Capitolo 15

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Dopo aver aperto il foglio, si sedette sul letto per leggere la lettera, che diceva:

Mia cara Anne,

Ho deciso di mettere su carta i pensieri che non sono stato in grado di esprimere questa notte, nella speranza che possano farti capire quanto tu sia fondamentale per me.
Da quando ho subito la trasformazione, sono stato tormentato dal rimorso e dal dolore. Acquisire piano piano la consapevolezza di cosa sono diventato, ha avvolto la mia intera esistenza di oscurità, più venivo a conoscenza dei fatti e venivo coinvolto in tutto questo mistero, più la mia anima diventava buia.
Mi sono chiesto molte volte se, dopo ciò che avevo fatto a Mary, avrei potuto mai trovare la pace, il perdono e riuscire ad andare avanti imparando a convivere con questo dolore, ma ogni volta finivo nel baratro della disperazione, senza essere in grado di uscirne. Mi sentivo terribilmente solo, niente sembrava dar tregua al mio tormento.
Dopo averti salvata e averti conosciuta, un barlume di speranza ha ricominciato ad accendersi in me. Ogni volta che parlavo con te, sembrava che la luce fosse finalmente tornata. Ogni volta che ripensavo ai miei rimorsi e mi rabbuiavo, tu eri lì a tendermi la mano e dirmi qualcosa che potesse tirarmi su.
È vero, il dottor Swansea mi passa delle informazioni a cui io non sarei in grado di arrivare da solo, la signorina Ashbury mi ha spiegato molte cose sulla mia nuova vita da immortale e sulla società che ci circonda, ma tu sei l'unica in grado a trattenermi dall'essere sopraffatto dall'oscurità. La tua sola presenza è riuscita a rendere meno buie le notti che sono obbligato a vivere. Stare con te e parlare con te mi ha fatto sentire come se i raggi del sole potessero di nuovo raggiungermi senza bruciarmi, i raggi più caldi e rassicuranti che io abbia mai percepito anche nella mia vita mortale. Hai fatto questo, senza che ti fosse richiesto e forse senza neanche rendertene conto, ma la tua capacità di empatizzare e cercare sempre il lato buono delle persone è un'altra delle tante qualità che possiedi e che apprezzo di te.
Purtroppo però, sapere dell'esistenza dei vampiri, mette in serio pericolo la tua vita e io non sono disposto ad accettare che ti venga fatto del male a causa mia. Dato che Mary è riuscita a tenermi d'occhio in queste nottate, sapendo quali siano le mie amicizie e le mie azioni, passando inosservata, non mi stupirei se qualcuno di più potente o influente stesse facendo la stessa cosa. Per questo motivo sono costretto a lasciare l'ospedale per qualche nottata, così da esporti al minimo pericolo possibile, mentre continuo le mie ricerche. Se qualcuno ti ha vista al cimitero, un altro vampiro o un membro della Guardia, potrebbero venire a cercarti e prenderti di mira per arrivare a me.
Ti prometto che avrai mie notizie al più presto, fino ad allora, resta al sicuro.
Con affetto,

