Capitolo 11

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Nella testa di Anne i pensieri continuavano a sovrastarsi, il caos regnava sovrano e nemmeno lei sapeva come reagire a questa nuova verità.
Tutto sommato l'ho scoperto origliando, dovrei far finta di niente o uscire allo scoperto e dire che io so? Forse... Forse sarebbe meglio che venisse a galla da se, quando il dottor Reid o Edgar riterranno opportuno informarmi... Cosa che accadrà, vero? Non mi lascerebbero mai all'oscuro in eterno, giusto?
E poi, Jonathan un vampiro... Sarà pericoloso stargli attorno? Quanto è in grado di controllare i suoi istinti? Ho letto solo quello stupido libro di Bram Stoker sul conte Dracula, ho sempre pensato fosse una bella storiella horror.... E le mie conoscenze sui vampiri finiscono lì, dubito che si possa prendere come veritiero, visto che anche questo Usher Talltree in quel passaggio afferma che non tutto ciò che Stoker scriva sia vero... No... Sto vaneggiando... Se volesse realmente farmi del male lo avrebbe fatto la volta che mi ha salvato all'obitorio... A meno che non sia una farsa...
Mi ha parlato della sorella... Si ritiene responsabile della sua morte... Che sia stato lui? In questo caso se fosse un assassino e volesse far del male anche a me non ne soffrirebbe così tanto...
Passeggiava per la stanza massaggiandosi una tempia con lo sguardo rivolto verso il pavimento con fare ansioso.
Decise di provare a calmarsi. Si fermò davanti alla portafinestra e inspirò profondamente, più volte.
Si era quasi tranquillizzata del tutto quando la porta alle sue spalle si aprì, facendola scattare per l'improvviso spavento.
"Mi scusi, signorina Brent, non era mia intenzione spaventarla."
Lei si voltò e rispose "Oh, non si preoccupi dottor Reid... ero sovrappensiero", cercando di sorridere.
Si allontanò dalla finestra e, per nascondere l'agitazione, si mise a riordinare il suo bancone, nonostante fosse già pulito e in ordine.
"Signorina Brent, il dottor Swansea mi ha fatto sapere che lei è a conoscenza dell'esistenza degli Skal e che si è unita alla nostra ricerca..." disse Jonathan mentre le si avvicinava con calma.
Anne si sedette su uno sgabello davanti al tavolo, evitando ancora di guardarlo negli occhi.
"Si... Aiutarvi mi sembra il minimo sapendo la verità. Dopotutto sono le stesse creature che mi hanno fatto questo..." rispose lei con convinzione indicando la sua gamba. Rialzò lo sguardo e vide che Jonathan si era seduto vicino a lei, su uno sgabello.
"A tal proposito... Le dispiace se le pongo qualche domanda, in modo da scambiarci qualche informazione in più? Il dottor Swansea non è stato così esaustivo come pensavo e magari lei aveva a disposizione qualche dato in più..." chiese Anne prima di aggiungere rapidamente "Ovviamente io risponderò alle sue domande, se ne avrà, riguardo alle mie scoperte..."
"Certo, chieda pure." la incoraggiò Jonathan.
Lei gli fece qualche domanda riguardante il sangue Skal, le mutazioni e sui vari tipi di comportamenti aggressivi che questi manifestavano. Jonathan rispose in maniera sufficientemente esaustiva raccontandogli di alcuni Skal che aveva incrociato nelle vie di Londra. Alcuni risultavano più abili di altri in combattimento, sviluppando delle tecniche difensive o aggressive molto particolari.
"Alcuni producono delle strane sostanze corrosive, che rilasciano al contatto... Altri sono dotati di una velocità superiore alla norma, altri hanno una potenza fisica più elevata... Ancora non ho ben chiaro con quale criterio avvenga la mutazione che porti ad ottenere certe capacità rispetto ad altre." disse dubbioso Jonathan accarezzandosi la barba.
Anne aveva tirato fuori il suo taccuino e stava appuntando i vari dettagli che il dottor Reid le forniva.
"Lei sta... continuando ad affrontare creature simili dalla volta all'obitorio? " chiese di getto lei.
Lui annuì "Purtroppo le indagini sono fatte anche da queste cose... Non so se ha sentito il caos di poco fa che dominava sull'ospedale..."
"Si, mi chiedevo cosa fosse successo..."
"Beh a quanto pare la signora Harriet Jones è stata attaccata da Sean Hampton, che l'ha portata via con se fuggendo dall'ospedale. Sospettiamo che sia stato infettato e che abbia avuto inizio la sua mutazione."
Anne si portò le mani alla bocca stupita, conosceva Sean Hampton per fama anche se non ci avesse mai scambiato più di qualche parola. Era soprannominato "Il Santo Addolorato dell' East End" per la gentilezza e l'altruismo con cui cercava di aiutare tutti i bisognosi, mai avrebbe potuto far del male a qualcuno.
"Il Santo Addolorato dell'East End che aggredisce qualcuno? Ci credo che sospettiate una mutazione in Skal... Sarebbe l'unica spiegazione logica... Incredibile..." Rispose Anne ancora sconcertata dalla notizia.
"Infatti il dottor Swansea mi ha chiesto di andare a verificare i fatti, probabilmente dovrei sbrigarmi..." disse Jonathan con una punta di dispiacere.
"Dottor Reid..." lei lo guardò con espressione preoccupata "La prego... stia attento e... torni presto..."
