Chiodi e Martelli

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"Ci sono due tipi di persone in questo mondo: ci sono i martelli e i chiodi. E tu decidi quale vuoi essere. Non c'è spazio per il cuore in questo gioco, è roba che ti fa uccidere"

Un'ora prima della festa per le matricole "Total Drama" aveva pubblicato questo messaggio, per molti era un semplice avvertimento di routine, per altri quelle parole, invece, suonavo più come una minaccia, forte e chiara.

"Hai fatto quello che ti ho detto?"

La sala di ricevimento del Lux, l'hotel della famiglia Nelson era piena, come ogni anno.
Quella era l'ultima festa delle matricole a cui Heather e i suoi "amici" avrebbero preso parte, nella speranza che presto si sarebbero lasciati alla spalle l'ambiente liceale per entrare finalmente in un mondo più adulto.
Tutto sommato, scandali e umiliazioni a parte, quelli erano stati gli anni più belli.
Proprio mentre Heather si stava lasciando andare alla nostalgia dei ricordi passati, la presenza di Duncan alle sue spalle la riportò alla realtà.

"Allora?"

Non era il tipo che amava aspettare

"Ti ho già detto che ho pensato a tutto" rispose acida tornando a squadrare gli invitati, sperando di riconoscere fra questi gli occhi verdi di Alejandro

"A me non sembra"
Duncan reggeva uno scotch in mano, e a giudicare dall'odore del suo alito non era sicuramente il primo, ma quello che realmente catturò l'attenzione di Heather fu la coppia che il punk gli stava indicando.

Courtney e Trent.
La ragazza, come suo solito, sorrideva a tutti i presenti, fingendosi entusiasta per la serata, mentre il chitarrista le stava dietro, visibilmente turbato.
Quel pomeriggio Trent era andato a casa a sua ma, fortunatamente, era ancora fuori e fu costretto a lasciare l'invito al portiere.

In quel momento i loro sguardi si incrociarono, e come sempre, la bocca del chitarrista si curvò in un tenero sorriso, incantato da quella visione.

"Dammi tempo" disse la mora interrompendo quel contatto per focalizzarsi sul punk che era, incredibilmente, teso

"La mia pazienza ha un limite"
Serrò la mascella, dilatando le narici e assottigliando lo sguardo in direzione della coppia, dalla quale, effettivamente, non aveva mai distolto lo sguardo.
Buttò giù gli ultimi sorsi del suo scotch in pochi secondi alzando la testa quando le sue labbra si poggiarono sul bordo del bicchiere per far scorrere meglio il liquido.

"Non capisco perché ti importa così tanto" disse la mora scuotendo la testa

"Non perdere tempo a cercare di capirlo e fai quello che ti ho chiesto" disse guardandola dritta negli occhi avvicinandosi alla sua faccia.
Entrambi s'incenerirono con lo sguardo, prima che una terza persona si mettesse in mezzo poggiando una mano sulla spalla di Heather

"Ho interrotto qualcosa?"

Sentire quella voce cancellò ogni segno di rabbia dal volto della mora, adesso i suoi occhi brillavano di malizia

"Pensavo che odiassi questo genere di cose" disse
"Infatti sono venuto solo per lasciarti questo"
Uscì il telefono di Heather dalla tasca

"L'ho cercato come una disperata"
Si sforzò di far uscire il suo miglior tono sorpreso, l'argentino era cascato nella sua trappola senza alcuna esitazione, ma Duncan che conosceva bene la ragazza, bastò poco per capire che quei due occhi verdi e l'accento latino, non erano altro che il piano che Heather stava tessendo per far crollare la relazione della sua migliore amica.
Il modo in cui gli gettò le braccia al collo per ringraziarlo erano un segnale non indifferente, che catturò perfettamente l'attenzione del chitarrista.

Trent sembrava paralizzato. Le labbra schiuse, le sopracciglia alzate, insieme alle piccole rughe che gli si formarono sulla fronte, manifestavano non solo lo stupore, ma anche la rabbia che stava prendendo possesso del corpo.

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