Jonathan

Dopo aver letto la lettera, abbassò lentamente le mani e rimase per qualche secondo a fissare la parete di fronte a sé, mentre varie emozioni si accavallavano.
Dopo qualche secondo si ricompose, piegò la lettera e la nascose nel suo taccuino, lontano da occhi indiscreti.
Decise di prepararsi, indossando un paio di pantaloni scuri e una camicetta bianca con un ricamo in pizzo sul colletto, mentre ripensava alle parole del dottor Reid. Era stato così dolce e gentile, il fatto che pensasse di lei quelle cose la rendeva felice come non le era mai capitato. Sentiva questi sentimenti crescerle nel cuore ogni secondo di più, sfuggendo lentamente al suo controllo.
Domande irrazionali e frivole, o meglio, domande che per lei erano sempre state irrazionali e frivole, prendevano sempre di più il sopravvento nella sua mente. Si chiedeva quali fossero i sentimenti che il dottor Reid provava per lei, nonostante ancora non le fosse molto chiaro cosa provasse lei per lui. Si chiedeva se la loro fosse solo un'amicizia, se potesse trasformarsi in qualcosa di più e il significato del delicato contatto fisico che Jonathan le riservava.
Passò così buona parte della giornata, lasciando a briglie sciolte il flusso dei suoi pensieri, mentre eseguiva passivamente tutte le attività per la ricerca.
Edgar le stava parlando da qualche minuto, ma lei era così immersa tra i suoi pensieri e la sua ricerca che non si era resa nemmeno conto che lui fosse lì, tantomeno che le stesse parlando. Vedendo il totale disinteresse della giovane, decise di toccarle una spalla per richiamare la sua attenzione, facendola sussultare.
"Dio mio Edgar! Mi hai spaventato a morte!"
"Anne, apprezzo che ti senta così presa dalla ricerca, ma ti stavo parlando da cinque minuti e non ti sei nemmeno resa conto di niente..." disse lui con tono un po' deluso.
"Sì, Ed... Scusami, ma sai, dopo la faccenda di stanotte, Jonathan che se n'è andato e chissà quando tornerà... Ho un po' la testa da un'altra parte..." Rispose lei sospirando.
"Beh ci credo, starai ancora metabolizz-... Aspetta, Jonathan? Da quando lo chiami per nome?" Chiese con un leggero tono malizioso.
"Da... Ieri sera... Mi ha chiesto lui di lasciare da parte le formalità dato che dobbiamo collaborare per aiutarlo..." Rispose lei arrossendo un po' "Ma a proposito, sai per caso dove sia andato? Non che voglia andare a cercarlo, ma magari sapere dove si trovi mi tranquillizza un po' magari" aggiunse lei.
Edgar fece prima un sorrisetto malizioso, poi tornò serio e rispose "Non saprei, l'unica cosa che so è che quando ieri sera vi ho lasciati soli nel mio ufficio, sono andata al piano di sotto e la signorina Ashbury mi ha intercettato dandomi una lettera per Jonathan e dicendomi che si sarebbe ritirata nella sua dimora per un po' visti gli ultimi avvenimenti, sai, la Guardia di Priwen qui l'ha messa sull'attenti... Quando sei andata a dormire ho consegnato la lettera a Jonathan e un quarto d'ora dopo mi ha detto che si sarebbe assentato per la nostra sicurezza, per continuare le ricerche sul campo..." disse Edgar poggiandosi una mano sul mento per riflettere.
"Suppongo quindi che si siano incontrati per continuare a cercare... Insieme?" disse Anne con un tono piuttosto deluso.
"Probabilmente è così, so che la signorina Ashbury nutre un grande interesse per Jonathan, forse per la peculiarità della sua trasformazione, a quanto so dovrebbe riguardare un vampiro molto antico..."
Anne sbuffò
Sì certo è sicuramente interessata alla sua trasformazione... Pensò.
"Bene, spero che trovino quello che cercano." Disse freddamente lei.
"Anne, va tutto bene?" Chiese Edgar risistemandosi gli occhiali sul naso, vedendo il turbamento della ragazza.
"Sì Ed, non ti preoccupare... Sono solo un po' stanca di stare chiusa qui dentro senza fare praticamente niente... Vado a fare un giro al porto, non preoccuparti tornerò prima che faccia buio." Disse lei alzandosi dalla sedia e sfilandosi il camice.
"Anne mi raccomando stai attenta."
"Si, stai tranquillo Ed" disse lei mentre si risistemava i capelli guardandosi nel piccolo specchio in fondo alla stanza.
Si salutarono e lei uscì, diretta al Turquoise Turtle, l'unico pub aperto tutti i giorni a tutte le ore del giorno e della notte, dove il proprietario, Tom Watts, era pronto a dare da bere e qualcosa da mangiare a chiunque ne avesse bisogno. Essendo, quel pub, considerato una zona neutrale da tutte le gang e dalle forze dell'ordine, poteva essere reputato un luogo stranamente sicuro.

"It's Locked, Alright" [ Vampyr ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora