto pensando ad altro. Quando mi parla mi interesso sempre ma questo volta sto pensando ad altro, le solite cose: cosa potrei fare oggi pomeriggio e se ho ancora marjiuana da poter fumare per potermi rilassare.

Inizia la lezione di italiano, comincio a prendere appunti ma poi mi addormento. Mi risveglia Kristall alla fine dell'ora, cazzo come ho fatto ad addormentarmi? Ora non capirò niente su come svolgere i compiti e che cos'ha spiegato finche dormivo.

"Tranquilla" mi rassicura, "Ti passo io gli appunti oggi." La ringrazio ed esco dalla classe e vado in bagno a risciacquarmi la faccia.

***

E' stata una giornata come le altre alla fine. Appena tornata a casa vado in camera mia, mi rollo una canna e comincio a fumare; mi sento cosi rilassata quando fumo, riesco a non pensare, e questo molte volte mi fa stare bene. Ho troppi pensieri, mi invadono sempre e delle volte mi sembra di scoppiare da questi troppi pensieri. Capita che di in tanto in tanto dai troppi pensieri finisco per non pensare più e ad avere un attacco di panico. Solo l'alcool e la marijuana mi rilassano e riescono a farmi stare bene, anche se per poco, però aiuta.

Devo mangiare, ho fame. Apro il frigo e vedo cosa fare da mangiare, opto per una pasta al pomodoro semplice. Finito di pranzare inizio a studiare, ma vengo distratta da Kristall che mi manda gli appunti di oggi e che mi tormenta di gif al quale mi frega poco perché sono sempre noiose. Ricopio gli appunti, spengo il telefono e inizio veramente a studiare.

Dopo due ore abbondanti di studio faccio una pausa, mi accendo una sigaretta e comincio ad ascoltare un po di musica dal vecchio stereo di mia zia, che funziona ancora con le cassette. Scelgo l'album 'Minutes to Midnight' dei Linkin Park e alzo il volume al massimo. Mia madre mi prende in giro perché uso ancora questo 'rottame' secondo lei e che potrei usare il telefono che è ultra tecnologico. Ci rido sopra perché ha ragione, ma ascoltare la musica cosi, dallo stereo mi fa sembrare di essere tornata indietro nel tempo, negli anni ottanta, i miei anni preferiti e quando avrei voluto nascere.

Poi mi ricordo che prima di iniziare a studiare avevo spento il telefono, quindi lo riaccendo. Niente; nessuno mi ha scritto, zero messaggi. 'C'è qualcuno che si preoccupa di te?' mi chiedo. No, nessuno a parte i miei genitori e Kristall, anche se non la dichiaro una mia grande amica, per me è solo una compagna di banco, è simpatica e carina ma non fa per me. Non fa per me avere degli amici. L'unica amica che ho avuto si chiamava Michelle, mi ha usato in tutti i modi possibili e immaginabili. Perché nessuno le andava dietro come un cane e non stava con lei a farle compagnia veniva da me, raccontava qualche menzogna del perché voleva che restassi con lei, e io come una stupida le credevo. Le volevo veramente bene ma mi ha spezzato il cuore. Da quel momento ho deciso che di amicizie non ne avrei più volute avere. Ora quando la vedo in giro, nel mio paese mi guarda e cerca di fare conversazione, ma prima che possa aprire la bocca giro i tacchi e me ne vado. E' diventata la mia principale fonte di odio verso qualunque essere vivente anche se non mi hanno fatto niente.

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