Lui poggiò una mano su quella di lei, che era poggiata sul bancone da quando aveva smesso di prendere appunti. Il suo tocco era freddo, ma Anne percepì un gentile calore avvolgerla.
"Signorina Brent..." Le accarezzò il viso col dorso dell'altra mano "Non stia in pena per me, tornerò presto, glielo prometto." disse accennando un sorriso.
Lei chiuse per un breve momento gli occhi, per godersi quella carezza, poi con la mano poggiata sul bancone intrecciò le dita con quelle di lui.
"Non le posso assicurare che non starò in pensiero, dottor Reid... Non penso che ci riuscirò..." disse lei ancora ad occhi chiusi.
"Allora cercherò di essere qui il prima possibile... purtroppo devo andare." disse lui alzandosi dallo sgabello.
La mano di Jonathan lasciò con riluttanza la guancia di Anne, che riaprì gli occhi.
"A più tardi, signorina Brent" disse lui indietreggiando, sciogliendo le loro dita dall'intreccio solo al momento in cui le loro braccia erano entrambe tese in avanti, tanto da far inclinare un po' in avanti lei.
"A più tardi, dottor Reid" disse Anne con tono basso e dolce, mentre sentiva il calore continuare ad avvamparle le guance.
Lui uscì dalla stanza, lasciandola sola.
A questo punto un piccolo sorriso si stampò sul volto di lei, che si ritrovò a poggiare il mento sulle mani e sospirare.
Che mi sta succedendo? Se n'è andato da nemmeno due minuti e già... Mi manca. Devo tornare alla razionalità... Cosa significava tutto quel contatto fisico? Non penso che sia così premuroso con tutti i suoi pazienti...
Ma cosa vado a pensare? Sono quasi certa che sia un vampiro, come minimo sta cercando di manipolarmi e prosciugare tutti e cinque i miei litri di sangue...
Si afferrò la testa con le mani, cercando di ignorare i suoi sentimenti.
Devo chiarire la situazione, non posso continuare a fingere di non avere dei sospetti... Voglio capire le sue intenzioni, se nonostante la sua natura è intenzionato a seguire gli istinti o cerca di controllarsi... Dopotutto dobbiamo collaborare nella ricerca...
Cercava di pensare razionalmente, ma i suoi pensieri la riportavano sempre a quella carezza e alle loro dita intrecciate.
Si trovò nuovamente a sospirare, ancora la testa fra le mani, quando la porta si aprì.
Anne si voltò di scatto, una piccola parte di sé sperava fosse lui, ma rimase delusa vedendo Edgar, cosa che non riuscì a nascondere.
"Aspettavi qualcun altro?" Chiese lui con un sopracciglio alzato.
"No Ed, figurati..." Rispose lei con un tono piatto.
"Beh, comunque, ti ho portato qualcosa che può sollevarti il morale" disse lui mettendo una mano nella tasca del camice. Estrasse una piccola fiala contenente un liquido rosso e denso "Si dia il caso che in linea preventiva un paio di sere fa io abbia prelevato del sangue dal nostro Hampton, ma non ho avuto modo di analizzarlo ancora. Alla luce di ciò che è successo... Ah, tu forse non sei informata, ma la sign-"
"Sono informata, me lo ha raccontato il dottor Reid" lo interruppe lei, strappandogli la fiala di mano ed iniziando ad osservarla.
"Ah... Benissimo allora, visto che già sai, ti andrebbe di darci un'occhiata? Io devo tenere a bada tutti... Prima l'aggressione e poi quell'arrogante di McCullum..." Disse lui in tono stanco.
Anne, compiaciuta dal fatto che l'amico avesse tirato fuori l'argomento da lei origliato di sua spontanea volontà, colse la palla al balzo per fare le sue domande.
"McCullum?"
"Si, te ne avevo parlato una volta di quel fanatico battagliero che ora è a capo della Guardia di Priwen... Quelli che pattugliano le strade di notte, armati fino ai denti"
"Si, Edgar so cosa fa la Guardia di Priwen, non ricordavo che il capo si chiamasse McCullum... Era qui stasera? E cosa voleva dall'ospedale?" Chiese curiosa.
"Beh, dopo l'aggressione della signora Jones è venuto a controllare e... sospetta strane, losche attività che si svolgano qui, ovviamente tutte idiozie" dichiarò Edgar sbrigativo.
"Ovvero?" Incalzò lei.
"Mah... Non so, Anne... Erano tutte frutto della sua mente fanatica... Stava delirando, come fa sempre." Disse lui scocciato, restando ancora sul vago.
Anne capì che da quella conversazione non ne avrebbe cavato un ragno dal buco e si arrese.
"Beh, se erano solo deliri puoi ignorarlo tranquillamente, no?" tagliò corto lei.
"Sì, ovvio, ma non mi va a genio la possibilità che lui possa o voglia venire a ficcanasare nel MIO, e ripeto MIO ospedale!" disse Edgar in tono lievemente alterato.
"Forza Ed, ora rilassati, ci aspetta una lunga nottata... Ti va di prendere una tazza di tè, facciamo una pausa da questo caos per dieci minuti?" chiese lei dandogli delle pacche affettuose sulla schiena.
Lui annuì e si avviarono verso una stanza laterale al corridoio del primo piano, dalla parte opposta del laboratorio, allestita alla preparazione dei pasti per pazienti e personale.



"It's Locked, Alright" [ Vampyr ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora